Se a Bellinzona si gioca col fuoco e il futuro dei ragazzi

Nel giro di due settimane non scatteranno solo i campionati di Super e Challenge League. No, dopo l’avvio della preparazione da parte delle diverse Under del Team Ticino, nel nostro cantone riprenderanno pure gli allenamenti delle squadre Footeco, e cioè delle selezioni che si occupano di promuovere e sviluppare i potenziali talenti da 11 a 14 anni. A regolarne il funzionamento, così come gerarchie e società di riferimento, è il partenariato regionale riconosciuto dall’ASF. Un partenariato che, oggi, si fonda su tre pilastri: l’FC Lugano, l’AC Bellinzona e la FTC. Ciascuno chiamato a gestire un determinato numero di compagini, a seconda delle età e delle regioni, prima del filtro rappresentato dalle Under. Tradotto: un centinaio di ragazzi e numerose famiglie.
E-mail rimaste lettera morta
Ebbene, l’attuale organizzazione potrebbe avere i mesi contati. E ciò, lo avrete capito, alla luce dell’ambigua posizione del Bellinzona. Forte di una chiara – e finanziariamente cospicua – conduzione del Team Ticino, l’FC Lugano attendeva delle risposte dal Comunale. Sul tema, lo scorso 27 maggio, era stato molto esplicito il CEO Martin Blaser. «L’ASF ha affidato alla nostra società la gestione del calcio d’élite giovanile ticinese. E ciò a partire dal 1. luglio del 2026. Allo stesso tempo, però, le regole del partenariato ci imporranno di trovare una spalla nel Sopraceneri. Idealmente, questa sarebbe l’AC Bellinzona». Idealmente, appunto. Perché i richiami e le e-mail inviate alla controparte dai bianconeri sono rimaste lettera morta. Complice il cambio di proprietà, che ha visto Pablo Bentancur cedere la maggioranza delle quote societarie a Juan Carlos Trujillo, in casa granata la questione è stata derubricata alla voce «varie ed eventuali». Sia il nuovo patron colombiano, sia il traballante presidente Brenno Martignoni, hanno accennato solo in modo fugace al futuro del settore giovanile, ritenendolo cruciale e però rimanendo sempre in superficie.
Le contromosse a Cornaredo
La verità è che nessuna figura della vecchia e della nuova dirigenza ha ritenuto prioritario il dossier, dando la precedenza – anche comprensibilmente – al passaggio di consegne e a un mercato giocatori per il quale, sin qui, si fatica a intravedere una logica. Della serie: la formazione? Parliamone più avanti. D’accordo, peccato che di tempo per trattare (e semmai collaborare) rischia di non essercene più. Da nostre informazioni, il Lugano si è già mosso su più fronti. Da un lato, suggerivamo, per individuare una società sopracenerina insieme alla quale sarebbe possibile impostare un nuovo partenariato. Si parla del Giubiasco, del Locarno o del Gambarogno. Dall’altro, i responsabili dell’Academy bianconera non avrebbero perso l’occasione per tutelarsi e tutelare un paio profili talentuosi, in orbita Svizzera U15. Come? Questi giocatori, che hanno appena concluso il percorso Footeco a Bellinzona e che disputeranno la nuova stagione con la U15 Sopraceneri del Team Ticino, sono stati tesserati per il FC Lugano. Insomma, lecitamente strappati alla concorrenza, totalmente assorbita dalle vicissitudini della prima squadra.
Che cosa cambia per i ragazzi?
Al netto del destino di alcuni, promettenti singoli, al Comunale preoccupa però la totale incertezza circa il destino del settore giovanile dalla stagione 2026-27. Grazie ai fondi e ai meccanismi garantiti dal partenariato, i formatori delle squadre Footeco granata – con i rispettivi nuclei di giocatori - hanno sin qui saputo camminare sulle proprie gambe, osservando a distanza di sicurezza i tormenti della SA. D’altronde l’Associazione, e con lei il movimento giovanile, era stata pensata proprio per sopravvivere a qualsivoglia parabola del vertice societario. Bene. Ma, ritornando al punto di partenza, accettare di rinunciare al partenariato con l’FC Lugano e la FTC si rivelerebbe tutto fuorché indolore. Che ne sarebbe delle decine di ragazzi che oggi si allenano tra Comunale e le Semine? Verrebbero semplicemente trasferiti a Giubiasco? E se invece fosse necessario spingersi fino a Magadino? Al proposito val la pena precisare che nelle squadre Footeco del Bellinzona, all’incirca solo la metà dei giocatori è un prodotto del vivaio granata, mentre il restante 50% proviene dalle società e dai raggruppamenti limitrofi e dell’Alto Ticino. Tradotto: il secondo gruppo non sarebbe più tenuto a rispondere all’ACB. Si accontenterebbe della cellula bellinzonese della FTC? E ancora: quali sarebbero gli effetti collaterali per i Comuni e le società interessati dall’avvicendamento? Accogliere tre, quattro, cinque nuove squadre sui propri campi e farle convivere con gli allievi già formati in casa sarebbe sostenibile? Per tacere dei rilevanti finanziamenti dell’ASF a cui dovrebbe rinunciare la società granata.
Aspettando Mario Rosas
All’FC Lugano, a cui non si è voluto dare ascolto per troppo tempo, dell’eventuale autogol bellinzonese in fondo potrebbe importare poco, giunti a questo punto. Anche perché con la piena messa in funzione dei campi al Maglio, destinati alle Under dell’Academy, verosimilmente si libereranno dei terreni al Centro sportivo di Tenero e si potrebbe ragionare su questi spazi per il rinnovato ecosistema del partenariato. Ma, certo, per il Ticino calcistico, la sua piramide e soprattutto per la reputazione e il prestigio del Bellinzona, un simile terremoto costituirebbe uno smacco non da poco. Mario Rosas, che legge permettendo sarà il nuovo amministratore unico del club, è forse l’unica persona deputata a fornire risposte e chiarimenti su un tema così delicato per tanti ragazzi promettenti, decine di famiglie e numerosi allenatori. Spetterebbe a lui, semmai, tornare a sedersi in extremis al tavolo delle trattative. Beh, stiamo ancora aspettando la sua conferenza stampa. E, davvero, potrebbe essere troppo tardi.