Calcio

C’è Shaqiri alla fine dell’arcobaleno: «È una vittoria che ci fa bene»

Il folletto rossocrociato e il ct Murat Yakin commentano il successo ottenuto all'Aviva Stadium di Dublino – Il selezionatore: «Il bilancio delle amichevoli è positivo»
Shaqiri festeggia con capitan Xhaka e Aebischer il gol che ha deciso il confronto. © Keystone/Peter Klaunzer
Nicola Martinetti
26.03.2024 23:45

Ha dovuto camminare molto. Moltissimo. Ma alla fine, a Dublino, la Svizzera è arrivata in fondo all’arcobaleno, trovando la pentola che andava cercando. Al suo interno, invece dell’oro, la selezione di Murat Yakin ci ha pescato un successo che mancava dal 12 settembre scorso. E a custodirlo, al posto del classico leprecauno irlandese, vi era il folletto rossocrociato per antonomasia: Xherdan Shaqiri.

«Volevamo tornare a vincere»

Già, proprio «XS», l’uomo più chiacchierato del momento in casa elvetica. Finito al centro delle attenzioni mediatiche complice l’esclusione dall’undici titolare sabato scorso in Danimarca, presa così così. Di riflesso osservato speciale sul campo dell’Aviva Stadium, il fantasista dei Chicago Fire ha tuttavia risposto come solo lui sa fare: inventandosi un’altra magia. Un’altra perla. Per la verità l’unica, nel contesto di una partita che - al netto di un secondo sussulto firmato da Xhaka, che al 40’ ha colpito un palo da fuori area - ha per lunghi tratti ricalcato il soporifero 0-0 di Copenaghen. Questa volta però, a una confermata solidità difensiva, la squadra di Murat Yakin ha unito quantomeno una rete. Sufficiente per piegare la resistenza di un’Irlanda volenterosa ma tutt’altro che trascendentale. «È una vittoria che ci fa bene, che ci dà morale - ha dichiarato lo stesso Shaqiri ai microfoni della RSI, sfoggiando un ampio sorriso -. Era da troppo tempo che non festeggiavamo un successo e volevamo assolutamente tornare sulla retta via. La squadra ha di nuovo interpretato molto bene l’incontro in fase difensiva, e sono felice di essere riuscito a dare il mio contributo realizzando la rete decisiva». Il numero 23, pungolato sull’argomento, ha poi archiviato il presunto malcontento nei confronti delle scelte prese dal ct elvetico. «I media scrivono tante cose, non posso farci niente. La verità è che con Murat ho un ottimo rapporto, ed eravamo d’accordo che avrei iniziato dal primo minuto soltanto una delle due amichevoli».

Un cammino in crescendo

La prima, importante finestra internazionale nell’anno degli Europei tedeschi, in casa elvetica, si è dunque conclusa con un pareggio e una vittoria. Il tutto senza incassare reti, ma segnandone invero soltanto una. «Il bilancio, a mio avviso, è positivo - ha commentato al proposito “Muri” -. Anche perché siamo cresciuti col passare dei giorni. A Dublino, ad esempio, ho visto una squadra che offensivamente si è comportata meglio rispetto al test contro la Danimarca. E questo nonostante un importante turnover, che ha permesso a molti elementi di mettersi in evidenza con delle buone prestazioni. Insomma, non posso che essere soddisfatto».