Calcio

Quante ombre sul Comunale, compresa quella di Bentancur

Il patron del Bellinzona Juan Carlos Trujillo è certo che la SFL, presto o tardi, accorderà la licenza di gioco al club - «Affrontiamo queste difficoltà con grande senso di responsabilità» assicura il colombiano - Ma il trapasso delle azioni dall’ex proprietario rischia di trasformarsi in un nuovo polverone
©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
11.12.2025 20:30

La revoca della licenza al Bellinzona è una ferita ancora fresca. Ed è altrettanto presto per capire se e come sarà possibile ricucirla. I vertici del club granata, lo ricordiamo, hanno prontamente annunciato la volontà di ricorrere all’autorità competente della SFL. Una risposta, questa, condita dalle rassicurazioni circa l’imminente sottoscrizione di una garanzia bancaria, conditio sine qua non per ottenere l’autorizzazione di gioco per la stagione 2025-26. «Speriamo che sia la volta buona e che la SFL - dopo cinque proposte tutte scartate, fra cui un istituto spagnolo - accetti questa banca» osserva in merito il patron Juan Carlos Trujillo, intervistato dai colleghi di Fuorigioco su Teleticino. Il colombiano si trova in Ticino. «Sono qui per archiviare la pratica una volta per tutte. Non dovesse funzionare di nuovo? Vedremo».

Quella pressione sulla lega

A stretto giro di posta dal verdetto in prima istanza della SFL, Trujillo aveva già evocato la via del TAS. Non solo. Nel suo post su X, a caldo, il dirigente sudamericano si era interrogato sulla tempistica della decisione, pronunciata in concomitanza con i primi risultati positivi del Bellinzona. Il proprietario precisa il suo pensiero, senza indietreggiare: «In seguito al mio arrivo, la situazione è rimasta tranquilla per 3-4 mesi. Lungo questo periodo, la comunicazione con la SFL è stata costante, all’insegna della chiarezza e della collaborazione. Detto ciò, il tempo è scaduto proprio mentre la squadra ha iniziato a fare punti. Probabilmente, o almeno io la penso così, la lega ha iniziato ad avvertire una certa pressione esercitata dagli altri club. Ma è normale. Esiste un regolamento ed è nostra intenzione rispettarlo».

Carta canta

Nel porre l’accento sul vincolo, al momento assente, della garanzia bancaria, martedì il presidente della commissione licenze Eric Kaltenrieder è tornato a monte dell’operazione che aveva portato Trujillo al Comunale. «Il contratto di vendita delle azioni è stato concluso prima che la SFL potesse dare il suo benestare» ha tenuto a precisare, quasi volendo ripulire la coscienza della Swiss Football League. La verità è che a Berna si era informati del trapasso della ACB 1904 SA da inizio luglio. Insomma, i margini per approfondire la correttezza dell’operazione erano ampi. La questione delicata, tuttavia, è un’altra. Già, perché la puntualizzazione della lega ha inevitabilmente riacceso i riflettori su Pablo Bentancur.

L’ex patron, non a caso, si è affrettato a rientrare in Ticino per analizzare la situazione insieme ai suoi avvocati. Va da sé, sentendosi chiamato in causa. Ma solo, e indirettamente, dalla SFL o forse anche dallo stesso Trujillo? Senza licenza e con una squadra ancorata al fondo della Challenge League, non è da escludere che il dirigente colombiano possa altresì aver preso in esame lo scenario peggiore. E, cioè, di ritrovarsi alla testa di un club escluso da questo o - lungaggini ricorsuali alla mano - dal prossimo campionato. Il mancato riconoscimento della cessione del capitale azionario da parte della SFL, in questo senso, potrebbe quindi trasformarsi in una leva per richiamare all’ordine Bentancur. Della serie: non è andata come avevamo pattuito. Il problema? Don Pablo ha dalla sua un contratto che - nero su bianco - formalizza il passaggio di consegne, circoscrivendo gli obblighi del nuovo titolare verso la SFL. Non solo. Prima di investire anche nell’Eldense, società iscritta alla terza divisione spagnola, Trujillo ha versato a Bentancur un importo pari al 50% del pacchetto azionario acquisito. Circa 1 milione di franchi. Ed è difficile immaginarne la restituzione dell’ex numero uno granata. Indipendentemente dalla sua eventuale disponibilità a riprendere le redini di un club che rischia di finire ai margini del calcio svizzero.

«Qui per scrivere la storia»

Un contenzioso tra Trujillo e Bentancur, naturalmente, equivarrebbe a un nuovo polverone. Da evitare. Il proprietario del Bellinzona, al momento, cerca di prendere le distanze dal suo predecessore, senza tuttavia perdere l’occasione per fare riferimento alle riserve della SFL. «Da tempo, non ho contatti con Pablo Bentancur. So che la responsabilità del Bellinzona - ora - è mia. Anche se, parte della decisione della Swiss Football League riguarda la transizione del capitale azionario. Avremmo voluto essere più tranquilli, ma la garanzia c’è e - come già chiarito dal nostro direttore generale - è custodita da un notaio. Il tema bancario sarà presto risolto». Incalzato sulle modalità di acquisizione della SA granata, il colombiano quindi afferma: «Siamo consapevoli che si è trattato di un acquisto atipico, realizzato in tempi inusuali. E comprendiamo la visione della SFL, purché le regole valgano in entrambi i sensi».

La ferita, dicevamo, è ancora aperta. Ed è presto per capire se sarà sanata. Trujillo ci crede. E rilancia. «Vogliamo affrontare queste difficoltà con grande senso di responsabilità. E se dovessimo retrocedere, beh, sarà mio dovere far risalire la squadra. Lo ripeto: abbiamo scelto questo club per fare la storia e non sono il tipo che lascia i progetti a metà. Sento che Bellinzona è la città giusta per costruire qualcosa». Prima, però, serve la licenza di gioco.

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