Calcio

Solo il Lugano, adesso, corre forte come il Thun

Il ritmo impressionante della capolista sta scavando un vuoto ai vertici della classifica di Super League - Dopo il terribile inizio di stagione, i bianconeri stanno però tenendo il ritmo dei bernesi, ecco perché lo scontro diretto alla ripresa del torneo peserà tantissimo
©KEYSTONE/PETER KLAUNZER
Massimo Solari
10.11.2025 21:00

Un’immagine, anzi meglio un’azione, più di altre, sintetizza alla perfezione l’attuale slancio bianconero. È quella di Kevin Behrens, che per decidere il match del St. Jakob Park copre novanta metri di campo in una decina di secondi. Una progressione furiosa, sì, che a guardarla e riguardarla ci ha riportato alla mente un allungo altrettanto poderoso di Erling Haaland, ai tempi del Borussia Dortmund. E un video che negli anni ha collezionato milioni di visualizzazioni sul web. Quindici, a proposito di accelerazioni, sono invece i punti collezionati dal Lugano tra la prima e l’ultima sosta autunnale dedicate alle nazionali. Solo il Thun dei miracoli ha fatto meglio, ma disputando un match in più degli uomini di Mattia Croci-Torti. Tradotto: le squadre del momento sono due. I numeri non mentono.

Dal gran rifiuto al grande tuffo

Nel dettaglio, tra il weekend del 13-14 settembre e la scorsa domenica, la capolista di Super League ha conquistato 18 punti in 8 incontri, tre in più dei bianconeri, che senza il diluvio di Cornaredo e l’interruzione della partita contro il San Gallo avrebbero per l’appunto potuto pareggiare i conti. Ma se i bernesi stanno brillando per costanza di rendimento, il Lugano ha dovuto passare le pene dell’inferno prima di ritrovarsi. E, forse, di rinascere. Nei cinque turni del torneo che hanno preceduto lo stop settembrino, Grgic e compagni avevano raccolto la miseria di 4 punti e occupavano il decimo posto in classifica. Tristezza e persino paura. Scossa, risveglio e definitivo rilancio sono quindi stati segnati dalle vicende di un giocatore: Amir Saipi. Alla ripresa del campionato, il 13 settembre, si era infatti assistito al gran rifiuto del portiere kosovaro, messo da parte dal Crus per lasciare spazio al neoacquisto David von Ballmoos. Quella sera, a San Gallo, i bianconeri avevano perso ancora. Di misura. Ma l’avvento dell’ex estremo difensore dello Young Boys non ha tardato a stabilizzare l’impianto difensivo, così come l’arrivo di Michele Salzarulo in seno allo staff tecnico. Dopo la trasferta del kybunpark, non a caso, sono arrivati cinque successi in sei incontri. E, di riflesso, il Lugano ha progressivamente risalito la china, rivoltando parte delle statistiche d’inizio stagione. Reagendo in modo dirompente, anche, come infine riuscito a Saipi, eroe e artefice dell’ultimo colpo grosso in casa dei campioni svizzeri.

Occorreva mettere ordine

La porta dei bianconeri è rimasta inviolata anche a Basilea. Ed era già stato il caso nel quadro delle vittorie ottenute a Cornaredo al cospetto di Zurigo e Lucerna. Il raffronto con i primi cinque turni di Super League, anche qui, è inequivocabile, poiché il Lugano è passato dall’avere la peggior difesa - 11 gol subiti - al vantare il passivo più esiguo della lega, con appena 6 reti incassate negli ultimi 7 match. Merito degli interventi provvidenziali dei citati von Ballmoos e Saipi, del rientro di Zanotti e - soprattutto - delle garanzie fornite dai Mai e Papadopoulos, una coppia di centrali oggi quasi inscalfibile. Per dire: domenica i renani hanno spinto di brutto, ma - stringi stringi - hanno condensato la propria pericolosità nel rigore fallito da Shaqiri e nelle successive conclusioni ravvicinate di Broschinski e Rüegg. Ogni altro tentativo, per contro, è stato rintuzzato con ordine e lucidità.

Il nodo realizzativo

Tutto molto bello e promettente. Graduatorie parziali alla mano, rimane però il nodo realizzativo. Vero, «Boom Boom Behrens» si è sbloccato e, come per magia, le vittorie hanno cominciato a concatenarsi. Vero, il Lugano segna da sei partite a questa parte. Ma quello bianconero - con 17 gol all’attivo, solo uno in più del moribondo Winterthur - rimane pur sempre il penultimo attacco del torneo. Detto altrimenti, le ambizioni di alta classifica di club, allenatore e giocatori, presto o tardi dovranno trovare riscontro anche sul fronte offensivo. Perché le 9 reti in meno realizzate rispetto al neopromosso Thun colpiscono quanto il distacco di 12 punti. La banda di Mauro Lustrinelli, già. Impressiona e non smette di impressionare. Basti pensare che con 31 punti in 13 giornate, i bernesi hanno eguagliato la quota toccata lo scorso Natale - in 18 turni - dal Lugano campione d’inverno. Pazzesco, di nuovo. E per quanto si possa mettere in conto un calo nei prossimi mesi, del leader di Super League è oramai doveroso diffidare. Anche di qui l’importanza della sfida in programma il 22 novembre alla Stockhorn Arena, con il Lugano che sarà chiamato a ricucire lo strappo. Quattro giorni dopo la trasferta di Thun, d’altronde, i bianconeri recupereranno il match casalingo contro il San Gallo. E ottenere 6 punti, beh, significherebbe portarsi a -6 dalla vetta. Tanta, tantissima roba per un gruppo di giocatori che ad agosto sembravano alla deriva, svuotati da qualsivoglia sentimento e incapaci anche solo di staccarsi dai blocchi di partenza.

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