Ormai è un'agonia per la quale il Servette non ha pietà

Il Lugano è una barca che affonda. Non si scorgono scialuppe. Non si scorge la terra ferma. Si salvi chi può. Sì, la stagione sta naufragando. In modo triste e pericoloso. Ma, oramai, non inaspettato. I segnali di cedimento, d’altronde, si moltiplicano. Con la figuraccia rimediata sabato contro il Basilea si credeva che i bianconeri avessero toccato il fondo. E il fatto che fosse avvenuto contro i campioni svizzeri e al cospetto di sua maestà Xherdan Shaqiri - ammettiamolo - aveva persino reso il tutto più digeribile. Quanto successo allo Stade de Genève, però, è un pugno allo stomaco. Che fa malissimo. Il Servette, in tal senso, non ha avuto pietà dell’avversario. Non ha avuto pietà di fronte a un Lugano agonizzante. È finita 4-1, con Mattia Croci-Torti inerme a bordo campo, le mani sui fianchi e lo sguardo perso nel vuoto.
E la luce si spegne di nuovo
I padroni di casa hanno dilagato nella ripresa. Proprio come i renani qualche giorno fa, quando al contrario ci si attendeva un sussulto bianconero. Macché. Sotto di una rete alla pausa, complici le clamorose ingenuità commesse dal solito Hajdari, il Lugano ha smesso di giocare. Ha smesso di crederci. E quando tutto d’un tratto è rinsavito - correva il 76’ - Mall ha negato la gioia del pareggio a Cimignani. Il match, di fatto, è finito lì. La luce si è spenta e il Servette si è accanito sul paziente, trafiggendolo altre due volte.
Il Crus, che con Koutsias non al meglio aveva dovuto malauguratamente rimediare su Vladi, non è insomma riuscito a plasmare un undici degno, disposto a provarci perlomeno con l’orgoglio. Solo Papapadopoulos ha risposto presente, facendosi in quattro per tenere a galla i suoi. Emblematica, in questo senso, è stata l’entrata in scena di Kutesa, gettato nella mischia poco prima dell’ora di gioco e autore del 3-1 che ha chiuso la sfida. Nonostante l’addio imminente al Servette e il trasferimento in Grecia, l’esterno offensivo dei granata è stato osannato dai tifosi. Loro sì, ancora capaci d’identificarsi in una o più figure cardine. E, di riflesso, in una compagine lanciata verso il 2. posto in Super League. A due turni dal termine della stagione, i sostenitori bianconeri non sanno invece più a chi aggrapparsi. A che cosa. All’Europa? Davvero?
Appigli paradossali
Il paradosso del Lugano, a ben guardare, sta proprio qui. In un campionato che va a rotoli e tuttavia potrebbe ancora offrire un appiglio. Guai a rallegrarsene. Non da ultimo poiché la vittoria ottenuta dallo Young Boys sul Lucerna rischia di mandare all’aria l’ultimo - e più importante - obiettivo stagionale del club. Quella top 3 che alla luce di prestazioni come quella offerta in riva al Lemano non ha oggettivamente ragione di esistere. La barca bianconera sta affondando. Il collettivo di Croci-Torti, purtroppo, sembra aver abdicato definitivamente.