Calcio

Eppur ci muoviamo verso il Mondiale

Il pareggio senza reti maturato in Slovenia non mette in discussione il primato della Svizzera nella campagna di qualificazione al torneo americano - Murat Yakin è positivo: «Aver ottenuto 4 punti nelle trasferte di Stoccolma e Lubiana è un bilancio positivo»
©EPA/Darko Bandic
Massimo Solari
13.10.2025 23:45

Nessun dramma. Ci mancherebbe. Il pareggio senza reti maturato contro una Slovenia ordinatissima e al contempo arcigna rimanda ma non sembra mettere in alcun modo in discussione la qualificazione della Svizzera al Mondiale 2026. E ciò nonostante il clamoroso successo ottenuto in Svezia dal Kosovo, ora a -3.

I rossocrociati si sono dunque inceppati a Lubiana. In particolare nel primo tempo, la manovra della squadra di Murat Yakin - con Sow al posto di Rieder rispetto alle prime tre uscite della campagna di qualificazione - non ha saputo scardinare il rigore tattico degli sloveni. Non solo. Diversi singoli, da capitan Xhaka, passando per gli esterni Ndoye e Vargas, non hanno brillato. E così solo un paio di inserimenti di Freuler hanno spaventato la retroguardia di casa. Anche la Svizzera, va detto, ha sofferto poco sul piano difensivo, con Sesko ben controllato dalla coppia Elvedi-Akanji, mentre maggiori difficoltà ce le ha create la posizione periferica di Sturm. Superato uno spavento a inizio ripresa, la nazionale elvetica ha comunque avuto il merito di crescere e di cercare il successo più dell’avversario. Nel finale, complici gli ingressi di Manzambi, Muheim e Rieder, gli ospiti hanno non a caso sfiorato il gol a due riprese. Oblak ha però detto di no sia a Muheim, sia alla botta da fuori di Xhaka.

Una difesa invalicabile

«Ci abbiamo provato sino alla fine, senza risparmiarci, ma a questo giro non è stato sufficiente» osserva Dan Ndoye ai microfoni della RSI, riavvolgendo il nastro del match. La prova dell’esterno del Nottingham Forest ha sintetizzato le difficoltà offensive della nazionale svizzera. «Sì, è stata una partita complicata. Su un campo in cattive condizioni, per altro. Non abbiamo trovato le giuste soluzioni in attacco, dove a volte è mancato un po’ di ritmo, e altre siamo stati un filo impazienti. In fase difensiva, invece, siamo stati molto solidi. E, alla fine, si tratta di un punto importante».

L’analisi di Breel Embolo, che come a Stoccolma non si è risparmiato per creare degli spazi interessanti a favore dei compagni, riconosce limiti e meriti delle due compagini: «Non sono contento, perché volevamo il successo. Fare male a questa Slovenia, che si è difesa con un blocco basso composto da cinque uomini, non era semplice. Abbiamo provato a forzare, ancora e ancora, e però è venuta meno la precisione e un pizzico di lucidità negli ultimi 30 metri. Di nuovo, dunque, complimenti agli sloveni».

La scossa Manzambi

Il 5-4-1 architettato da Matjaž Kek ha insomma messo la museruola ai rossocrociati. E l’omologo Murat Yakin non fatica ad ammetterlo: «La Slovenia ha difeso davvero bene, con un undici compatto e che dal primo minuto ha bloccato ogni spazio». Okay, ma qualcosa è mancato alla Svizzera. «Abbiamo impostato la gara per vincere, senza tuttavia trovare la giocata sorprendente, o il movimento giusto al momento giusto». Manzambi, suggerivamo, ha dato una piccola scossa alle iniziative elvetiche, sicuramente più vicini degli sloveni a cogliere la posta piena. Il ct, in ogni caso, sorride e guarda con fiducia alle ultime due curve del gruppo, in novembre contro Svezia (a Ginevra) e Kosovo (a Pristina). «Aver ottenuto 4 punti tra Stoccolma e Lubiana è da ritenere un bilancio positivo». Vero. E allora nessun dramma.

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