Anniversario

Silvio Moser, un immenso talento che rivaleggiò con i big del volante

Il 26 maggio del 1974 moriva il pilota luganese che non sopravvisse alle ferite riportate uscendo di pista alla 1000 Km di Monza: lo ricordiamo attraverso le parole dell’amico fraterno Aldo Pessina
La carriera di Silvio Moser esplose alla Temporada argentina del 1964: qui lo vediamo premiato a Buenos Aires. © Keystone
Nicola Bottani
Nicola Bottani
23.05.2024 06:00

Era il 26 maggio ed era una domenica. Correva il 1974 e quel giorno si spegneva, a soli trentatré anni, Silvio Moser. Nato a Zurigo e luganese d’adozione, di statura era un piccoletto ma è passato alla storia dell’automobilismo da competizione come il grande Silvio Moser. A cinquant’anni dalla morte lo ricordiamo attraverso le parole di un suo fraterno amico, pure lui pilota per passione e che accompagnò e seguì Silvio Moser nelle sue avventure sportive. Le parole sono quelle di Aldo Pessina, luganese DOC e scomparso all’inizio dello scorso mese di febbraio. E sono quelle che siamo andati a ripescare nei ricordi dedicati da Aldo Pessina alla memoria di Silvio Moser che nel corso degli anni sono stati pubblicati nelle pagine del «Corriere del Ticino».

Silvio Moser in piena azione con una delle sue vetture. © Keystone
Silvio Moser in piena azione con una delle sue vetture. © Keystone

I giorni del dolore

«26 maggio 1974. È notte, l’ambulanza avanza silenziosa sul Piano di Magadino nel buio forato dal lampeggiante azzurro. Un ultimo viaggio senza speranza verso impossibili cure per Silvio, inanimato da trenta giorni dopo lo schianto alla curva Ascari della pista di Monza. La luce si spegne, l’ambulanza inverte la marcia e rientra lentamente all’ospedale di Locarno, il nostro campione non corre più».

Così Aldo Pessina scrisse dieci anni fa, nel quarantennale della morte di Silvio Moser, aggiungendo poi: «A distanza di tanti anni i ricordi delle sue imprese sono vivide immagini nella memoria di coloro che ne condivisero le incredibili vittorie e le molte amarezze. Moser, primo ticinese a ottenere punti nel Campionato mondiale di Formula uno, era dotato di una classe innata. Aveva uno stile di guida raffinato e preciso che gli permise di ovviare alla pochezza delle macchine che, da pilota privato con mezzi finanziari limitati, poteva permettersi. [...] All’inizio del 1974 finalmente conquistò un volante in una scuderia di F1 competitiva e sembrava avvicinarsi una stagione promettente le meritate soddisfazioni. Invece, quando il 25 aprile nella pista di Monza al volante di una Lola che condivideva con l’amico Tonino Nicodemi, si apprestava a vincere la categoria Sport Prototipi 2.000 cc della 1000 chilometri, l’incidente spense questa sua grande passione».

Silvio Moser con la sua Formula Junior sulla griglia di partenza del circuito di Buenos Aires e insieme ad Aldo Pessina. © Keystone
Silvio Moser con la sua Formula Junior sulla griglia di partenza del circuito di Buenos Aires e insieme ad Aldo Pessina. © Keystone

Gli inizi e la rivelazione

«Mi va a cur a Arosa, mi fa slalom. Mi duman iscrivi ACS e cur in do setiman. Mi ciama Moser». È con queste frasi che un diciottenne, nato a Zurigo il 24 aprile del 1941, verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso si presentò al Ristorante Galleria di Lugano a un gruppo di appassionati locali di corse automobilistiche. A parlare in quel dialetto tendente allo «Züridütsch» era un allora diciottenne Silvio Moser, la cui carriera esplose nel 1964, quando trionfò nella Temporada argentina, organizzata dal leggendario pilota di casa Juan Manuel Fangio, cinque volte campione del mondo di F1 tra il 1951 e il 1957. Un mini campionato, la Temporada argentina, che vide Silvio Moser imporsi in quattro corse su quattro, sui circuiti di Buenos Aires, Rosario, Cordoba e nuovamente Buenos Aires.

«Talento, sacrificio, determinazione e voglia di vincere lo spinsero ad avventure inimmaginabili. La sua carriera esplose nel 1964 in Argentina. “Man de seda” lo battezzarono, quando dominò la Temporada di Formula Junior organizzata da Juan Manuel Fangio. Vinse con una macchina che avevamo comperato obbligatoriamente d’occasione», scrisse Aldo Pessina nell’edizione del 22 aprile 2011 del nostro giornale, ricordando che da lì a due giorni l’amico Silvio avrebbe compiuto settant’anni, se a Monza non avesse subìto la gravissima lesione cerebrale che lo portò alla morte.

Il pilota luganese in una foto scattata nel 1969. © Keystone
Il pilota luganese in una foto scattata nel 1969. © Keystone

Dopo di che Aldo Pessina, nello stesso articolo, proseguì così: «Come Jo Siffert, del quale diventammo amici, ci si doveva arrangiare e si racimolavano quei soldi che permettessero di acquistare una macchina d’occasione e trovarne quei pochi altri per un treno di pneumatici da far durare tutta una stagione...».

Jo Siffert, ricordiamo da parte nostra ai più giovani, è uno dei piloti svizzeri che ai tempi d’oro, oltre a Silvio Moser e all’altro, indimenticabile asso ticinese Clay Regazzoni, contribuì a scrivere grandi pagine della storia dell’automobilismo da competizione, in Formula uno e non solo. Anche Jo Siffert andò incontro a un tragico destino, perché morì sul circuito britannico di Brands Hatch durante una gara di F1 che non era valida per il Mondiale. Aveva 35 anni.

Silvio Moser ritratto nel suo garage in via Trevano a Lugano. © Keystone
Silvio Moser ritratto nel suo garage in via Trevano a Lugano. © Keystone

L’ammirazione per Jim Clark

Fra gli assi dei tempi d’oro c’era anche il britannico Jim Clark, classe 1936, iridato di F1 nel 1960 e 1965 e che pure trovò la morte in gara, il 7 aprile del 1968 sul circuito tedesco di Hockenheim, al volante di una Formula 2. Tale era l’ammirazione di Moser per Clark che volle battezzare con il nome di Jim suo figlio, il quale, unitamente alla madre Rosi e a Beat Schenker, abile meccanico di Silvio e scomparso nel 2019, ha pure contribuito a mantenere vivo nel tempo il ricordo del pilota luganese.

In svariate categorie e gare, Silvio Moser in pista si confrontò e rivaleggiò con altri grandi di quei tempi: Jackie Stewart, scozzese come Clark, l’austriaco Jochen Rindt, l’australiano Jack Brabham e il brasiliano Emerson Fittipaldi, giusto per fare qualche nome. E tutti piloti, quelli che abbiamo citato, che in carriera si sono fregiati una o più volte del titolo iridato di Formula uno. Senza scordare, beninteso, Clay Regazzoni, che in F1 fu vicecampione del mondo nel 1974 alle spalle di Emerson Fittipaldi e colse 5 vittorie e 28 podi.

D’altronde, sempre nelle parole di Pessina sul «Corriere del Ticino» del 22 aprile 2011, «Moser non era un ragazzo che s’arrendeva facilmente: la sua determinazione lo portò a comperare una Brabham F1 d’occasione (!) con la quale conquistò persino un punto nel campionato mondiale. Poi, addirittura, a costruirne una con il suo amico Silvio Bellasi, mago dei telai, ed il suo fedele meccanico Beat Schenker, riutilizzando motore, cambio e sospensioni della vecchia Brabham».

Silvio Moser, per la cronaca, in Formula uno si presentò in pista a 19 riprese (12 le partenze), raccogliendo 2 punti nel 1968 con il 5. posto ottenuto nel GP d’Olanda a Zandvoort e un altro punto l’anno successivo con la sesta piazza nel GP degli Stati Uniti a Watkins Glen.

Aldo Pessina e Jim Moser, figlio di Silvio, in Piazza Riforma a Lugano nel novembre del 2014, quando venne presentato il libro dedicato al pilota luganese. © Archivio CdT
Aldo Pessina e Jim Moser, figlio di Silvio, in Piazza Riforma a Lugano nel novembre del 2014, quando venne presentato il libro dedicato al pilota luganese. © Archivio CdT

Un libro ne ricorda le gesta

Silvio Moser, grazie alle sue doti e al suo estro, fu capace di vincere in circuito, nelle gare in salita e anche negli slalom. E poiché in questa pagina ricordare tutte le sue gesta non è certamente possibile, per saperne di più su di lui vi consigliamo un libro, oltre che di visitare la mostra di cui potete leggere sotto. È intitolato «Silvio Moser, pilota indipendente» ed è stato dato alle stampe nel 2014 dalla Fontana Edizioni. Manco a dirlo, a curarlo è stato Aldo Pessina, con coloro che insieme a lui si sono riuniti nell’associazione «Amici di Silvio Moser». Oltre che consigliarvi la lettura del libro e di visitare la mostra, in conclusione vi proponiamo qui il ricordo di Moser firmato, in occasione del quarantesimo anniversario dell'incidente di Monza, da Mauro Maestrini, cronista del «Corriere del Ticino» che in quell'occasione tracciò un parallelo fra Silvio e Clay Regazzoni.

Una mostra a Lugano

In occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Silvio Moser, da venerdì 24 maggio 2024 a domenica 26 maggio 2024 gli appassionati di motori e non solo potranno conoscere oppure rivivere la straordinaria storia del pilota luganese attraverso oggetti e vetture che hanno segnato la sua carriera. La mostra, intitolata «Silvio Moser, cuore e anima per le corse», è stata allestita all’«Expo Silvio Moser» in via dei Ronchi 8 a Lugano. Venerdì sarà aperta dalle 13 alle 17, sabato e domenica dalle 10 alle 18.