Quando Leonardo Bertone, il Beckham della Super League, era un nome caldo a Cornaredo

Le versioni non combaciano alla perfezione. Tempi e protagonisti della vicenda cambiano a seconda di chi ricorda. Ma che il Lugano, in un passato non troppo lontano, avesse sondato il terreno per portare Leonardo Bertone a Cornaredo è confermato da più fonti. Fu l’ex compagno e amico Alexander Gerndt a provare a spingere il centrocampista verso i bianconeri, all’epoca della presidenza Renzetti. Si narra di alcune discussioni e persino di una visita in Ticino. Alla fine, però, le condizioni per concretizzare l’operazione vennero a mancare.
Dal luglio del 2022, e dopo aver esplorato nuovi mondi - come la MLS con Cincinnati e il massimo campionato belga, a Beveren - Bertone è quindi un giocatore del Thun. «E non ho molto da dire in merito a eventuali abboccamenti con il Lugano: di contratti sul tavolo non ne ho visti e nemmeno ho mai avuto contatti diretti con la dirigenza». Insomma, il 31.enne sfodera l’arma della diplomazia. E si comprende. A maggior ragione a poche ore dalla sfida diretta della Stockhorn Arena. «Il Lugano sta vivendo un ottimo momento e lo stesso vale per noi. Ma è solo una delle 38 partite in calendario. E, dunque, per quanto importante, non determinerà in alcun modo l’esito del campionato». Risultati clamorosi alla mano, il Thun non vuole però porsi limiti. «E lo abbiamo sempre affermato» conferma Bertone. Per poi articolare il proprio pensiero: «Sta a noi determinare il destino del club. Vogliamo lavorare sodo e bene, al fine di realizzare tutto ciò che è possibile sognare». Okay, ma il Thun - a questo punto - è o non è un serio candidato al titolo? «Beh, di squadre ambiziose e forti ve ne sono diverse in Super League. A mio avviso, il Lugano è uno dei favoriti, così come lo sono Basilea, Young Boys e Servette. Il torneo, si sa, è molto equilibrato, e dunque sbilanciarsi sul futuro campione svizzero non è così evidente. Diciamo che sono a mia volta curioso di scoprirlo. Perché ho la sensazione che in molti possano aspirare al primo posto».
Quel paragone con Beckham
In vetta alla graduatoria, intanto, detta il ritmo la formazione di Lustrinelli. E che ritmo. «Mauro - osserva Bertone - è incredibilmente importante per la squadra e i suoi successi. Parliamo di un allenatore che dà molta fiducia ai suoi giocatori e a cui non mancano lucide ambizioni». Ecco, a proposito di razionalità. Alla Stockhorn Arena si rischia seriamente di avvertire le vertigini. «No, nella misura in cui la squadra - da quando Lustrinelli è in panchina - è e rimane la cosa più importante. Mauro non smette di ripetercelo: tutti sanno giocare a calcio, ma a fare la differenza è la testa. Ecco perché insiste molto sull’aspetto mentale, invitandoci a mantenere alta l’attenzione e l’intensità in allenamento, facendo in modo che lo spogliatoio non perda mai di vista l’obiettivo. Anche dopo sei vittorie consecutive, detto altrimenti, non ci è concesso il tempo per fantasticare». La sosta, ad ogni modo, potrebbe aver spezzato il sensazionale filotto della neopromossa. «E, sì, penso che tutti stiano in qualche modo aspettando una crisi del Thun» indica Bertone. «La verità è che negli scorsi mesi eravamo già incappati in due sconfitte consecutive, e però ci siamo subito rialzati. Eccola la nostra forza: la capacità di reagire alle avversità, che presto o tardi torneranno a bussare alla porta».
La consapevolezza dei bernesi, in questo senso, impressiona. E, aggiungiamo noi, affonda probabilmente le sue radici nel successo ottenuto all’esordio, proprio contro il Lugano. «Iniziare la stagione in quel modo è stato fantastico» riconosce Bertone. «Credo tuttavia che anche in caso di pareggio o persino sconfitta, e a fronte dell’enorme fiducia alla quale accennavo poc’anzi, il nostro campionato si sarebbe potuto sviluppare in modo altrettanto positivo». A Cornaredo, dove finì 2-1 per gli ospiti, Bertone firmò addirittura due reti, la seconda delle quali con una splendida punizione da 30 metri. «Una conclusione del genere si può in qualche modo rischiare e vedere la palla insaccarsi è stato un sogno. La punizione che ci ha permesso di cogliere l’ultima vittoria a Ginevra, tuttavia, mi ha regalato emozioni ancora più intense. La tensione, allo scadere, era enorme. E trovare la rete, da una posizione che richiedeva molta più precisione, è stato incredibile. Mi sono lasciato andare». Ed è successo anche ai media d’Oltralpe, che hanno avanzato il paragone con David Beckham. Leonardo Bertone, già 5 gol e un assist in stagione, se la ride. Il Lugano, va da sé, si augura che non accada di nuovo. M.S.


