Calcio

Xhaka guadagna metri, la Svizzera non vuole fermarsi

Contro Israele, domani sera, il capitano diventerà il giocatore in attività con più presenze in rossocrociato: 113 - Il record assoluto di Heinz Hermann è sempre più vicino - «Ma ai primati individuali preferisco la vittoria in ogni partita»
© KEYSTONE / SALVATORE DI NOLFI
Giacomo Notari
27.03.2023 18:18

Quella contro l’Israele sarà la partita numero 113 con la maglia della Nazionale svizzera per Granit Xhaka. Un traguardo importante che permetterà al capitano di diventare il giocatore in attività con più presenze in rossocrociato, superando Shaqiri. Non solo: al primato assoluto di 118 gettoni detenuto da Heinz Hermann mancano sempre meno metri. «Sicuramente questo mi rende molto fiero», ha ammesso Xhaka. «Ringrazio la mia famiglia, i miei compagni e gli allenatori che mi hanno permesso di raggiungere un simile livello. Ma a dire il vero più che i record individuali mi interessa vincere ogni partita». Il percorso in Nazionale del capitano, sin dall’esordio nel 2011, non ha mai mancato di essere accompagnato da critiche riguardando sia il campo, sia l’ambito extra-sportivo: «Le accetto, oggi come allora. Questo traguardo è anche per le persone che hanno sostenuto che non ero orgoglioso di portare questi colori, o che hanno addirittura sostenuto che non dovrei portarli».

Yakin e il ruolo di Granit

In forma smagliante nell’Arsenal di Mikel Arteta, il centrocampista di origini kosovare si è distinto anche sabato contro la Bielorussia, segnando una rete e fornendo due assist. Uno zampino sulla metà delle reti svizzere che ha probabilmente qualcosa a che fare con la sua posizione in campo, molto simile a quella che occupa in Premier. In Serbia, il numero 10 ha infatti giocato da mezzala sinistra e, guarda a caso, la corsia con Rodriguez e Vargas è stata quella più pungente. «Penso che Granit abbia doti offensive che vanno sfruttate», ha spiegato Yakin. «È un giocatore creativo e sempre a disposizione del compagno. È capace di servire assist e di segnare. Forse nel passato era utilizzato in modo troppo difensivo, ma personalmente tengo a sfruttare anche il suo lato più offensivo». E il sottoscritto invece, dove si trova meglio? «Decide l’allenatore», ha tagliato corto Xhaka. «Posso giocare senza problemi in diverse posizioni. C’è da dire che con Murat possiamo interpretare il ruolo con parecchia libertà. Sabato è andata molto bene, e spero che sarà il caso anche contro l’Israele».

Renato e i suoi fratelli

Oltre al suo leader di centrocampo, Yakin può contare su parecchi giocatori della Super League in ottima forma. D’altronde, dal suo arrivo sulla panchina rossocrociata il commissario tecnico non si è mai tirato indietro al momento di pescare dal campionato svizzero. «Abbiamo tantissimi giocatori talentuosi nel nostro campionato, e sono contento che ce ne siano parecchi in Nazionale. Scelgo i giocatori a seconda del loro stato di forma, voglio che siano in fiducia». Viene allora subito in mente Renato Steffen, ultimamente piuttosto sottotono a Lugano, ma titolare e decisivo con addirittura una tripletta sabato con la Bielorussia. «Renato è al servizio della squadra, e la sua flessibilità è un aspetto molto importante», ha osservato Yakin. «Il periodo difficile a Lugano? Vero, ma con la Nazionale è un altro giocatore».

«Favoriti? Dimostriamolo»

È quindi verosimile che il numero 22 bianconero venga riconfermato dal primo minuto domani sera allo Stade de Genève. Contro Israele, la flessibilità di Steffen citata da Yakin potrebbe rivelarsi di nuovo preziosa: «Ci aspetta una partita difficile», ha sottolineato il ct. «Loro giocano un calcio offensivo e coraggioso, prendendo parecchi rischi. A volte i loro terzini sembrano addirittura degli attaccanti. Dovremo essere pronti dal primo minuto per frenare questi impulsi. Spetterà a noi essere la squadra dominante». Anche Xhaka, in chiusura, non ha mancato di ribadire l’importanza delle gerarchie: «Siamo i favoriti e dobbiamo dimostrarlo. Vogliamo vincere e qualificarci al più presto, il modo nel quale lo faremo alla fine importa poco».

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