Contromano

La tristezza di Hamilton e i dubbi della Ferrari

Mentre la McLaren vola, il pilota britannico s'interroga sul suo ruolo nel team di Maranello - E se per il 2027 il Cavallino puntasse su Max Verstappen?
Pino Allievi
Pino Allievi
05.08.2025 06:00

La Ferrari poteva vincere a Budapest? Leclerc è convinto di sì: «Avevamo ritmo, la macchina andava bene, abbiamo davvero perso una grande possibilità, le condizioni c’erano. Poi negli ultimi 40 giri è successo qualcosa nel telaio e la macchina non è più andata come prima…». Una frase in sospeso prima di andare in vacanza con l’amarezza dentro per un digiuno che si protrae da troppo tempo, per non dire da troppi anni. Le premesse erano quella di conquistare subito, quest’anno, sia il mondiale piloti sia il titolo costruttori. Obiettivi francamente difficili da realizzare, ora che mancano 10 gare alla fine e Leclerc è staccato di 133 lunghezze da Piastri mentre il Cavallino è in affanno a 299 punti dalla McLaren tra le squadre. Ma qui si entra nel campo minato delle previsioni e della programmazione, con la McLaren che evidentemente era stata sottovalutata e invece, a tutt’oggi, è padrona della situazione con 11 affermazioni in 14 gare e 4 doppiette negli ultimi due gran premi. Norris e Piastri – primo e secondo – hanno fatto quello che hanno voluto a Budapest, dal momento in cui la Ferrari si è tolta di mezzo. Forse sarebbe successo lo stesso anche se Leclerc non avesse avuto i suoi guai. Resta il fatto che Norris ha vinto con una sola sosta e Piastri ha concluso in scia con due fermate. La dimostrazione che la McLaren vince comunque, sempre, forte di una macchina che dispone di una aderenza straordinaria, di gran lunga migliore della concorrenza. Il fatto che Norris sia stato capace di resistere alla furiosa rimonta di Piastri, culminata in un tentativo di sorpasso, andato male, al penultimo giro, è una iniezione all’autostima per il fragile pilota inglese, capace di respingere l’assalto del compagno in modo deciso quanto pulito. Gli serviva un gesto del genere per fugare i dubbi sulla sua tenuta mentale nei duelli ravvicinati, che sino a ieri l’avevano visto quasi sempre perdente. Adesso deve recuperare 9 punti su Piastri: se correrà bene come in Ungheria (a parte un errore in partenza) l’obbiettivo del titolo potrebbe non essere un miraggio. Ma Budapest è stata anche teatro di un momento triste, che ha fatto male un po’ a tutti. Il crollo di Lewis Hamilton. Dodicesimo in qualifica, incapace di esprimere velocità per accedere al Q3 in cui ci si gioca la pole position. Dodicesimo anche in gara, staccato di un giro (!) anonimo nel gruppo, un po’ impacciato dalla scelta non felice di prendere il via con le Pirelli Hard, le più dure. Sabato, abbattuto e dubbioso, Hamilton si è lasciato andare a una frase che ha colpito il mondo: «Se una Ferrari è in pole position e io sono dodicesimo, significa che il problema è il pilota. Che va cambiato». Poi domenica ha detto di amare le corse e di voler continuare. Ma quale futuro può avere Hamilton in Ferrari, alla luce del fatto che Leclerc è sempre più rapido e tra i due il confronto è diventato impari? È impegnativo dirlo. Difficile che a 40 anni Lewis scopra una seconda giovinezza. Però è possibile che abbia ancora tanto da dare alla F.1, una volta superato il momento di disorientamento e depressione, basta vedere che cosa combina Alonso (44 anni, quinto a Budapest con una gara splendida) quando la Aston Martin gli dà uno spiraglio di competitività. Alonso, tuttavia, ha un altro carattere mentre Hamilton è più chiuso, introverso, complesso. Lui stesso ha detto di aver trovato difficile, sulle prime, l’ambientamento in Ferrari. Poi ha rivelato di aver inviato a chi sta in alto una serie di relazioni su ciò che bisognerebbe cambiare nell’organizzazione, assumendo un ruolo che è di Vasseur. Qualcuno in Inghilterra sussurra che Lewis potrebbe anche smettere a fine anno. O a fine 2026. Alternative per la Ferrari? Ollie Bearman (ora in Haas) è un pilota sotto contratto ed è molto bravo in prospettiva. Però sul mercato c’è un tale Max Verstappen che nel 2027 sarà libero e che, in caso di forfait di Hamilton, sarebbe la soluzione ideale. Basta muoversi subito, parlandogli e opzionandolo.

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