Zurigo

«Al 15.enne che ha aggredito un ebreo ortodosso venga revocata la cittadinanza»

Lo chiede il presidente del Consiglio di Stato zurighese, nonché capo del Dipartimento cantonale della sicurezza, Mario Fehr, e lo domanda pure Lorenzo Quadri con un'interpellanza al Consiglio federale
©KEYSTONE/WALTER BIERI
Red. Online
07.03.2024 10:15

Il 15.enne che sabato sera ha accoltellato un 50.enne ebreo ortodosso in città a Zurigo solidarizza con il gruppo terroristico Stato islamico (ISIS). Ieri, inquirenti e autorità hanno fornito alcune informazioni sull'autore dell'attacco che ha (ri)sollevato il problema dell'antisemitismo. Il presidente del Consiglio di Stato zurighese, nonché capo del Dipartimento cantonale della sicurezza, Mario Fehr ha pure indicato che esiste un video in cui il ragazzo commenta in arabo la propria azione criminale. Vi invoca una «lotta mondiale contro gli ebrei» e mostra, appunto, solidarietà con l'ISIS.

Tenuto conto della giovane età dell'autore dell'atto criminale, Fehr ha affermato che la grave vicenda dello scorso sabato dovrebbe fungere da base per una discussione su un inasprimento del diritto penale minorile. Bisognerebbe creare i mezzi giuridici per «togliere definitivamente dalla circolazione criminali del genere». Fehr ha descritto la violenza del 15.enne – ora in carcere preventivo – come «attacco vile» e «atto di terrorismo»: «Qualcuno è stato accoltellato solo a causa della sua religione». Ma il capo del Dipartimento cantonale della sicurezza è andato oltre: alla NZZ ha dichiarato che il giovane – di origine tunisina e naturalizzato nel 2015 – dovrebbe essere punito «il più duramente possibile» e che «il Governo federale dovrebbe revocargli la cittadinanza svizzera».

Una privazione dei diritti civili è possibile anche per i minorenni non appena viene emessa una sentenza giuridicamente vincolante, afferma Fehr. «In Svizzera non c’è posto per qualcuno che commette qualcosa di così atroce». Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, ha presentato un'interpellanza al Consiglio federale. «All’attentatore verrà ritirata la cittadinanza elvetica?», domanda tra le altre cose. 

In base all’articolo 42 della Legge federale sulla cittadinanza svizzera (LCit) «la SEM può, con il consenso dell’autorità del Cantone d’origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l’attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato – «per quanto ne sappiamo, il 15.enne di Zurigo ha la coppia cittadinanza tunisino-svizzera», ha commentato Fehr –, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera». Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi, tra le altre cose, commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche o di estremismo violento. La revoca presuppone una condanna passata in giudicato.

Dall’entrata in vigore della nuova legge sulla cittadinanza svizzera, e fino al 2018, la Svizzera non aveva mai revocato la cittadinanza a una persona con doppia nazionalità. In precedenza, tra il 1940 e il 1952, questo passo era stato compiuto nei confronti di 86 persone. Uno degli ultimi casi risaliva al 1945 e riguardava un cittadino di Obwaldo che si era arruolato con i nazisti in Germania. Tuttavia, dal 2018, la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha emesso cinque decisioni di revoca della cittadinanza svizzera, tutte contro persone che hanno sostenuto o commesso atti terroristici, ha dichiarato a Keystone-ATS. Tre di queste persone hanno già perso la cittadinanza svizzera e altre due si stanno ancora opponendo alla revoca davanti al Tribunale amministrativo federale. Inoltre, nel frattempo la SEM aveva condotto altri due procedimenti, ma li ha chiusi senza prendere provvedimenti.

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