Sport

Federer e gli splendidi quarantenni

Il tennista basilese è soltanto uno dei tanti campioni che nello sport di oggi riescono a stare ad alto livello fino ad un’età inimmaginabile fino a poco tempo fa
Stefano Olivari
16.09.2022 17:00

Il ritiro di Roger Federer a 41 anni di età, fa impressione per tanti motivi. Fra questi il fatto che fino al 2021 il fuoriclasse di Basilea sia stato da corsa, raggiungendo i quarti di finale a Wimbledon, e che fino a 38 la sua attività tennista sia stata a pieno regime, con un numero di partite simile a quello di Nadal e Djokovic. Il bello, o il brutto, è che Federer è soltanto uno dei tanti campioni che nello sport di oggi riescono a stare ad alto livello fino ad un’età inimmaginabile fino a poco tempo fa. Un’invasione di splendidi quarantenni, anche se magari non nel senso che in Caro Diario intendeva il peraltro sportivissimo Nanni Moretti. Cosa sta succedendo?

Nel tennis si alza l'età media dei forti

Il tennis è lo sport in cui l’età media di quelli forti si sta alzando di più: Nadal ha 36 anni e sta terminando una stagione in cui ha vinto due Slam su quattro, Djokovic a 35 ha vinto Wimbledon e sarebbe stato favorito a Melbourne e New York se soltanto lo avessero fatto partecipare, Murray anche lui ne ha 35 e dopo interventi chirurgici incredibili ha disputato una stagione dignitosa, Wawrinka a 37 sta facendo fatica ma non ha ancora intenzione di mollare. E citiamo, con Federer, cinque giocatori che messi insieme hanno vinto 69 titoli dello Slam. La differenza rispetto al recente passato non è soltanto statistica, ma soprattutto di atteggiamento: senza arrivare a Borg che si riteneva mentalmente bruciato a 25 anni, o a McEnroe che a 25 anni vinse l’ultimo suo Slam (l’età in cui Murray ha vinto il primo), la storia del tennis è piena di campioni che a 30 anni, pur magari giocando ancora, erano ad alto livello da ritenersi finiti. Senza andare troppo indietro basti pensare a Lendl, Wilander, Becker, Edberg, Safin, Courier, Vilas, Cash, Stich, Chang… Sampras e Connors vinsero il loro ultimo Slam a 31 anni, prima rispettivamente di ritirarsi e di fare Connors, Agassi è andato un anno oltre con le vittorie ritirandosi a 36 con un fisico distrutto. Che cosa è cambiato, visto che non stiamo confrontando Federer con tennisti della preistoria? La spiegazione buonista è che oggi i tennisti di vertice guadagnino molto di più da sponsor e pubblicità, e che quindi debbano giocare un numero minore di partite, concentrandosi sui tornei che interessano. Senza contare che tutti hanno uno staff di minimo 5 persone: Borg aveva il solo Lennart Bergelin, McEnroe… nessuno, perché si allenava giocando in doppio con Peter Fleming. Per quanto riguarda le donne, al di là dell’esempio di Serena Williams, coetanea di Federer, il ricambio è più frequente ma anche perché ancora nel 2022 le pressioni psicologiche sono superiori: basti pensare al ritiro della Barty, a nemmeno 26 anni.

Tom Brady non sembra al capolinea

Nella NFL le carriere raramente durano più di 7 o 8 anni, la media è addirittura di circa 3, ma l’età media si sta alzando anche lì e non soltanto per i giocatori che subiscono meno contatti di altri, come i kicker. Fra i più vecchi al via della stagione attualmente in corso, che si concluderà con il Super Bowl ci sono quarterback come il quasi trentanovenne Aaron Rodgers o offensive tackle come il quarantenne Jason Peters. Tutti ovviamente sanno chi sia il più vecchio, cioè Tom Brady, che ha rimandato di nuovo il ritiro: ha appena compiuto 45 anni e non sembra al capolinea, per la gioia dei Tampa Bay Buccaneers. Una decisione, quella di continuare, che non ha reso contenta la moglie Gisele Bundchen, ma che comunque è quella di un campione tuttora ipercompetitivo: e non potrebbe essere altrimenti visto che nel football ogni calo viene punito da un aumento del rischio di rimanere invalido. Nella pallacanestro NBA le carriere lunghissime ci sono sempre state, soprattutto per i lunghi (Jabbar ad altissimo livello fino a 42 anni) o comunque per chi non fa del dinamismo la sua arma principale: in questo momento il più vecchio della lega è Udonis Haslem, 41 anni, bandiera dei Miami Heat, ma dietro di lui preme una classe di età di giocatori che sono nella NBA da quasi venti stagioni, primo fra tutti il quasi trentottenne LeBron James, fermamente intenzionato a giocare con i Lakers fino ai 40 anni, magari anche insieme a suo figlio. Ecco, se al vertice di uno sport, non a livello amatoriale, il padre è in grado di giocare con il figlio non sappiamo se ci sia da esultare: come minimo significa che il livello medio del campionato è calato. In ogni caso l’età media del giocatore NBA è di 26,1 anni, meno rispetto agli anni Novanta con il picco dei 28,3 anni durante la stagione 1998-99. Storicamente nell’hockey NHL i vecchi non mai mancati: adesso siamo arrivati ai 45 anni compiuti dello slovacco Zdeno Chara, ma oltre i 40 sono anche Joe Thornton, Craig Anderson e Mike Smith: i primi due sono free agent, ma con nessuna voglia di andare ai giardinetti. Nella MLB sono moltissimi i quasi quarantenni e cinque gli ultra, con il più vecchio della stagione che è il quarantenne Albert Pujols, dei Saint Louis Cardinals. Certo con il baseball si vive più a lungo rispetto al baseball: l’età media di morte degli ex MLB è di 66,7 anni, contro i 59,6 degli ex NFL.

Da nonno Kazu Miura a Ibra

Anche nel calcio gli ultraquarantenni non fanno più notizia, al punto che Kazu Miura ancora in campo a quasi 54 anni nella J-League era stato preso quasi come una curiosità. Invece l’ex attaccante del Genoa e di tante altre squadre è riuscito anche a quell’età a giocare decentemente nel massimo campionato giapponese. Adesso a 55 gioca nella quarta categoria. Ma anche in Europa nel calcio di vertice di oggi i quarantenni (e dintorni) sono sempre più frequenti: la fatidica età è stata superata da Zlatan Ibrahimovic, 41, ora fermo per infortunio ma con un contratto al Milan, e Joaquin, anche lui quarantunenne, che era in campo al Mondiale del 2002. Senza arrivare a questi estremi, tutte le stelle, a partire da Cristiano Ronaldo, trovano più conveniente trascinarsi da un club all’altro che fare i grandi ex. Del resto Francesco Totti ancora oggi ritiene di essersi ritirato dal calcio troppo presto, nel 2017, quando aveva 41 anni e la Roma lo accompagnò alla porta. Anche il calcio segue quindi la stessa tendenza degli altri grandi sport: l’età media non è che sia aumentata di molto (nei massimi campionati europei è di 26 anni esatti: la Super League svizzera è fra le leghe più ‘giovani’, con 25,2 anni, la Serie A fra le più vecchie con 27, circa come dieci anni fa), ma intorno ai quaranta anni sono aumentati i casi di chi non ne vuole sapere di ritirarsi. In altre parole: al campione conviene di più stare in campo che fare l’opinionista televisivo, mentre la carriera del giocatore normale segue le stesse dinamiche di una volta, pur con una medicina sportiva migliorata che va a tamponare l’effetto dei ritmi esasperati. Certo nessuno come Roger Federer è mai riuscito ed essere così forte in un’età così avanzata.

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