I dati

Anche in Svizzera preoccupa il terrorismo

Rispetto al 2022, i procedimenti sono raddoppiati: 120 quelli in corso, «un massimo storico» – Il procuratore generale Stefan Blättler: «L'attacco di Magdeburgo sottolinea ancora una volta che dobbiamo essere vigili»
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
05.01.2025 09:33

MagdeburgoNew Orleans: due attentati hanno sconvolto il mondo durante le festività. E la situazione è tesa anche in Svizzera, come spiega alla Sonntagszeitung il procuratore generale Stefan Blättler. Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) sta attualmente conducendo 120 procedimenti penali in relazione al terrorismo. Si tratta di una cifra raddoppiata rispetto al 2022, che rappresenta «un massimo storico».

La maggior parte dei casi riguarda attività connesse al terrorismo jihadista, come propaganda terroristica online, finanziamenti a organizzazioni estremiste dalla Svizzera e viaggi verso zone di conflitto per unirsi alla jihad. Alla luce dell'instabilità della situazione in Medio Oriente, Blättler prevede un ulteriore aumento delle attività terroristiche nel nostro Paese. In particolare, l'attacco di Magdeburgo «sottolinea ancora una volta che dobbiamo essere vigili», afferma il procuratore generale.

Secondo Blättler, inoltre, il Ministero pubblico della Confederazione e la Polizia federale sono così impegnati al momento che altre indagini vengono trascurate: «Ho singoli dossier nel cassetto che non possiamo trattare immediatamente, semplicemente perché non abbiamo il personale necessario». Si tratta di casi di sospetta criminalità organizzata e di criminalità informatica.

Blättler mette in guardia soprattutto dalla criminalità organizzata: «Dobbiamo stare attenti a non ritrovarci in una situazione come quella delle periferie in Belgio o in Svezia, dove le tracce della criminalità organizzata sono ormai chiaramente visibili. Uno degli obiettivi principali delle organizzazioni mafiose è evitare il più possibile di essere scoperte. Lavorano, per così dire, in clandestinità. Sono come un cancro. Quando diventano visibili, di solito è troppo tardi, l'infiltrazione è già a buon punto».

Secondo Blättler, il governo federale ha trascurato la sicurezza interna per molto tempo e il personale è insufficiente. Tuttavia, ha la sensazione che il messaggio sia arrivato ai politici.

«L'attacco di Magdeburgo sottolinea che dobbiamo essere vigili»

Intervistato dal domenicale, il procuratore generale ha precisato che «la situazione in Medio Oriente è molto confusa. L'instabilità è attualmente l'unica costante. Chi avrebbe pensato a novembre che il regime di Assad sarebbe caduto così rapidamente? Dobbiamo tenere sotto controllo la situazione. Tuttavia, la valutazione spetta ai servizi di intelligence».

Ricordando i casi di terrorismo che hanno interessato la Svizzera, da parte di «lupi solitari», Blättler ha ricordato come sia ancora più difficile individuare «singoli autori radicalizzati su Internet o incitati da un predicatore estremista in una moschea». 

I 120 procedimenti aperti dall'MPC indicano un alto livello di attività terroristica in Svizzera. Alla domanda dei giornalisti in merito a una stima del rischio di un grande attacco come quello in Germania, il procuratore generale ha risposto: «È difficile dirlo. Tuttavia, la valutazione dei servizi segreti mostra che il pericolo è reale anche in Svizzera. L'attacco di Magdeburgo sottolinea ancora una volta che dobbiamo essere vigili».

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