Calcio

Cosa hanno in comune Vincenzo Italiano e Mattia Croci-Torti?

Da quando allena la Fiorentina, Italiano ha cambiato formazione titolare a ogni partita: 136 volte - Anche il tecnico del Lugano non ha mai avuto la possibilità di riproporre lo stesso undici in questa stagione - In casa bianconera, però, ora serve proprio la continuità nei risultati
© KEYSTONE / Gian Ehrenzeller
Massimo Solari
30.01.2024 06:00

Il giornalista Giuseppe Pastore è un maniaco delle statistiche. Impressionante. Di weekend in weekend, una partita dopo l’altra, immancabili, i suoi post su «X» sviscerano dati e ricorrenze talvolta significative, atre solo curiose. In quest’ultima categoria rientra senza dubbio una costante riguardante Vincenzo Italiano. L’allenatore della Fiorentina, infatti, non ha mai schierato lo stesso undici. 136 panchine da tecnico viola per 136 formazioni differenti.

Mattia Croci-Torti non si è spinto a tanto. Per una questione di profondità della rosa, banalmente. Nelle 31 gare disputate in questa intensa stagione, ad ogni modo, anche il mister bianconero ha sempre cambiato qualcosa. Almeno due giocatori rispetto all’assetto del match precedente. Ogni volta. E, a differenza di Italiano, troppo spesso controvoglia. Gli infortuni a catena, certo. A risentirne è stato così il rendimento della squadra. Il Lugano, oggettivamente, è stato discontinuo. Mai in vera crisi. Ma discontinuo, sì. Basti pensare che solo in tre occasioni sono arrivati due successi consecutivi in campionato. L’andamento lento di Sabbatini e compagni si è tradotto inevitabilmente in una classifica non ottimale. Senza che la ripresa del campionato abbia contribuito a sterzare. A ribaltare il paradigma.

Dalla brutta sconfitta casalinga contro il fanalino di coda Stade Losanna si è passati all’esaltante vittoria di San Gallo. Bilancio neutro e una nuova occasione persa per lanciarsi con decisione all’inseguimento dei primi tre posti della Super League, l’obiettivo fissato dalla società. Di tempo per guadagnare terreno su chi fa corsa in testa, tuttavia, ve ne sarà sempre meno. Ecco perché questa settimana rischia di pesare più delle altre. All’orizzonte c’è la sfida di domani a Cornaredo, contro il Grasshopper. Sabato è invece in programma la partita esterna con il Basilea, in netta ripresa e - a ben guardare - distante «sole» sette lunghezze. Il 2023-24 suggerisce in ogni caso la dimensione dei due avversari, inferiori ai bianconeri. E per questa ragione più che mai interessanti per trovare l’agognata costanza nei risultati.

Il problema? Beh, pure con il GC il Crus dovrà rimescolare le carte. Mancherà capitan Jonathan Sabbatini e - sempre per squalifica - non sarà schierabile Shkelqim Vladi. Un peccato, soprattutto pensando all’attaccante. La convivenza con Zan Celar, domenica al kybunpark, ha funzionato. Eccome. E ciò nonostante si trattasse solo della seconda volta dal primo minuto per la coppia. Croci-Torti ci aveva provato già il 29 ottobre, cogliendo un prezioso pareggio casalingo al cospetto dello Young Boys. Insistere, insomma, non sarebbe stato un male. Anzi. Ma, appunto, non sarà possibile. Per fortuna, dopo aver saltato le prime due uscite ufficiali dell’anno, Renato Steffen è tornato ad allenarsi a pieno regime. Un suo impiego nell’undici titolare, dunque, non è da escludere. La situazione sugli esterni, per contro, rimane delicata. Il nuovo stop di Marques non ci voleva. A maggior ragione considerato che l’infortunio muscolare accusato dal terzino portoghese consiste - né più, né meno - in una ricaduta. Parlare di emergenza sarebbe eccessivo, ma in un contesto simile - aggravato dal trasferimento di Allan Arigoni a Chicago - vien davvero da chiedersi cosa attenda la dirigenza a offrire allo staff tecnico un nuovo terzino di ruolo. 

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