La curiosità

Anche il meteorologo si mette il maglione per l'inverno

«Non sappiamo come sarà questa stagione fredda, ma per risparmiare abbasseremo la temperatura dei locali a 20 gradi», dice Marco Gaia di MeteoSvizzera
Doppie calze, sciarpe, guanti, tè... gli stratagemmi per ‘resistere’ alle temperature abbassate nei locali sono tante
Jona Mantovan
29.09.2022 15:45

«Beh, che posso dire... Ora di dicembre non rilascerò interviste in camicia, ma indossando un maglione», esclama Marco Gaia, responsabile del Centro regionale sud di MeteoSvizzera. La battuta non è poi così ironica, perché il Consiglio federale vuole abbassare la temperatura negli stabili della Confederazione, una sorta di ‘stretta ai caloriferi’. «Sì – conferma lo scienziato –, la decisione è arrivata dieci giorni fa, proprio di mercoledì: quest'inverno non potremo superare i venti gradi nei nostri uffici».

Per il momento sembra che nessuno dei collaboratori si sia lamentato. «Ognuno adotterà gli stratagemmi che riterrà più opportuni, dal doppio paio di calze a bere tanto tè. Ormai questa è una cosa molto personale». La parola chiave, infatti, è ‘risparmiare’. «Abbiamo tutti sentito la signora consigliere federale, Simonetta Sommaruga, dire di fare la doccia in due. Il segnale è forte». Ma quanto subiremo il gelo, considerando l'inverno alle porte? In molte case, poi, si accendono i riscaldamenti proprio in questi giorni. Avremo freddo, nelle nostre abitazioni? Sentiremo quei fastidiosi brividini costanti, dai piedi alle spalle? Se sì, quanto tremeremo e quanto soffriremo?

«Come sarà? Eh, difficile da dire, in tutti i sensi – spiega Gaia –. Nonostante la scienza delle previsioni stagionali, negli ultimi anni, abbia fatto grandi progressi. Purtroppo per noi viviamo in una regione nelle quali queste previsioni a lungo termine ancora stentano a essere affidabili». Il servizio meteorologico nazionale, insomma, preferisce non sbilanciarsi. Il discorso vale sia per le temperature, sia per le precipitazioni.

La stagione passata si era presentata con una combinazione di siccità e di alte temperature mai vista da quando abbiamo iniziato le misurazioni, oltre cento anni fa


«La base scientifica non è ancora sufficientemente robusta». L'esperto, tuttavia, non esclude la possibilità di avere un inverno molto freddo, nonostante i cambiamenti climatici facciano pensare piuttosto il contrario. «In quel caso, sentiremo molte più lamentele. È inevitabile, da parte di tutti coloro che iniziano a patire il freddo».

Un'eccezione notevole

Gaia commenta la stagione invernale passata, che è stata davvero sopra le righe: «Una combinazione molto particolare di siccità e di alte temperature, come non l'avevamo mai vista da quando abbiamo iniziato le misurazioni, oltre cento anni fa».

Ogni inverno ha le sue peculiarità. Alcuni iniziano con tanta neve e finiscono con poca, e viceversa...


Il meteorologo si augura che la stagione alle porte sia meno eccezionale di quella che l'ha preceduta. Anche se la tendenza, a causa del riscaldamento globale, sia di avere inverni sempre più caldi. 

Sbalzi? Nulla di cui preoccuparsi

Ma se l'ultimo inverno è stato siccitoso e caldo, quello precedente è stato caratterizzato da numerose nevicate. «Addirittura, nel giro di un mese abbiamo avuto la neve fino in pianura tre volte, proprio a inizio stagione».

Questi sbalzi, secondo gli studiosi, sono normali. «Al di là del fatto che negli ultimi trent'anni rileviamo questo spostamento graduale dovuto, appunto, agli effetti del cambiamento climatico».

Per il buon funzionamento della società e della natura, è importante che non ci sia uno scostamento troppo forte rispetto all'interno ‘standard’, calcolato sulla media degli ultimi trent'anni

L'inverno «normale»

Ma l'inverno standard esiste? Una stagione fredda normale? A quanto pare, esiste davvero. «Ma è solo un calcolo matematico basato sulla media degli ultimi trent'anni». Ogni inverno, dice il nostro interlocutore, ha le sue peculiarità. Alcuni iniziano con tanta neve e finiscono con poca (e viceversa), altri sono caldi all'inizio ma non alla fine (e viceversa). «Ma, solitamente, le oscillazioni attorno a questo inverno teorico, standard se vogliamo, sono relativamente basse». Salvo l'eccezione dello scorso anno.

«Per la società e la natura, è importante che non ci sia uno scostamento troppo forte. Penso per esempio agli impianti sciistici. Se le temperature sono troppo alte, non riescono a mettere in funzione i cannoni per l'innevamento artificiale».

Ognuno reagisce in maniera differente alle condizioni ambientali sia all'interno sia all'esterno

Temperatura percepita

Per tornare alla ‘stretta dei termostati’, Gaia ritorna sul concetto di ‘temperatura percepita’, che normalmente è impiegato in estate. «Il nostro corpo fa fatica a raffreddarsi in presenza di temperature e umidità elevate. Quindi patisce come se le temperature fossero più elevate. Non esiste un concetto corrispondente per la stagione fredda, se vogliamo escludere l'effetto raffreddante del vento, che per evidenti ragioni non possiamo considerarlo per capire se avremo freddo in casa, dato che siamo al coperto e non siamo esposti ai venti».

Immagino tutti quelli che negli anni passati stavano in casa con una maglietta a maniche corte... probabilmente a questo giro, dovranno cambiare le proprie abitudini e attrezzarsi con un abbigliamento più pesante

Una carrellata di maglioni

Diverso, invece, il discorso sulla sensazione personale. «Inevitabilmente, ognuno di noi reagisce in maniera differente alle condizioni ambientali sia all'interno sia all'esterno. Immagino tutti quelli che negli anni passati stavano in casa con una maglietta a maniche corte. Probabilmente a questo giro, vista la richiesta del Consiglio federale di tenere le temperature più basse, dovranno cambiare le proprie abitudini e attrezzarsi con un abbigliamento più pesante. D'altronde, ci saranno sempre quei pochi ‘irriducibili’ che nemmeno se ne accorgeranno». E molto probabilmente Marco Gaia non rientra in questa categoria, dato che ha in serbo una carrellata di maglioni natalizi pronta per essere sfoggiata.

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