L'evento

Ecco la festa che «unisce» Italia e Svizzera

I sindaci dei comuni sul confine, Massimo Mastromarino e Piero Marchesi, presentano una manifestazione che «annulla» le frontiere: «Sabato vedrete i fuochi d'artificio»
Il sindaco di Lavena Ponte Tresa (Italia), Massimo Mastromarino e, a destra, il collega di Tresa (Svizzera), Piero Marchesi
Jona Mantovan
20.07.2022 08:11

Frontiere annullate. I confini tra Italia e Svizzera non esistono più. È la «magia» della festa italo svizzera, tra Lavena Ponte Tresa (in Italia) e il nuovo comune di Tresa (in Svizzera), nato dall'aggregazione degli ex comuni di Croglio, Monteggio, Ponte Tresa e Sessa. Un calendario di eventi fitto fitto, tra musica, aree ristoro, mercatini e tanto altro. Il culmine? Sabato 23 luglio, con un grande spettacolo pirotecnico.
Sono attese svariate migliaia di persone «che si muoveranno liberamente da una parte e dall'altra del ponte e, quindi, del confine. Si formerà così una grande ‘catena’ che, di fatto, annullerà le frontiere», dice il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, immaginandosi già la scena. Insomma, stiamo per eliminare la dogana? «No, vabbé, quello no!», esclama all'unisono con il collega svizzero Piero Marchesi, sindaco Tresa e consigliere nazionale dell'Udc. «Però abbiamo un progetto che prevede di eliminare il viadotto, scavando un traforo che sposterà il traffico dalla riva, così da recuperare, sulla parte svizzera, la passeggiata sul lago», dice Marchesi. «Potremo creare una spiaggia, un lido, aree verdi...». 
Un orizzonte temporale per questo ‘sogno’? «Dieci, quindici anni... Se fosse per me, accenderei le ruspe già domani mattina, ma occorre passare attraverso un iter ben definito».

Non si tratta di eliminare la dogana, quello no! Però abbiamo un progetto che prevede di eliminare il viadotto, così da recuperare la riva sul lato svizzero
Piero Marchesi, sindaco di Tresa (Svizzera)

Rapporti molto buoni

I rapporti tra i due comuni sono buoni, affermano entrambi i sindaci. Lo sgradevole episodio del febbraio 2021, in pieno confinamento/semiconfinamento a causa della pandemia, è ormai un lontano ricordo. «Sì, solo un fenomeno temporaneo di folclore», dice Mastromarino. All'epoca, infatti, non era possibile superare il confine e i ristoranti erano chiusi, ma era possibile effettuare le consegne. I ticinesi, allora, ordinavano il sushi per poi ritirarlo sul confine. Era successo proprio sul valico di Ponte Cremenaga. L'allora sindaco di Monteggio, sempre Piero Marchesi, all'epoca aveva mandato una lettera alle autorità: «C'erano auto parcheggiate ovunque, anche nei giardini privati. Per non parlare dei rifiuti... ma, fortunatamente, in poco tempo eravamo riusciti a trovare una soluzione». «L'allarme è poi rientrato del tutto con la riapertura delle dogane», aggiunge Mastromarino.

Si guarda al futuro

Sepolta questa piccola «ascia di guerra», si guarda insieme al futuro: «Vogliamo favorire il trasporto pubblico—dice Marchesi—, una serie di altri progetti, infatti, permetterà di avere un'infrastruttura che renderà più conveniente, ai frontalieri, spostarsi con i mezzi. Si tratta di un nuovo parcheggio di interscambio, come pure lo spostamento del trenino FLP più vicino al confine, con una nuova stazione. Questo dovrebbe levare parecchia pressione al traffico nel Malcantone, che è già parecchio al limite».
Il sindaco di Tresa è determinato a dare un colpo di spugna alla situazione di oggi, con «un solo frontaliere per ogni auto, che dall'Italia raggiunge i centri urbani in Ticino».

Sì, rappresenta una tradizione da portare avanti. Siamo al 29.mo anno. Significa che molti sindaci prima di noi hanno creduto in questa cosa
Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa (Italia)

Mettere da parte le polemiche

La festa italo-svizzera è arrivata alla sua 29.ma edizione. Organizzata in tono minore nel 2020 e nel 2021, quest'anno torna in grande stile. «È un momento di allegria nel quale si possono mettere da parte le piccole o grandi polemiche e concentrarsi sul divertimento e sulle bellezze del lago e del territorio», ammette Marchesi. «È stata creata da un gruppo di amici svizzeri e italiani. Un evento che poi è cresciuto nel tempo». Mastromarino annuisce: «Sì, rappresenta una tradizione da portare avanti. Siamo al 29.mo anno. Significa che molti sindaci prima di noi hanno creduto in questa cosa». 

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