L'iniziativa

Solar Butterfly, a Mendrisio la casa a pannelli solari

Il Campus Supsi ha accolto l'arrivo di una piccola abitazione mobile, a forma di farfalla, alimentata grazie a pannelli fotovoltaici presenti sulle ali
Il curioso «insetto abitabile» farà il giro del mondo
Jona Mantovan
09.06.2022 05:00

Solar Butterfly fa tappa in Ticino. Mercoledì, infatti, è arrivata al Campus Supsi di Mendrisio la piccola casa mobile alimentata da pannelli fotovoltaici. Trainata da un'auto elettrica, dopo un paio di manovre eccola pronta a dispiegare le sue gigantesche ali. La particolare costruzione, infatti, è proprio a forma di farfalla. Larso, questo il suo nome, è partita il 23 maggio da Ginevra. E il «pit stop» per ricaricare le batterie nella Svizzera italiana è ospitato dal Dipartimento ambiente costruzioni e design. La missione è completare, nell'arco di quattro anni, il giro del mondo: 90 Paesi su sei continenti, per un totale di 200.000 chilometri. Tutti percorsi con l'energia elettrica prodotta dai pannelli solari.

L'inventore lucernese Louis Palmer coordina le trasferte con l'idea di presentare, nello studio televisivo che viene allestito a ogni fermata, alcune idee innovative utili a frenare i cambiamenti climatici. In tutto saranno oltre mille. L'uomo non è nuovo a questo tipo di imprese dato che, 14 anni fa, aveva affrontato un viaggio simile con un'auto elettrica. Il «pioniere» protagonista è iWin, azienda che propone tendine veneziane che sono anche pannelli fotovoltaici e, oltre a creare ombra, producono pure elettricità. 

Dobbiamo trasformarci in farfalle. Dobbiamo essere indipendenti dalla Terra. La farfalla vola da un fiore all'altro, non deve stare a terra. Ed è anche molto bella!
Frédéric Michaud, Solar Butterfly

Ma perché la farfalla? Risponde Frédéric Michaud, svizzero francese che segue il progetto di Louis Palmer. «È un invito a compiere la "trasformazione" da bruco a farfalla. Il bruco è attaccato al terreno, proprio come noi lo siamo oggi. Siamo dipendenti dal gas, dal petrolio, usiamo i combustibili fossili... L'invito è quello di trasformarci in farfalle. Dobbiamo essere indipendenti dalla Terra. La farfalla vola da un fiore all'altro, non deve stare a terra. Ed è anche molto bella!», esclama l'esperto, in perfetto italiano. «Questa è, appunto, l'immagine che vorremmo trasmettere con la nostra casa autosufficiente».

Tanti sponsor

Intanto i colleghi hanno appena finito di sistemare tutta la struttura. La gigantesca «farfalla» (un'apertura alare di oltre 14 metri per quasi tre tonnellate di peso) è coloratissima. Sulle fiancate ci sono motivi e icone che richiamano la natura, con animali selvatici per ogni tipo di habitat: dai koala agli orsi, dai delfini alle balene, passando per pinguini, gorilla... Due grandi occhi e, sulla testa, due grandi antenne con pallotte azzurre completano il simpatico insetto.

Ai lati del grande sorriso, poi, non mancano i loghi delle numerose aziende che hanno contribuito a concretizzare il progetto. Molti nomi sono di primissimo piano. Fra l'altro è anche possibile diventare patrocinatori di una cella fotovoltaica: con una donazione di 50 franchi si può abbinare, alla pagina internet sponsoring.solarbutterfly.org, una propria foto.

Bottiglie finite nell'oceano, raccolte e riciclate

«La nostra Solar Butterfly — continua Michaud — è stata costruita riciclando bottiglie in PET raccolte negli oceani. Grazie a un'azienda svizzera, abbiamo trasformato un cumulo di rifiuti in questa graziosa casetta: soffitto, pavimento e pareti, per un totale di 800 chilogrammi, sono composti di questo materiale». Michaud trasmette tutto il suo entusiasmo. «Sì — annuisce —, questa è una sfida. Un'avventura. E come in tutte le avventure, ci saranno sicuramente delle sorprese, degli imprevisti. Ma noi siamo pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà e a far fronte a qualsiasi guasto o contrattempo che troveremo lungo la strada. Finora circa un migliaio di chilometri, ed è andato tutto bene. Vedremo cosa succederà nei prossimi duecentomila...», conclude.

La scienza e la tecnologia sono inutili e non bastano, da sole, a dare un impulso all'integrazione di soluzioni innovative a favore dell'ambiente: ci vuole anche l'interesse pubblico
Silvio Seno, direttore del Dipartimento ambiente costruzioni e design della Supsi

L'importanza di coinvolgere le persone

Silvio Seno, direttore del Dipartimento ambiente costruzioni e design, ammira i dettagli tecnici e le soluzioni impiegate da Larso. «Siamo molto contenti di ospitare questo progetto di divulgazione», dice. «Abbiamo, come Supsi, quarant'anni di esperienza in questo settore. Abbiamo anche un laboratorio che è l'unico accreditato in Svizzera per effettuare prove tecniche sui pannelli solari. È necessario che ci siano idee come questa, dal forte valore simbolico. Ci aiutano a coinvolgere le persone, perché senza quello, la scienza e la tecnologia sono inutili e non bastano, da sole, a dare un impulso all'integrazione di soluzioni innovative a favore dell'ambiente». 

Questo tipo di energia, quella prodotta con il fotovoltaico, è davvero il futuro. E ora la tecnologia è affidabile. Anche le barriere burocratiche sono state abbattute
Roman Rudel, direttore dell’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito della Supsi

Fino a 300 chilometri al giorno

Larso, progettata anche in collaborazione con la Scuola universitaria professionale di Lucerna, è una vera e propria minicasa (30 metri quadrati) con cucina, servizi, doccia, acqua corrente, aria condizionata e fino a sei posti letto. Completamente autoalimentata, produce energia sufficiente per percorrere fino a 300 km al giorno. «Questa è la dimostrazione che possiamo vivere unicamente sfruttando energia rinnovabile — osserva Roman Rudel, direttore dell’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito della Supsi —. Oggi, la fonte energetica che ricaviamo dai pannelli fotovoltaici è quella meno costosa. Questo tipo di energia è davvero il futuro. E ora la tecnologia del fotovoltaico è affidabile. Possiamo montare degli impianti su tutti i tetti e anche sulle facciate. Anche le barriere burocratiche, nel corso degli anni, sono state abbattute e la questione è regolata a livello federale. Basta una notifica per costruirne uno...».

Il solare non è solo un elemento che produce energia, ma diventa parte dell'architettura. Grazie a nuove soluzioni, possiamo integrare pannelli in colori diversi, con rese visive diverse
Cristina Polo Lopez, architetto e ricercatrice 

Quarant'anni di innovazione in Ticino

E a proposito di integrazione nell'architettura, Cristina Polo — ricercatrice nell'istituto diretto da Rudel — ha curato un allestimento che ripercorre la storia dei pannelli solari dagli esordi fino a oggi. Quarant'anni fa, infatti, nella sua sede «storica» a Trevano, l'istituto ha ricoperto un ruolo pioneristico nel settore, dando vita a Ticino Solare, primo impianto nel suo genere a livello europeo, collegato alla rete. Collegato alla mostra c'è anche il sito web solarchitecture.ch.

«Il solare non è solo un elemento che produce energia, ma diventa parte dell'architettura. Grazie a nuove soluzioni, possiamo integrare pannelli in colori diversi, con rese visive diverse. Abbiamo materiali lucidi oppure spazzolati o satinati... Una gamma di soluzioni esteticamente attraenti, insomma, che possono essere integrate in qualsiasi edificio». Il titolo dell'esposizione, appunto, è proprio «L’energia solare: un materiale da costruzione». L'impressione, tuttavia, è che questa mentalità non sia ancora diffusa tra i progettisti. «Spesso gli architetti stessi non sono a conoscenza di queste possibilità», sostiene l'esperta. «C'è anche un'idea diffusa sui costi. Molti pensano che sia una strada insidiosa e costosa... anche se si tratta di una convinzione sbagliata. Si tratta di materiali competitivi rispetto agli altri impiegati nella costruzione. Il nostro sito web raccoglie una serie di esempi di produzioni realizzate in Svizzera oltre a indicazioni tecniche molto dettagliate che gli addetti ai lavori possono sfruttare per realizzare le loro idee a favore dell'ecologia e del clima», conclude Polo.

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