Calcio

Un po' Allegri, un po' nostalgici, è tempo di riabbracciare la Serie A

Con i suoi ritorni di fiamma e le immancabili contraddizioni, sabato sera riparte il massimo campionato italiano: dalle scommesse a parametro zero Modric e De Bruyne all’acquisto più costoso, il 23.enne rossocrociato Jashari - Napoli e Inter favorite, anche se tutto parla a favore di una stagione incerta
MassimilianoAllegri, 58 anni, è tornato sulla panchina del Milan. © EPA/Roberto Bregani
Massimo Solari
22.08.2025 21:00

Tramite il suo supercomputer, e un accuratissimo modello di calcolo delle probabilità, il portale Opta Analyst si occupa di elaborare milioni e milioni di dati sportivi. All’alba delle singole stagioni, quindi, non mancano mai le proiezioni circa i club più accreditati alla conquista di una o dell’altra competizione. Osservare e rispolverare questi pronostici è istruttivo. A maggior ragione a poche ore dalla ripartenza della Serie A. Per la nostra piattaforma statistica, l’Inter è la squadra favorita per la vittoria dello scudetto. Siamo al 35,9% di chance, a fronte del 13,7% attribuito al Napoli, campione d’Italia in carica. Seguono Atalanta, Roma, Juventus e Milan. Bene. Ma meglio non fidarsi.

Per dire: un anno fa, di questi tempi, Opta quotava il trionfo nerazzurro addirittura al 79,2%. E i partenopei di Antonio Conte? Ottavi, con lo 0,4% di probabilità di mettere le mani sul titolo. Beh, sappiamo tutti com’è andata a finire. Conte è ancora al suo posto, forte del quarto sigillo festeggiato al Maradona e - seppur orfano per diversi mesi del talismano Lukaku - deciso a ripetersi come già riuscitogli ai tempi della Juve. Sulla panchina dell’Inter, invece, non siede più Simone Inzaghi, svuotato dagli insuccessi in campionato, Coppa Italia e Champions League e però ricoperto d’oro dai principi sauditi. Tocca all’ex Cristian Chivu - 13 partite con il Parma sul CV - rilanciare la Beneamata.

L’insegnamento di Galeone

A colpire, in questo senso, sono i dodici nuovi allenatori sulle venti squadre ai nastri di partenza. Sei dei quali, per altro, chiamati da società che hanno chiuso l’ultima Serie A nelle prime otto posizioni. Oddio, erano stati quattordici a ridosso della stagione 2024-25, e dunque non occorre scandalizzarsi. L’attenzione, semmai, va posta sui profili individuati per scuotere un determinato ambiente e riaccenderne le ambizioni. Il ritorno in Italia di Conte, dicevamo, ha permesso ad Aurelio De Laurentiis di compiere il secondo capolavoro nel giro di tre campionati. E allo stesso obiettivo, sotto sotto, mira pure il Milan, reduce dai flop Fonseca e Conceição. L’Allegri bis - in casa rossonera - infonde un clamoroso ottimismo. L’ultimo tecnico scudettato di Silvio Berlusconi riabbraccia San Siro a undici anni di distanza dall’addio e a quattordici dal campionato vinto nel 2011. Inutile girarci attorno, è «Max» il vero colpo di mercato del Milan. Per dirla con il suo mentore Giovanni Galeone, in effetti, «ci sono persone che ritengono di essere importanti e altre che, silenziosamente, lo sono».

Lo strappo tra Allegri e la Serie A si era consumato con una camicia strappata e le parole al veleno del livornese verso l’ex Managing Director Football della Juventus Cristiano Giuntoli. Correva il maggio del 2024 e, fra mille difficoltà e critiche, i bianconeri erano stati in ogni caso condotti al successo in Coppa Italia. Insomma, Allegri aveva salutato tutti con la rabbia negli occhi e però un trofeo. E adesso, senza Coppe, può fare leva sull’etichetta di outsider appiccicata sulla schiena del Milan.

Non è solo un Paese per vecchi

Al netto delle resistenze degli ultras a seguito del giro di vite imposto dal club, ci credono anche i tifosi, ringalluzziti dall’attivismo sul mercato del nuovo ds Igli Tare. E a proposito. A sintetizzare alla perfezione le contraddizioni e le correnti opposte che caratterizzano la Serie A sono proprio i movimenti in entrata dei rossoneri. Da un lato la «scommessa» a parametro zero Luka Modric, Pallone d’oro che in Italia sente di poter fare ancora la differenza. Dall’altro il centrocampista rossocrociato Ardon Jashari, 23 anni e nel giro di dodici mesi più che positivi al Bruges passato dalla Super League a essere (sinora) l’acquisto più costoso del campionato italiano venticinque-ventisei.

La forza contrattuale della Serie A, d’altronde, è quella che è. E, suggerivamo, si traduce in operazioni agli antipodi. A prendersi la scena e a fare discutere sono così gli arrivi dei 39.enni Modric (Milan) e Dzeko (alla Fiorentina), del 34.enne De Bruyne (Napoli), del 35.enne Immobile e del 31.enne Bernardeschi (al Bologna) o del 32.enne Morata (Como). Eppure, a ben guardare, gli arrivi in Italia hanno interessato soprattutto giocatori nella fascia d’età che va dai 20 ai 24 anni. Guardate l’Inter. In attesa di Lookmann, per tornare grande il club nerazzurro ha deciso d’investire su Bonny (21 anni), Henrique (23), Sucic (21) e Diouf (22). Discorso simile per quanto concerne la Juventus del confermato Igor Tudor, tenuto conto degli oltre 30 milioni di euro versati al Porto per tenersi stretto il 22.enne Francisco Conceição. Ma è un classe 2000 pure Jonathan David, centravanti canadese sulle cui reti a Torino auspicano di poter costruire un campionato di vertice.

I gol di Immobile e il Como

I gol, da sempre, sono il pane del citato Ciro Immobile, tornato sui suoi passi - e per la precisione a Bologna - nell’anno che conduce al Mondiale. Certo, per la coppia Sartori-Di Vaio, solitamente infallibile nel sublimare talenti e nello scovare giovani profili interessanti, è all’apparenza una mossa paradossale. Così come l’ingaggio di Federico Bernardeschi nel ruolo lasciato vacante dall’elvetico Dan Ndoye. La Serie A, tuttavia, ha perso il suo capocannoniere Mateo Retegui - volato in Arabia Saudita insieme a Simone Inzaghi e Théo Hernandez - e con Immobile ha ritrovato l’ultimo bomber in grado di superare la soglia delle 30 reti. Correva il campionato 2019-20 e, sempre con la maglia della Lazio, l’ex attaccante del Besiktas si sarebbe ripetuto due stagioni più tardi dall’alto di 27 gol.

Erano, quelli, i primi biancocelesti targati Maurizio Sarri; ora il tecnico toscano è stato convinto da Claudio Lotito a effettuare - seppur con il mercato bloccato - un altro giro di giostra. Tornano in Italia pure Stefano Pioli (Fiorentina) e il controverso Ivan Juric, all’Atalanta chiamato a raccogliere l’ingombrante eredità del neoallenatore della Roma Gian Piero Gasperini. Dopo aver respinto la corte dell’Inter, Cesc Fabregas sogna invece di spingere il Como a ridosso delle migliori. Di sicuro in zona Europa. Il mercato dei lariani, sostenuto dalla ricchissima proprietà dei fratelli Hartono, è stato una volta di più clamoroso, persino fuori scala se paragonato alla concorrenza. A Nico Paz e compagni, comunque, Opta non assegna più dello 0,3% di probabilità di conquistare lo scudetto. Un po’ come con il Napoli un anno fa.

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