Sci alpino

Riecco il sorriso di Lara: «Quando sto bene, penso persino a Milano-Cortina»

Gut-Behrami è tornata a parlare alla vigilia della nuova stagione di Coppa del mondo: «Alcuni giorni avverto il peso di tutti questi anni, ma mi diverto ancora e non ho pressioni»
Massimo Solari
04.10.2022 22:45

A Sölden, il 22 ottobre, correrà la gara numero 317 in carriera. E, come sempre, cercherà di essere veloce. La più veloce. Lara Gut-Behrami farà tutto questo con la consapevolezza di aver praticamente vinto ogni cosa. E il sorriso sincero – quasi inconsueto – mostrato ieri ai giornalisti, in fondo, racconta bene la forza e la serenità della campionessa ticinese.

In occasione della giornata di Swiss-Ski dedicata ai media e organizzata alla Samsung Hall Dübendorf, la 31.enne di Comano ha preceduto Marco Odermatt in scaletta. Un caso, forse. Di certo il momento più atteso, capace di condensare in una quarantina di minuti l’essenza dello sci alpino. Al femminile e al maschile. Sì, il talento allo stato puro, trasformatosi in gloria sportiva ed entusiasmo popolare lo scorso inverno. A differenza del fenomeno nidvaldese, Lara incanta però da oltre un decennio. «A che stagione sono? La quattordicesima?» s’interroga non a caso, alzando lo sguardo verso le prossime curve. Verso l’imminente Coppa del mondo. «La nuova discesa a Zermatt-Cervinia? Non trovo una cattiva idea né rinnovare il calendario, né anticipare le prove veloci, compattando di riflesso le diverse tappe. Affronto questo tracciato inedito con rispetto. Cosciente, da un lato, che è facile criticare prematuramente una simile operazione. E però dall’altro, e come tutti sanno, consapevole che la variabile meteorologica – considerata l’altezza della gara e il fattore vento – potrà avere un impatto più decisivo che altrove. Potremmo vivere un weekend splendido ma pure una mezza catastrofe. Quella di Zermatt-Cervinia, tradotto, costituisce una sfida enorme. Per noi e soprattutto per gli organizzatori e gli addetti alla pista. Voglio farmi sorprendere».

Quel malessere misterioso

A intaccare i piani e la preparazione di Lara, più che i ritocchi all’agenda della FIS, è però stata un’altra variabile. La risposta, se vogliamo, agli unici dubbi dell’ultima, eccezionale stagione. Sì, perché al netto delle indimenticabili medaglie di Pechino (oro in superG e bronzo in gigante) e dei podi in ben tre discipline, qualche inghippo c’era stato. Prima il coronavirus, poi uno strano malessere trascinato sino al tramonto dell’annata agonistica. «In primavera - spiega Gut-Behrami - ho svolto ulteriori analisi mediche. C’era qualcosa che non andava, non riuscivo a recuperare. Ebbene, dopo l’ennesimo controllo abbiamo scoperto che si trattava di un’infezione polmonare. A causarla è stato un virus appartenente alla famiglia della mononucleosi. Gli effetti collaterali? A livello di respirazione ho provocato un deficit del 20%. Il che, in effetti, spiega le difficoltà incontrate lungo la passata stagione. Fortunatamente il tutto si è manifestato in forma leggera e, grazie a una cura con medicamenti a base di cortisone, in luglio abbiamo appurato che la mia capacità aerobica era pienamente recuperata. Ci sono voluti quattro mesi, ora però sto bene».

Non volevamo solo trovare le ragioni che hanno intaccato la mia salute, ma delle possibili soluzioni. In fin dei conti, sono 14 anni che gareggio in Coppa del mondo e la fatica - presto o tardi - si fa sentire

«Non voglio saltare prove»

È comunque servita una pausa dagli sci piuttosto lunga. Già. Lara è tornata sulla neve solo in Cile, allenandosi con la squadra maschile elvetica. «In accordo con Swiss-Ski - precisa la 31.enne ticinese - abbiamo pure investito in un fisioterapista di fiducia e posto l’accento sull’aspetto atletico. Per raggiungere un grado di robustezza maggiore». Non solo. La sciatrice di Comano ha cercato di prestare più attenzione alle piccole cose. «Evitando il più possibile lo stress o i viaggi non indispensabili. Di potenziale ce n’è ovunque: dalla gestione dei pasti al riposo. Anche se non è sempre facile cambiare le cose». Gut-Behrami, ad ogni modo, riassume così la strategia messa a punto con il suo team: «Non volevamo solo trovare le ragioni che hanno intaccato la mia salute, ma delle possibili soluzioni. In fin dei conti, sono 14 anni che gareggio in Coppa del mondo e la fatica - presto o tardi - si fa sentire». Pensando alla stagione ai nastri di partenza, sarà quindi utile preservarsi, magari rinunciando a questa o quella gara? Sentite Lara: «Piuttosto il contrario: in primavera mi sono chiesta cosa mi sarebbe servito per essere in grado di competere in tutte le competizioni. Dall’inizio alla fine della CdM. Insomma, non voglio trovarmi nella situazione di dover saltare alcune tappe perché sono esausta».

Il corpo e la mente

La ticinese, in ogni caso, non è ingenua: sa bene che rigenerarsi non è facile come un tempo. Nel fisico ma altresì a livello mentale. Le riflessioni sul futuro, di conseguenza, non mancano. «Ci sono frangenti in cui avverto il peso di tutti questi anni. Ma ho imparato ad accettarlo: ad accettare che non tutto può riuscirmi facile. Allo stesso tempo non avrei mai pensato di essere ancora a questi livelli a 31 anni. Paradossalmente mi sento più in forma di quando ne avevo 20». Merito, anche, dell’occhio attento e dei piani allestiti dal preparatore Alejo Hervas. «In allenamento mi diverto di più, riesco a muovermi meglio, conosco meglio il mio corpo, so come progredire» indica in merito Lara. Per poi proseguire: «Ci sono quindi giornate in cui, con la testa, mi sento già al cancelletto di partenza. Altre, come dicevo, mi rendono invece più insicura di ciò che voglio e posso fare».

Ho la fortuna di non sentire alcuna pressione. No, non ho bisogno di essere messa all’angolo, men che meno di decidere se è giunto il momento di chiudere o meno la carriera

Uno, due o quattro anni?

Il presente, suggerivamo, è comunque baciato dal sole. «Ogni dubbio è stato rapidamente fugato in Cile». Sugli amati sci, esatto. «Ho la fortuna di non sentire alcuna pressione. No, non ho bisogno di essere messa all’angolo, men che meno di decidere se è giunto il momento di chiudere o meno la carriera». Un po’ come ha fatto il marito Valon, all’alba dell’estate. «Io - sottolinea Lara - mi sto ancora divertendo. Anche grazie all’ambiente in cui vivo: se continuerò per un altro anno, due o quattro anni? Non lo so. Ripeto: a volte Milano-Cortina mi sembra un possibile tema. In talune circostanze, per contro, mi dico che non sarebbe male fare altro». La sola certezza, a oggi, è che Lara Gut-Behrami sarà al via del gigante di Sölden. Forte e serena dopo aver messo le mani anche sull’ultimo pezzo della collezione. E con quell’innata voglia di essere più brava e veloce delle altre.

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