La curiosità

Criptovaluta sulla passerella del Metaverso

Nella prima settimana della moda nel mondo virtuale i capi si acquistano per gli avatar sotto forma di «NFT», ma poi si riceve anche il prodotto nella «vita reale»
L'evento è ospitato dalla piattaforma virtuale 3D Decentraland
Jona Mantovan
04.04.2022 10:00

Un successo. Una curiosità. Una chicca. Un altro «eco» che rimbalza dal mondo virtuale a quello reale. È la prima settimana della moda che si è svolta nel Metaverso, ospitata dalla piattaforma 3D «Decentraland» (vedi anche l'articolo correlato). Oltre settanta realtà tra marchi di moda e progettisti, tra cui Dolce & Gabbana, DKNY e Tommy Hilfiger hanno partecipato alla Metaverse Fashion Week (MVFW) in cui gli avatar sono fatti sfilare su passerelle digitali abbigliati da capi «e-couture» (guarda il video allegato a quest'articolo).

Gli abiti mostrati sono spesso abbinati a quelli della vita reale. I pagamenti avvengono sulla piattaforma di commercio diretto Boson Protocol. «La premessa — ha spiegato Jeffrey Berk, l'amministratore delegato di Prive Porter all'agenzia Reuters — inizia con qualcuno che compra un paio di jeans da mettere sul suo avatar. Ma, al contempo, se ne ottiene uno simile da riscattare nella vita fisica».
Le prime sfilate alla MVFW dimostrano l'azzardo creativo di marchi e designer progettisti: gli avatar di D&G, ad esempio, si sono presentati abbigliati da pezzi monocromatici abbinati a copricapi dalla forma... felina, oltre che, a mo' di accessorio, anche un paio di ali. Gli avatar di DressX, invece, indossavano abiti basati su ologrammi.

Ma mentre la moda digitale sta permettendo agli stilisti di spingere i confini creativi, l'evento e lo spazio cripto-abbigliamento che rappresenta in realtà ha un effetto democratizzante sulla moda, secondo il fondatore della comunità di Decentraland: «Per molti utenti, questa è la prima esperienza ‘NFT’», ha detto Samuel Hamilton di Decentraland a Reuters, riferendosi ai ‘Non-Fungible Tokens’. «È sufficiente entrare. E non c'è nemmeno bisogno di un portafoglio digitale o altre conoscenze complesse. Basta esserci anche soltanto come ‘ospiti’. Appena si vede passare qualcuno con abiti particolari in un batter d'occhio si può esprimere un desiderio... ed è fatta», esclama entusiasta. Sì, perché mentre la moda di fascia alta nel «mondo analogico» è caratterizzata da prezzi spesso irraggiungibili, la moda digitale ha un mercato più vario. «Non c'è bisogno di avere soldi perché ci sono tanti oggetti da indossare distribuiti in omaggio", rivela Hamilton.


Molte delle case di moda partecipanti stanno offrendo vari livelli dei loro prodotti, inlcusi «indossabili» gratuiti.
«Abbiamo visto tutti i video di persone in boxer ma con giacca e cravatta durante le riunioni via Teams, Skype o Zoom», spiega Evangelo Bousis, cofondatore e responsabile dell'immagine di Dundas. «Penso che a un certo punto, in un futuro non molto lontano, potremo dire: ‘Ok, ho un appuntamento su Teams e non voglio vestirmi...’ Sarà sufficiente consultare il nostro ‘armadio digitale’ e prendere un vestito virtuale da indossare attraverso questo collegamento remoto".

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