La battaglia di Bentancur e il precedente (vittorioso) di Constantin

Un unicum? Insomma. La querelle tra ACB e Swiss Football League riporta a galla quanto accaduto all’alba della stagione 2003-04. Ricordate? Quella fu un’estate rovente sull’asse Berna-Vallese. Già, perché al Sion la licenza per militare nella neonata Challenge League venne negata sia in prima, sia in seconda istanza. Appena tornato in sella dopo la prima parentesi 1991-1997, Christian Constantin diede però vita a una delle battaglie legali più dure e celebri nella storia del calcio svizzero. Riuscendo infine a spuntarla. Chissà, nel soppesare opportunità e rischi del verdetto sul caso granata, forse la lega sta tenendo in considerazione proprio questo scomodo precedente. E la scottatura che ne derivò. Della serie: meglio non giocare con il fuoco e la cocciutaggine di Pablo Bentancur, convinto delle personali ragioni quanto il presidentissimo del Sion. Peraltro, oggi, suo alleato.
«Situazione poco chiara»
Molto, suggerivamo, sembra unire passato e presente. Nel dettaglio, la fragilità delle garanzie finanziarie fornite per regalarsi un nuovo campionato in B. Anche all’epoca, infatti, la documentazione fornita dal Tourbillon non venne ritenuta sufficientemente solida. Constantin presentò tre possibili budget: da 2,9, 2,3 e 1,6 milioni di franchi. Non siamo lontani dai 2,1 annunciati a questo giro dalla proprietà del Bellinzona. Di più: per attestare la bontà delle proprie intenzioni, anche 22 anni fa il numero uno dei vallesani s’impegnò ad anticipare tutta una serie di pagamenti. Ebbene, non bastò alla Commissione licenze, contraria all’ammissione della società con decisione del 4 giugno. Il 16 luglio - ad un amen dalla ripresa del torneo - il Tribunale arbitrale dell’ASF ribaltò però il parere in prima istanza, dando ragione al Sion. Va da sé, la questione non si concluse lì. Anzi. «Il regolamento impone ai club di persuaderci circa i mezzi finanziari a disposizione per disputare la stagione ventura e gli argomenti dell’FC Sion non ci hanno convinti», decretò Eugen Mätzler, presidente dell’Autorità di ricorso per le licenze. Quest’ultima, a fine luglio, parlò di «una situazione finanziaria poco chiara» e di «un sovraindebitamento determinante».
Smentiti tre volte
La stagione 2003-04 di Challenge League, nel frattempo, era iniziata con 16 squadre e lo Chaux-de-Fonds integrato «amministrativamente» al posto del Sion. Lo scontro sul piano giudiziario tra SFL e Constantin, invece, proseguì a suon di parole forti, udienze e ricusazioni. Sino all’ennesimo colpo di scena e con 15 giocatori salariati dall’architetto di Martigny per allenarsi senza certezza alcuna. Il 3 ottobre, per la seconda volta, il Tribunale arbitrale dell’ASF decise di smentire l’Autorità di ricorso della lega, fornendo un assist decisivo al Sion e creando un enorme grattacapo al direttore della SFL Edmond Isoz. Come fare, infatti, a violare degli statuti che prevedevano la partecipazione ai campionati professionistici di 26 club - 10 in Super e 16 in Challenge - e non 27? Constantin, naturalmente, non smise di fare pressione sulla controparte, denunciandone il presunto abuso di posizione dominante e preparandosi al contempo a sferrare il colpo decisivo. «Il Tribunale arbitrale ha dimostrato che siamo stati privati della licenza in maniera ingiustificata. Sarebbe un po’ come se la lega o i club decidessero di escludere il Basilea con il pretesto che è troppo forte», le sue parole prima di affidarsi al Tribunale cantonale del Vallese alfine di ottenere le necessarie misure extra-provvisorie per rimettere il Sion in gioco. La sentenza favorevole dei giudici «di casa» cadde il 21 ottobre. E a stretto giro di posta il presidente del club vallesano alzò ulteriormente il tiro: «Se non giocheremo il 29 o il 30 del mese depositeremo una denuncia penale contro la SFL e domanderemo la sospensione del campionato». Ahia.
In corsa dalla 13. giornata
Pur restando fermi su una posizione scettica in merito alle garanzie finanziarie presentate dal Sion, ai dirigenti della SFL e ai club - riuniti il 29 ottobre sino a notte fonda - non restò che cedere. Merito anche dell’opera di mediazione del presidente dell’ASF Ralph Zloczower. E così, il Sion riabbracciò in poche ore la Challenge League - a quel punto già alla 13. giornata - vivendo una stagione a cento all’ora, con partite ogni tre giorni e un sesto posto finale inimmaginabile a metà luglio.