Il personaggio

«Se il corpo me lo consente, giocherò anche a Wimbledon»

Rafael Nadal, il campione dei 22 titoli del Grande Slam, non intende (ancora) mollare la presa
Raffaele Soldati
06.06.2022 21:30

Quando ti dicono che una cosa è impossibile, pensa a Rafael Nadal. Potrebbe accadere qualcosa di miracoloso. Partiamo da questa riflessione, sentita più volte in questo 2022. Ma anche prima. L’insegnamento del maiorchino va oltre il fatto sportivo. Mai lasciarsi andare. Stringere i denti. Soffrire. Cadere e poi rialzarsi. E andare a conquistare per la quattordicesima volta il Roland Garros. Il ventiduesimo titolo del Grande Slam.

Con Roger Federer e Novak Djokovic, Rafa ha scritto la storia degli ultimi decenni del tennis. E ora tutti ci chiediamo che ne sarà di lui? Continuerà a deliziarci o sarà costretto a smettere per il male peggiore che potesse capitare a un tennista? Per lottare contro la sindrome di Müller-Weiss, che gli sta martoriando l’osso del piede sisistro, lo spagnolo sta mettendo a rischio la integrità fisica. Il suo futuro al di là del tennis. Alla televisione francese Rafa ha spiegato «di aver giocato con il piede sinistro addormentato da un’iniezione nel nervo».

Si dice che dopo il secondo turno con Moutet non riuscisse nemmeno a camminare. Grazie alle iniezioni, ha potuto arrivare dove voleva. E ha corso per chilometri. Ma ha anche e soprattutto fatto correre i suoi avversari. Ha fermato in cinque set un ambiziosissimo Félix Auger-Aliassime. Successivamente si è tolto la soddisfazione di vendicare l’eliminazione del 2021, quando lo aveva fermato Novak Djokovic. Anche il numero uno del mondo - che dalla prossima settimana dovrà nuovamente cedere lo scettro a Medvedev - si è però dovuto arrendere al re della terra rossa parigina. A fermarlo ci ha provato Alexander Zverev, vittima di un infortunio (strappo dei legamenti della caviglia), che lo terrà lontano dai campi per diversi mesi. Dulcis in fundo, una finale senza pepe né sale, con un avversario forse troppo condizionato dall’idea di essere solo un discepolo del Maestro Rafa. Non a caso il norvegese Casper Ruud (ATP 8) è uno dei migliori prodotti usciti dall’Accademia del maiorchino. Un giocatore di qualità, capace di entrare nella top dieci illustrandosi soprattutto in Svizzera, a Gstaad e a Ginevra, dove ha tra l’altro firmato le ultime due edizioni del torneo. Ma cosa poteva fare domenica lo sventurato Ruud, battuto 6-3 6-3 6-0? Poco sul piano tennistico. Molto una volta conclusa la partita, quando ha sportivamente elogiato il grande campione tornato da lontano. Ed è proprio questo il punto. Sappiamo da dove Rafa è partito, ma non sappiamo dove di fatto potrà arrivare se continuerà a giocare a tennis a suon di infiltrazioni.

Il prezzo da pagare

«È un dato di fatto che così non posso andare avanti - ha spiegato Nadal - Parigi è Parigi. Rinunciare sarebbe stata l’ultima cosa al mondo che avrei voluto fare. Ho provato a scendere in campo e ho lasciato il Philippe Chatrier dopo due intensissidme settimane. E sono riuscito a raggiungere il mio obiettivo. Ma a quale prezzo? Non lo so dire neppure io. So soltanto che per avere un piede sano sarei pronto a cedere questo trofeo», ha detto Rafa.

In quali condizioni sarebbe il piede sinistro di Nadal senza il contributo della medicina? «È meglio che non ci pensi - ha sottolineato il vincitore del Roland Garros - . Certo, finora le iniezioni hanno avuto il loro effetto. Ma, a partire da questa settimana dovrò sottopormi ad un trattamento diverso, che consiste in infiltrazioni in radiofrequenza pulsata».

Le nuove cure

In pratica si tratta di applicare la corrente elettrica sul nervo con l’obiettivo di diminuire il dolore acuto. Al punto in cui si trova, Nadal si aggrappa a questa soluzione, ma non sa ovviamente dire quale sarà il risultato. Alternative? «Ci sarebbe ancora la possibilità di sottopormi ad una nuova operazione . ha specificato -. Ma ho 36 anni e non so quanto tempo mi resta per giocare ai miei massimi livelli. Questa è davvero una decisione difficile. Non sono ancora pronto a prenderla. Intanto voglio però guardare il mio futuro con un certo ottimismo. Vi assicuro che ci tengo al mio fisico. E, soprattutto, so che c’è un’altra vita che mi aspetta dopo lo sport».

Il futuro immediato

Tutti ci chiediamo se Rafa Nadal potrà partecipare a Wimbledon e magari aggiungere un altro tassello al suo palmarès stagionale per avvicinarsi al Grande Slam. «Gli ultimi successi conquistati, all’Australian Open e al Roland Garros, mi hanno trasmesso emozioni fortissime. Forse anche perché hanno sorpreso anche me stesso. Adesso guardo avanti, con il grande desiderio di poter giocare anche a Wimbledon e forse anche altri tornei. Se lo faccio non è sicuramente per aggiungere nuovi trofei a quelli che ho già. Tutti sapete che amo questo sport più di ogni altra cosa. Continuare a giocare fino a quando il fisico me lo consente è il mio obiettivo. Di certo non è il fatto di conquistare più titoli dei miei amici e rivali di sempre (ndr: Federer e Djokovic). Poi, è inevitabile, c’è una nuova generazione che sta crescendo. Prima o poi prenderà inevitabilmente la supremazia».

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