Il punto

Il Twitter di Musk all'attacco di Facebook

Dopo l'acquisizione l'obiettivo è il miliardo di utenti attivi giornalieri, con una significativa percentuale di paganti
Stefano Olivari
28.10.2022 19:00

La saga dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk è finalmente terminata, a sei mesi dal suo inizio. Il creatore della Tesla è diventato proprietario del social network più amato da politici e giornalisti, o aspiranti tali. E l’ha annunciato alla sua maniera: «L’uccello è stato liberato». Posto che l’uccellino blu simbolo di Twitter fosse in gabbia, che cosa farà adesso? Proverà a mangiarsi Facebook, per poi magari accontentarsi di meno.

Fuori dalla Borsa

Musk ha festeggiato l’operazione licenziando CEO e CFO di Twitter, cioè l’amministratore delegato Parag Agrawal e il direttore finanziario Ned Segal. Sono caduti poi altri dirigenti, tutti facenti parte del gruppo che prima ha cercato di impedire l’arrivo di Musk e poi gli ha fatto causa per costringerlo a comprare. Certo lui sarebbe stato ben contento di sfilarsi dall’affare, ritenendo esagerati i 44 miliardi di dollari di valutazione dopo lo scandalo degli account falsi e altre considerazioni. Non ultima quella che Twitter abbia un’immagine e un utente medio troppo di sinistra, al di là della censura a Trump (che Musk vorrebbe ‘graziare’), e che quindi non sia percepito come neutrale. Tutto adesso superato, mettendoci del suo in aggiunta ai 13 miliardi forniti dalle banche Musk è diventato il proprietario di Twitter pagandola 54,20 dollari ad azione. Con delisting immediato, cioè uscita dalla Borsa, ma con l’idea di tornarci fra un paio d’anni a ristrutturazione avvenuta. E a questo punto il ‘capo-twittatore’ (così si è definito lui stesso) avrà soltanto il problema di guadagnare con Twitter, così come fa con Tesla e Space X.

Twittatori premium

Come cambierà Twitter, al di là dei messaggi provocatori del suo neoproprietario? Che si definisce un assolutista della libertà di parola, ma non vuole certo trasformare questo social network in uno dei tanti posti dove utenti mascherati dietro nickname dicono qualsiasi cosa contro i personaggi famosi, senza pagarne le conseguenze. «Voglio che Twitter diventi una piazza digitale comune – ha spiegato giovedì agli inserzionisti pubblicitari –, dove un'ampia gamma di convinzioni possa essere discussa in modo sano». Concetto poi ribadito: «Questa piattaforma non può diventare un inferno libero, dove tutto può essere detto senza conseguenze. Twitter sarà caldo e accogliente per tutti». Musk è imprevedibile, ma nella sua visione del futuro di Twitter è sempre stato coerente: account premium, evoluzione dell’attuale Twitter Blue (con l’ipotesi-limite, comunque futuribile, di far pagare chiunque scriva, a meno che siano commenti a tweet di altri), fine dell’anonimato, funzionalità che rendano Twitter una sorta di giornale del mondo e non il solito sfogatoio web, soprattutto stop alla centralità della pubblicità come fonte di entrata: non dovrà contare per più del 50%, contro il 90 attuale.

App di tutto

Che cosa ha fatto cambiare idea a Musk? Visto che gli account fake non è che siano improvvisamente diventati puliti, è ovvio che ci sia dell’altro. A partire dal tribunale del Delaware che gli aveva dato tempo fino al 28 ottobre, cioè oggi, per completare l’acquisizione. Se Musk non lo avesse fatto a metà novembre sarebbe scattato un processo con esiti imprevedibili, anche per l’immagine dello stesso Musk, che invece con la chiusura dell’affare è tornato mediaticamente padrone del gioco. Ma a contare è stata anche X, la cosiddetta ‘app di tutto’, che si integrerebbe bene con Twitter: un unico ambiente in cui le persone, almeno quelle occidentali, si informano, intervengono, comprano, prenotano e pagano. In sostanza una WeChat non cinese, che inizierebbe con una base di iscritti già servita, cioè 329 milioni, di cui 247 attivi quotidianamente. Un po’ Musk non poteva rimangiarsi tutto (per qualche settimana estiva aveva vagheggiato l’idea di liberarsi con una penale di soltanto un miliardo) e un po’ è convinto che sia il momento buono per sfruttare le difficoltà di Facebook e la mancanza di nuove idee di Amazon e Google.

Verso il miliardo

Nei piani di Musk entro il 2028 Twitter, o l’entità che nascerà per lanciare X, dovrà fatturare 26 miliardi all’anno, il quintuplo di quanto Twitter fatturi adesso, con l’obiettivo del miliardo di utenti totali, di cui poco meno di 200 per il solo Twitter Blue: nella sostanza ad ogni twittatore premium corrisponderanno quattro utenti passivi, che diventerebbero redditizi se acquistassero prodotti e servizi attraverso la nuova piattaforma o comunque il nuovo Twitter. La visione di Musk è quindi molto chiara: tutto il mondo che vuole fare notizia o opinione, anche a livelli minimi, deve essere presente sul nuovo Twitter ed abituarsi ad usarlo per tutto ciò che è comunicazione. Nel mirino c’è dichiaratamente Facebook, impantanatasi nel metaverso (mentre le fissazioni di Musk sono meno costose, a partire dal ridicolo robot Optimus), ma ancora con un miliardo di utenti attivi giornalieri, la metà del totale. Missione possibile? Chi è diventato l’uomo più ricco del mondo partendo dal poco merita almeno il beneficio del dubbio. I suoi 110,8 milioni di follower su Twitter (dove lui nella biografia si definisce ‘Chief Twit’) aspettano il prossimo annuncio.

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