Mitell ammette: «Dovevamo essere più furbi»

Ingenui. Limitiamoci a questo, senza scomodare il pollame, spesso evocato da coach e giocatori dopo sconfitte di questo tipo. I bianconeri forse non meritavano di tornare da Zurigo senza punti (5-3 il risultato). Ma se è successo, beh, la colpa è soprattutto loro. Certo, gli ZSC Lions possono contare su giocatori di classe totale, capaci di sfruttare ogni concessione, a cominciare dalla coppia Malgin-Andrighetto. Armi letali. Ma il Lugano ci ha messo del suo in ognuna delle prime tre reti avversarie. In un primo tempo troppo pasticciato, la squadra di Mitell ha presto vanificato l’immediato 1-0 di Canonica. Prima con un errore di Dahlström, poi con un cambio azzardato: bang, bang, 2-1 Lions. Poi, nel terzo periodo, il Lugano non ha saputo gestire il ritrovato vantaggio firmato da Alatalo, permettendo ad Andrighetto di andare a pareggiare in contropiede, indisturbato, rientrando dalla panchina dei penalizzati. A tre minuti dalla fine, ecco il 4-3 di Frödén. Il power-play, che al primo tentativo ha portato al 2-2 di Fazzini, si è ritorto contro ai bianconeri, che hanno sprecato tre superiorità numeriche in momenti chiave del match.
Una linea da rivedere
Peccato, perché al netto della tipica ruggine post-pausa, il Lugano ha affrontato lo Zurigo guardandolo dritto negli occhi. Forse addirittura con un eccesso di fiducia, a giudicare dalle inusuali leggerezze commesse. In attacco, i bianconeri ci hanno provato con costanza, senza però ottenere un apporto accettabile dalla linea di Sgarbossa e Sekac, completata dal rientrante Bertaggia. La frustrazione del ceco, che in pratica non ne ha azzeccata mezza, si è palesata a metà incontro, con un bastone rabbiosamente spezzato contro la balaustra. Mitell, fine psicologo, dovrà essere bravo a recuperare un giocatore che ogni tanto tende a smarrirsi. Prima di tutto, però, il tecnico svedese dovrà riportare la squadra alle buone abitudini difensive. Perché il prossimo avversario, di nuovo in trasferta, sarà la capolista Davos. Sabato non saranno ammessi altri regali. «In generale, dovevamo essere un po’ più puliti, un po’ più furbi e un po’ più veloci nelle piccole decisioni», afferma Mitell nel ventre della Swiss Life Arena. «Lo Zurigo è una buona squadra, con tanti giocatori di valore, bravi nell’esecuzione. Non siamo stati perfetti, e quando affronti un avversario così forte in casa sua, devi essere migliore di così. Abbiamo avuto l’occasione per vincere, ma se ho chiamato il time-out a metà gara è proprio perché dovevamo gestire meglio il disco». Ingenui, appunto. Senza scomodare i polli.
Chi più - Andrighetto-Malgin
La coppia d’oro dello Zurigo (e della nazionale rossocrociata) sembra già in forma olimpica. Il primo firma una doppietta, il secondo è spesso imprendibile per i difensori bianconeri e chiude i conti con la rete del 5-3 a porta vuota.
Chi meno - Jiri Sekac
Serata frustrante per l’attaccante ceco, che non trova mai il feeling con il disco e con i compagni di linea, Sgarbossa e Bertaggia. Lui e il canadese chiudono con un bilancio di -2, senza mai pungere in attacco. E che pasticci in power-play.


