Lugano-Roma, solo andata: «Non mangiate la marmotta»

Carlo,
iniziamo dalla polemica della settimana. Una polemica in salsa svizzera: uno
chef vallesano molto quotato è stato preso di mira, nelle recensioni su Google,
per
aver proposto la marmotta nel suo ristorante… Che ne pensi?
«Penso di
aver voglia di un mondo con meno chef e cuochi. Perché basta, davvero: sono
inflazionati tant’è che, come tutti sono allenatori della nazionale, oramai
tutti sono chef. Siamo arrivati a un livello di attenzione attorno alla cucina
quasi intollerabile. Non sono quasi mai d’accordo con Aldo Grasso, soprattutto
nell’ultimo periodo, ma questa cosa interessa poco. Grasso, però, qualche
giorno fa ha scritto un articolo che avrei controfirmato. Gli chef, ha
spiegato, rischiano di rovinare l'alimentazione. E nel ribadirlo ricordava
questo: mentre negli anni Cinquanta e Sessanta la televisione era piena di
educatori, adesso la televisione è piena di chef. E ancora: mentre allora c’era
un educatore che insegnava anche la corretta alimentazione, adesso ci sono questi
chef che insegnano l’impiattamento, la doppia cottura, la cottura lenta, il
crunch, la consistenza. Tutti i sintomi di una società, diciamolo, alla deriva.
Perché va bene il programma dello chef, magari il format internazionale, e ce
ne sono tanti in Europa, ma qui in Italia, nella televisione italiana, c’è un
moltiplicarsi di chef. Alcuni hanno appeso le pentole a chiodo da decenni. Ma
stanno lì a insegnare a mettere il crunch nel latte macchiato. Ecco, io non ne
posso più. Alcuni mi sono simpatici, assecondano i miei gusti, altri meno. Oramai,
si è creato pure imbarazzo quando vai a cena da amici o li inviti a casa: sono
lì, tutti, anche i miei figli, a pretendere un impiattamento di livello. Mi
sembra si sia raggiunto il limite, no?».
Io credo che
la summa di quanto detto sia la carbocrema. Che, di per sé, non
esiste. Cioè, si fa la carbonara e basta…
«Esatto sì.
Ma citerei anche il tiramisù scomposto. Il piatto a rovescio. Capisco ci sia
voglia di inventare, di aumentare le proposte, di migliorarsi, spesso anche per
giustificare i prezzi. Molti, però vanno in televisione per guadagnare quei
soldi che non riescono a guadagnare con i ristoranti stellati. Ristoranti che
costano tantissimo, perché tenere in piedi un locale stellato con quel consumo di
lavoro, di cibo e di energia elettrica, sicuramente richiede spese folli che
neanche i prezzi folli dei ristoranti stellati giustificano. Anche perché pochi
coperti significa poche persone. Sulla marmotta non ho molto da aggiungere, è
una cosa che si commenta da sola. Sugli chef aggiungo, invece, che è ora di
dire basta».
Allora, la
marmotta è tutto grasso che cola e il grasso ci riporta alla ciccia, cioè ai
regali che una carovana di imprenditori e miliardari svizzeri ha consegnato a
Donald Trump? Il risultato? Lo sforzo di questa diplomazia privata,
congiuntamente a quella politica, ha
consentito alla Svizzera di strappare una riduzione dei temutissimi dazi: dal
39% al 15%. Abbiamo imparato l’arte del paraculismo?
«Mi sembra
un buon accordo per la Svizzera, soprattutto rispetto alle premesse. L’intesa
conferma che Trump gradisce, soprattutto, interlocutori che lo blandiscono, lo
coccolano, lo accarezzano. Questo è successo, rimanendo alla Svizzera, e questa
cosa ha suscitato in lui un sentimento diverso. Resta un dato di fatto, e cioè
un atteggiamento, come dire, un po’ spericolato a livello di relazioni
bilaterali o multilaterali, soprattutto nel commercio, fra minacce e cifre
sparate un po’ a caso, con i mercati che non capiscono dove sia il bluff e dove
sia invece nascosta la verità. Però, alla fine, il messaggio politico che lui
dà ai suoi elettori, che non si trovano né in Svizzera, né in Germania, né
tantomeno in Italia, è che gli Stati Uniti d'America si faranno rispettare da
tutti. Della serie: non ci sarà più scompenso in termini di bilancia
commerciale con l'Europa, per esempio, immagino anche nei confronti della Cina».
La bilancia
commerciale passa pure dalle armi, giusto?
«In Italia, è
polemica di questi giorni, si sta discutendo se o meglio come aderire al
programma americano per inviare armi all’Ucraina. Armi pagate dagli europei e vendute,
non regalate, dagli americani. Mi spiego: la Germania e altri Paesi come la
Finlandia e hanno sottoscritto accordi con l’amministrazione americana e con
l'industria bellica americana per acquistare delle armi da girare a Kiev. Il
messaggio politico è fantastico per Trump, al di là del valore intrinseco del
materiale bellico che viene acquistato. L’Europa, oltre ad arricchire l’industria
bellica americana e a non farsene una propria, contribuisce ad arricchire il
consenso del presidente. Lo trovo meraviglioso, da un punto di vista
chiaramente masochistico».
A proposito
di masochismo, l'Italia l'anno prossimo andrà o no ai Mondiali, ora che è
praticamente certo che gli Azzurri disputeranno gli spareggi?
«Mi è
difficile dirlo. Io direi, oggi, 50 e 50. Ma perché? Per una questione
soprattutto mentale, non tanto tecnica. L’altra sera, a un certo punto, sul web
ho visto questo titolo: Postolachi vicino al gol. Ho avuto un momento di
spesamento. Ma chi è Postolachi, con tutto il rispetto? È un giocatore italiano?
No, non è un nostro giocatore, ma un giocatore della squadra avversaria, la
Moldavia. Al quarantesimo del primo tempo ha avuto una grande occasione, cioè
l'Italia ha concluso sullo zero a zero il primo tempo contro una squadra che ha
preso 11 gol, 11 palloni, 11 reti dalla Norvegia. Sì, ci mettiamo la
motivazione, la condizione fisica, tutte le scuse che in Italia vengono
utilizzate per giustificare i fallimenti sportivi e non sportivi, ma
oggettivamente una squadra che non riesce a sfondare il terribile muro della
Moldavia, beh, è una squadra che non può essere favorita agli spareggi per
andare al Mondiale, soprattutto avendone persi già altri due con un’altra nazionale
temibile, la Macedonia, e precedentemente ancora con la Svezia. Quindi, è
difficile fare previsioni: molto dipenderà dalla forza mentale con la quale
l'Italia arriverà a queste partite, con la libertà di pensiero che potranno
avere i giocatori. Poi, per piagnercela un po’ insieme, come si dice a
Roma, alla fine è comunque scandalosa l’organizzazione della FIFA che penalizza
fortemente l’Europa. Premi altre confederazioni, altri continenti, mentre l’Italia
si ritrova agli spareggi pur avendo vinto tutte le partite tranne una. La
qualificazione non ha più senso, fatta in questo modo, tanto è vero che, ne
parlava Buffon qualche giorno fa in un’intervista, la FIFA sta pensando in
futuro di fare un girone unico, stile Champions League, per far emergere le
squadre che meritano davvero di andare al Mondiale».

