Il caso

Le verità di Pablo Bentancur: «Se non ci danno la licenza non iscrivo la squadra»

Bellinzona, il patron dell’ACB è «indignato» per la richiesta della SFL di un’ulteriore garanzia di mezzo milione per ottenere la licenza - «Ora sono veramente stufo, se rimaniamo in Challenge vendo: ci sono tre interessati»
Il patron granata ha il dente avvelenato. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
17.05.2025 06:00

«Se otteniamo la licenza vendo il club. Altrimenti, se finiamo in Promotion League, non scenderemo in campo nell’ultima partita di campionato contro lo Sciaffusa, ricorreremo di sicuro e poi non iscrivo la squadra l’anno prossimo. Non solo. Qualora si verificasse lo scenario che nessuno si augura, valuterei con i miei avvocati se vi sono gli estremi per fare causa alla Swiss Football League (SFL). Adesso sono veramente stufo». Pablo Bentancur è un fiume in piena. Ci accoglie nella sede dell’Associazione calcio Bellinzona (ACB), di cui è il patron e consulente sportivo, nel primo pomeriggio e ne usciamo che è l’ora dell’aperitivo.

Il sostegno di Constantin

Una lunghissima chiacchierata in quella che è una giornata concitata. Fatta di telefonate («ho appena parlato con il presidente del Sion Christian Constantin: ha assicurato che, se serve, è pronto a darci una mano»), di messaggi WhatsApp e di abbracci e pacche sulle spalle di solidarietà. Sì, perché il sodalizio granata rischia grosso, grossissimo. Entro lunedì a mezzogiorno - come rivelato dalla trasmissione «Fuorigioco» di TeleTicino giovedì sera - deve depositare una garanzia di 500.000 franchi, in aggiunta al milione già messo. Altrimenti può scordarsi la permanenza in Challenge League nonostante la salvezza sul campo.

La coppa e l’orgoglio granata

Nella sala riunioni della sede in viale Giuseppe Motta fa bella mostra di sé la coppa di campione della Prima Lega vinta nella stagione 2021-2022. Poi, incorniciati, articoli di giornale, locandine e gagliardetti. L’orgoglio granata. L’orgoglio di Pablo Bentancur. «Io non volevo nemmeno che la mia famiglia rilevasse il club. Mi hanno chiamato degli amici e ho deciso di dare una mano. Finora ho investito 9 milioni di franchi. L’ho fatto con piacere perché credo in Bellinzona, nella piazza e nei suoi tifosi. Quelli veri, che mi salutano e mi ringraziano, e non quelli che mi insultano. Queste cose e ciò che è successo nelle ultime ore mi portano a dire che così io e mio figlio Pablito non possiamo andare avanti», ci confida il nostro interlocutore, nel mondo del calcio da oltre tre decenni. Pongo la domanda che è sulla bocca di tutti: la garanzia da mezzo milioni la metterà lei? «Non lo so. Ci devo pensare. Ovvio che se desidero vendere l’ACB, come intendo fare, occorre ottenere la licenza per la Challenge League. Se così non fosse, allora, per me e la mia famiglia sarebbe finita. Basta. Non iscriverei la squadra in nessuna categoria. Lo ribadisco».

«I conti? Sono in ordine»

Pablo Bentancur afferma che la SFL non ha motivato la richiesta di un’ulteriore garanzia di 500.000 franchi. «I conti sono in ordine. Gli stipendi dei giocatori e dello staff sono stati pagati, compresi quelli di maggio e del mese prossimo. Abbiamo persino già saldato l’affitto dello stadio Comunale per tutta la stagione prossima. Ma la cosa che mi fa innervosire di più è un’altra...». Ci dica pure... «Il fatto che è stata la stessa SFL, negli scorsi mesi, a mandare dei loro revisori di PKF ed Ernst & Young per verificare il nostro bilancio. Hanno detto che è in ordine. E ora salta fuori, dal nulla, improvvisamente, questa richiesta della garanzia aggiuntiva. Non hanno neanche tenuto conto della vendita di due giocatori (il bomber Rilind Nivokazi ed il centrocampista Islem Chouik; n.d.r.) al Sion, già concretizzata, per 650.000 franchi. Dicono che non abbiamo presentato i contratti. Ma non possiamo mica chiederli alla squadra vallesana... Quella cifra coprirebbe, eccome, la garanzia. A pensare male si fa peccato, ma non vorrei che ci fosse dell’altro. Se noi scendiamo in Prima Lega, infatti, lo Sciaffusa si salva. E non sarebbe una casualità. Ho le prove di quello che dico, mi creda». Ce le ha mostrate, quelle prove, ma ieri non abbiamo avuto il tempo per fare le necessarie verifiche come impone la deontologia.

Dalla Spagna e da Dubai

Qualora, invece, come tutti sperano nella Turrita, l’ACB dovesse mantenere il suo posto in Challenge League, allora Pablo Bentancur venderebbe il club. Ci sono tre interessati. Due dei quali ieri sera hanno assistito alla partita casalinga contro il Thun. «Si tratta di un gruppo di spagnoli, di un imprenditore svizzero tedesco e di una cordata di Dubai. Non ho veramente più la voglia e le forze per continuare. Quanto successo questa stagione, con le contestazioni pesanti di un gruppo di tifosi e gli atti di vandalismo nonché i rapporti complicati con la Città e l’ultimo caso inerente la SFL, mi hanno profondamente deluso e ferito. Ho deciso di vendere», afferma il patron. Veramente? Da come parla sembra avere l’ACB nel cuore... «Quando è troppo è troppo. Sono indignato».

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