Calcio

Il Lugano è sprofondato sotto i colpi del Sion

I bianconeri sono nuovamente finiti k.o. subendo un pesante 4-0 in terra vallesana - Croci-Torti crede ancora in Saipi: «È il nostro portiere e rimarrà finché io resto l’allenatore»
La delusione dei bianconeri, dopo la battuta d'arresto a Cornaredo, era evidente. © Keystone/Valentin Flauraud
Alex Isenburg
03.08.2025 23:27

La situazione, è inutile girarci troppo intorno, sta diventando preoccupante. E parecchio, anche. I risultati, d’altra parte, sono sotto gli occhi di tutti. Il Lugano è ripartito da dove aveva terminato, malamente, la scorsa stagione. Anzi, forse perfino peggio. La positiva prova inscenata nel confronto di ritorno al cospetto del Cluj, magari, aveva illuso circa il reale valore – quantomeno attuale – di questa squadra. Una compagine in estrema difficoltà, che in Vallese è stata schiantata per 4-0 da un buon Sion, è vero, ma niente di trascendentale.

«Troppi duelli persi»

Per la terza volta, sull’arco di quattro uscite stagionali – e malgrado una serie comunque rilevante di occasioni da rete – i bianconeri sono rimasti a bocca asciutta. Ma a far rumore, più che il mancato cinismo offensivo, è stato naturalmente l’assetto arretrato, che ha sbandato a più riprese. «Per vincere le partite bisogna difendere come il Sion – ha riconosciuto in conferenza stampa Mattia Croci-Torti – mentre noi siamo stati disastrosi. Nel corso delle partite disputate finora abbiamo regalato troppo: siamo indubbiamente in difficoltà a livello di brillantezza. Non bisogna puntare il dito né cercare delle scuse, il calcio è uno sport collettivo ma abbiamo perso troppi duelli individuali».

Già, al Tourbillon la retroguardia bianconera ne ha combinate di tutti i colori. A cominciare da El Wafi e Brault-Guillard, che hanno permesso al Sion, nella fattispecie con Lukembila, di condurre le danze già dal 6’. L’emblematica rete dell’1-0, però, non è stata altro che il preludio di un pomeriggio da incubo. «Se qualcuno afferma che il Sion ha giocato meglio di noi prima del terzo gol dice un qualcosa di non corretto» – ha commentato il Crus, facendo riferimento alla mole di chance prodotte dopo il gol dello svantaggio: «Abbiamo provato a continuare a giocare, però abbiamo pure subito un paio di infortuni (Zanotti è finito k.o nel riscaldamento e Brault-Guillard è dovuto uscire all’intervallo, ndr.) e i 120’ di Thun li abbiamo patiti a livello di energia. Ora vogliamo reagire e non buttare giù la testa». È questo il periodo più difficile da quando allena il Lugano? «Direi di no – ha risposto il tecnico momò – però sono anche cosciente che in questo periodo i risultati non stanno arrivando e sarebbe anche scorretto da parte mia dire il contrario».

«Né un idolo né uno scarso»

Detto di alcune sbavature difensive – alcune veramente macroscopiche, vedi per l’appunto un El Wafi non idoneo a certi tipi di contesti – non si può non citare Amir Saipi. E ci risiamo. Sì, perché l’estremo difensore bianconero, ancora una volta, non solo non è stato in grado di sorreggere la sua squadra, bensì l’ha affondata. Soprattutto sul secondo, ma anche sul terzo gol dei padroni di casa, il portiere è apparso colpevole. «Non ho ancora rivisto i gol – ha affermato Croci-Torti – ma il mio compito di allenatore è cercare di incrementare la sua fiducia. È il nostro portiere e finché io resterò l’allenatore del Lugano lui continuerà a ricoprire questo ruolo. Cercherò di spingerlo il più possibile e farlo rimanere tranquillo, perché dei periodi non positivi possono arrivare a chiunque. È la vita che è così: le persone forti sono quelle che cercano di reagire. Sosterrò Amir».

Ma in quanti, invece, sono ancora pronti a sostenere il Crus? Nel 2025 il Lugano ha vinto la pochezza di 6 partite, mentre le sconfitte si stanno accumulando con un’insolita e spiacevole velocità. «Non mi sono mai sentito un idolo prima e non mi sento uno scarso adesso. Io lavoro tutti i giorni e cerco di migliorare questa squadra. Provo sempre a vincere ed è quello che faremo anche giovedì. Poi, l’interesse della gente non è che mi cambia la vita, fa parte del gioco: quando si vince si è su, quando si perde si è giù. La forza di un allenatore – ha detto – è cercare di andare avanti anche quando ci sono delle critiche. Io non ho nessuna voglia di mollare, sono fatto così e sono convinto che questa squadra possa ancora togliersi delle grandi soddisfazioni». Per poterlo fare, allora, è necessario innanzitutto rialzare la testa giovedì a Thun. Ma siamo sicuri, a questo punto, che restare in corsa per l’Europa sia un qualcosa di benefico per questo Lugano?«È sempre difficile competere su tre competizioni e bisogna altresì avere la fortuna di non incorrere in infortuni e avere tutti al 100%». E non è, decisamente, il caso dei bianconeri. «Non ci sono scuse - ha chiosato il mister - dobbiamo cercare di restare positivi e migliorare».

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