Moda e tecnologia

La moda sfila nel metaverso

Anche il mondo della moda approda al lido della virtualità per presentare la prima Metaverse Fashion Week
Valentino Odorico
31.03.2022 17:10

Il Metaverso è orami un concetto che sta prendendo sempre più forma: un mondo virtuale parallelo dove, come nel mondo reale, si possono ad esempio comperare terreni, costruire abitazioni e vivere esperienze. Anche l’industria della moda, sempre attenta alle evoluzioni della società, sta investendo moltissimi soldi (veri) nel metaverso. Ecco che, con grande sorpresa per chi è abituato a vivere nel mondo reale, a “Decentraland” cuore pulsante del Luxury Fashion District, è andata in scena la prima MVFW – Metaverse Fashion Week.

Che sia solo una nuova forma di marketing o un “mondo parallelo” dove andare a trovare nuovi clienti, molti importanti brand hanno partecipato creando show, eventi e party assolutamente incredibili. Le collezioni di moda sono vendute sotto forma di NFT (acronimo di token non fungibile); per la moneta del Metaverso (acquistabile con soldi reali) vengono utilizzati i token che le persone possono usare per garantirsi la proprietà di oggetti unici; infatti i beni possono avere solo un proprietario ufficiale alla volta e sono protetti dalla blockchain, tecnologia che certifica gli acquisti. Dolce&Gabbana, Etro, Hogan, Giuseppe Zanotti: questi sono solo alcuni dei famosi marchi internazionali che hanno partecipato alla Fashion Week Virtuale. Eventi che, a differenza del mondo reale, sono aperti a tutti e, in un certo senso, a loro modo rendono la moda democratica. Alcuni brand di moda hanno già investito capitali ingenti nel Metaverso: Philipp Plein, ad esempio, di recente ha investito 1.4 milioni per comprare uno spazio retail su Decentraland, ed era presente alla Mvfw con una mini collezione di sette look; capi in serie limitata con prezzi d’acquisto che oscillano tra i 1.500 ed i 15.000 euro. Ovviamente l’evento è andato in scena presso la Plein Plaza con in consueto after party anch’esso virtuale. Lo stesso Philipp Plein afferma che: "La moda deve essere democratica e aperta a tutti e non solo all'industria stessa. Le persone possono partecipare a questa presentazione creando il proprio avatar.

Se pensiamo al mondo reale, nessuno vuole indossare gli stessi vestiti per un'intera settimana, nessuno vuole partecipare a una festa usando lo stesso outfit mostrato in precedenza. Come nel nostro quotidiano, anche se in un universo digitale, le persone vogliono essere uniche indossando abiti e accessori di lusso esclusivi in ogni occasione". Anche lo storico marchio Hogan ha organizzato un after party virtuale chiamato “Hogan-X”, con tanto di Dj-set firmato da Bob Sinclar. Durante l’evento è stata presentata la prima collezione di non fungible token del brand denominata “Hogan Untraditional”. Etro ha perfino aperto il suo promo pop-up store; ecco che hanno sfilato vari look, indossati da 20 modelli – avatar, che racchiudono i codici stilistici che sono da sempre il punto forte del marchio. Il tutto si completa da accessori come le borse abbinate a cappelli e sandali. Per il CEO di Elie Saab questa presenza nel Metaverso permette di portare decenni di artigianato in una visione futuristica, mettendo in relazione il fisico e il metafisico. Non è chiaro se davvero questo sia solo un inizio di qualcosa di innovativo, ma molte multinazionali, anche estranee alla moda, stanno puntando molto in questi mondi paralleli. Davvero in futuro sarà importante essere glamour e griffati anche nel nostro alter-ego virtuale? Faremo davvero attenzione al look del nostro avatar? Spenderemo davvero soldi reali per creare la nostra immagine “virtuale”? Considerando i presupposti pare che questa sua la direzione. La moda è solo uno dei settori coinvolti e si pensa che al fashion system questa nuova realtà porterà grossi capitali: secondo Morgan Stanley solo il segmento moda, nella realtà virtuale, toccherà i 55 miliardi di dollari nel 2030.

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