Ma chi è l'unico svizzero ad aver giocato per Lugano e Bruges?

Tra il difensore ticinese Saulo Decarli e il Lugano, raccontavamo in un recente servizio, c’è stato solo un flirt. Nulla di più. E così, chissà per quanto ancora, Konrad Holenstein rimarrà l’unico elvetico ad aver vestito sia la maglia bianconera (in LNA), sia quella del Bruges. Il sangallese, classe 1948, transitò in Ticino addirittura due volte. Dapprima nella stagione 1968-69, a margine della seconda Coppa Svizzera conquistata dal club e per ferma volontà dell’allenatore Louis Maurer. Poi nell’estate del 1973, due anni prima di trasferirsi proprio in Belgio. «Ma nel cuore, ve lo assicuro, sono sempre stato un bianconero» ci racconta «Koni» dalla Thailandia, dove vive oramai da vent’anni. Perché, quindi, lasciare Cornaredo? «Il mio passaggio al Bruges, all’epoca, fu giustificato da una riduzione dello stipendio pattuito in precedenza con la società. Parliamo di una decurtazione del 20% che, come professionista e a fronte di un contratto valido, non potevo accettare». Peccato, poiché al sud delle Alpi Holenstein si sentiva decisamente a suo agio. Per dire: in occasione di una recente intervista al St. Galler Tagblatt, «Koni» ha ricordato uno stile di vita fatto pure di «auto sportive e belle donne». Davvero? «Nel corso della mia carriera le prestazioni in campo hanno sempre avuto la priorità» tiene a precisare. Per poi comunque ammettere: «Ero e sono tuttora un appassionato di auto. Il che ai tempi del Lugano favorì l’incontro con diverse ammiratrici». Fino alla rottura.
Al Bruges per 140 mila franchi
Incapace di rispettare gli accordi presi, il presidente di allora Camillo Ferrari riuscì a finalizzare un’operazione interessante. «In realtà si rese necessario anche un provino - con due partite di prova - per concretizzare la cessione» puntualizza Holenstein: «La mia tassa di trasferimento era stata fissata in anticipo: 140 mila franchi. Per quanto mi riguarda, con i belgi firmai invece un nuovo contratto di 3 anni». Tutti felici e contenti, insomma. Peccato che un anno più tardi emersero delle irregolarità circa il rapporto di lavoro fra le parti. La Commissione penale e di controllo della Lega nazionale condannò l’FC Lugano a pagare una multa di 10 mila franchi e squalificò Ferrari per 18 mesi. Il motivo? Venne appurato che durante la stagione ‘74-’75 il dirigente aveva versato a Holenstein prestazioni che superavano il limite finanziario autorizzato, per un totale di 32 mila franchi. «Koni», lui, se la cavò con un’ammenda di 500 franchi.


La prima finale europea di un elvetico
Di affari, d’altronde, il calciatore di Diepoldsau se ne intendeva. Lo suggerisce la sua carriera itinerante, tra Grasshopper, Monaco 1860, Friburgo, oltre appunto a Lugano e Bruges. E a proposito della parentesi in Belgio: un grave infortunio - Holenstein si fratturò tibia, perone, lacerando anche il legamento crociato del ginocchio - ridusse al minimo le apparizioni sul rettangolo verde. Poco male: almeno dalla panchina «Koni» visse un momento storico. Il 28 aprile del 1976 figurava tra le riserve nella gara d’andata della finale di Coppa UEFA al cospetto del Liverpool. Il Bruges perse, ma grazie a questo gettone - per altro anticipato da 90 minuti contro il Milan nei quarti - Holenstein divenne il primo calciatore svizzero a essere convocato per la finale di una competizione europea. Ala rapidissima, tanto da venire soprannominato «Rheintal-Blitz» (il lampo della valle del Reno), Holenstein non abbandonò il calcio una volta appesi gli scarpini al chiodo. Nel 1984, per esempio, fu il successore di Ottmar Hitzfeld sulla panchina dello Zugo, neopromosso in LNA. Prima di abbracciare l’Asia e il commercio di attrezzature per il fitness, «Koni» si adoperò altresì quale consulente dei calciatori. «Ho ricevuto molti mandati, soprattutto da giocatori argentini e brasiliani» spiega. Già. E se da Cornaredo è transitato uno degli attaccanti più forti conosciuti dal massimo campionato svizzero, beh, il merito è anche suo. «È vero, nel 1997 ebbi un ruolo decisivo per l’arrivo di Christian Gimenez al Lugano. Insieme a Fredy Gröbli. Quattro anni più tardi, invece, condussi e conclusi le trattative per trasferire Jimmy al Basilea».
