La curiosità

«Anche noi gelatai abbiamo paura della canicola»

Gerenti e proprietari dei negozi specializzati nel dolce freddo e cremoso vogliono temperature più basse: «Con questo caldo si beve, non si mangiano le nostre preparazioni»
Jona Mantovan
23.07.2022 13:00

Anche chi vende gelati ha paura della canicola. Il troppo caldo, paradossalmente, fa passare la voglia di gustare la preparazione dolce e cremosa, amata da grandi e piccini. Quando il sole picchia e l'afa avanza, insomma, gli esercizi che espongono all'esterno il gigantesco cono colorato non sono poi così frequentati. «Si vendono più bibite, ci si tuffa nei fiumi o nei laghi, si sta a casa o si va in montagna... Di sicuro non si frequentano le piazze e molti evitano, giustamente, di uscire di casa», affermano un po' tutti i maestri del prelibato dessert. Da Locarno a Bellinzona, passando per Tenero e Lugano, sono tutti concordi. Anche se c'è chi ammette, come Luigi, che il recupero è ampiamente registrato alla sera, quando le temperature sono più basse: «Mamma mia! Non ho mai visto delle file come queste», esclama con un sorriso il proprietario del Gruppo Fiordipanna, che da Locarno rifornisce parecchi punti vendita in Ticino, ma anche in Svizzera, fino a San Gallo e Basilea.

Si lavora molto alla sera

«Nell'arco della giornata si lavora solo alla sera, non tutto il giorno», conferma Giorgio, gerente e proprietario della Gelateria Veneta a Tenero. Che stima anche un bel ritorno alla normalità, perché «le sere sono uguali al 2019. Siamo tornati indietro di due anni, a prima della pandemia. Ora siamo in un periodo normale, insomma. L'anno scorso c'era comunque tantissima gente. Ho un laboratorio piccolo e facevo davvero fatica a tenere il passo con la produzione». Ma quanto gelato riesce a smerciare? Parliamo di tonnellate? Giorgio risponde senza indugio: «No, beh, non esageriamo, in questo esercizio parliamo di circa trecento chili alla settimana», ribadendo come questa sia davvero un'ottima cifra.

«Ma bisogna anche ringraziare gli svizzerotedeschi. Nonostante siano cadute praticamente tutte le restrizioni per chi vuole viaggiare, molti hanno deciso di restare in Svizzera per trascorrere le vacanze».

Eh sì... la sera c'è proprio una voglia pazzesca di gelato!
Luigi, proprietario Gruppo Fiordipanna

La temperatura ideale

«Il clima giusto per vendere più gelati è quello primaverile, con una temperatura di 28 gradi», sottolinea Luigi dal punto vendita in pieno centrocittà a Locarno, proprio sotto i portici, appena qualche metro prima della Piazza Grande. «Con questo caldo vedo che lavoriamo comunque, ma anche perché c'è tanta gente. Meno dell'anno scorso, ma con più voglia di divertirsi, di muoversi», dice con un sorriso. Lo sguardo corre verso il gigantesco palco allestito per la serie di concerti di Moon&Stars. Ma poi ci sarà anche la ‘maratona’ del 75.mo Locarno Film Festival. «Tutto sommato, direi che stiamo andando molto bene. Anche noi vendiamo molto di più alla sera che non al pomeriggio. Eh sì, la sera c'è proprio una voglia pazzesca di gelato. Mamma mia, non ho mai visto tante file». Luigi conferma una cifra di 180-200 chili di gelato venduto per ogni gelateria. «Tanta roba».

Con questo caldo i nostri clienti preferiscono la frutta. Da un paio d'anni abbiamo introdotto gusti esotici dal Brasile: acai, mango, cerola, papaya... vanno alla grande
Luigi, proprietario Gruppo Fiordipanna, Locarno

I gusti che piacciono e le novità

Ma quali sono i gusti che piacciono di più? Il caldo modifica le abitudini dei consumatori? «Sì, con queste temperature così estreme va molto la frutta. Abbiamo una selezione di gusti esotici del Brasile: dall'açai al mango, dalla cerola alla papaya. Hanno davvero preso piede anche in Ticino, con questo caldo, da almeno un paio di anni». Questi nuovi gusti hanno lentamente fatto calare le vendite di quelli più tradizionali, «a dimostrazione del fatto che chi li prova poi ritorna, non è solo una questione passeggera». Luigi mostra anche un macchinario che produce gelati sul posto, direttamente nel punto vendita. «Questa macchina ce l'abbiamo solo qui a Locarno», conclude.

Per noi, questa, è la stagione della ripresa. E va molto meglio degli altri anni...
Mafalda, gerente e proprietaria Gelateria Veneta, Bellinzona 

La stagione della ripresa

A Bellinzona, ecco un'altra «Gelateria Veneta». Questa volta, però, è Mafalda a fare gli onori di casa, una voce femminile. In piena attività e con indosso il camice bianco con il suo nome ricamato, spiega il legame che esiste tra tutti i punti vendita che portano questo nome, inizialmente fondati dalla stessa persona e poi, oggi, divisi fra più proprietari. «Per noi, questa, è la stagione della ripresa. E, per quanto ci riguarda, va molto meglio degli altri anni. La quantità che vendiamo? Beh, posso solo dire che siamo decisamente sopra i trecento chili alla settimana», esclama con un sorriso. 

Mafalda conferma anche quanto hanno riferito i colleghi: «Con queste temperature così torride lavoriamo maggiormente la sera, visto che c'è qualche grado in meno. La temperatura ideale per noi va dai 25 ai 30 gradi».

Una volta, però, ai ‘tempi d'oro’ ti mettevi nel laboratorio e producevi almeno 120 chili, tutti i giorni!
Gerry, gerente e proprietario gelateria Nuovo Fiore, Bellinzona

Clientela a chilometro zero

Un po' nascosta, in Piazza Indipendenza, un'altra gelateria storica, la cui fondazione risale al 1991, come si legge sotto il nome dell'insegna: «Gelateria-Yogurteria Nuovo Fiore». All'interno c'è Gerry, gerente e proprietario, che ha appena finito di servire una famiglia che parla tedesco. «Sì, siamo un po' nascosti. Le persone camminano fino in Via Camminata e poi si ferma, magari torna indietro. Però qui ho la mia clientela fissa, persone che abitano nei dintorni».

Gerry sottolinea che gran parte degli affari è legata ai mezzi per la vendita ambulante. «Alle manifestazioni ottengono sempre un grande successo. Durante gli anni della pandemia me la sono vista brutta, ho perso almeno metà del fatturato, che non sarà mai recuperato». Gerry ricorda anche i tempi d'oro: «Beh, sì, oggi vendo 300 chili alla settimana, ma una volta ti mettevi nel laboratorio e producevi almeno 120 chili, tutti i giorni. Parlo per me, eh. Per la mia gelateria. Gli altri, non lo so», conclude, mentre un gruppo di ragazzi sta per entrare nel suo esercizio.

Quest'anno sta andando decisamente molto bene
Cleto, assistente direzione Vanini, Lugano

Gli affari vanno bene

Situazione ben diversa al Vanini, nella città sul Ceresio. I turisti non mancano e il bancone dei freddi non è ancora preso d'assalto. «Per quello dobbiamo aspettare la sera», spiega Cleto, assistente della direzione. «Si vende bene, le file ora non ci sono, ma al mattino e alla sera sì. Le persone arrivano verso le sei, sei e mezza. Quando inizia a calare la temperatura, si presentano regolarmente. Anche noi, ogni settimana, vendiamo attorno ai 300-400 chili di gelato. Funziona, gli affari vanno bene. Per una dimensione di attività come la nostra, questa è la cifra giusta», sottolinea Cleto, aggiungendo che «quest'anno le cose stanno andando decisamente molto bene».

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