Il punto

Cevio spinge nella ricostruzione: per Natale pronto l’acquedotto

Proseguono spediti i lavori di ripristino dei danni provocati dall’alluvione dell’estate 2024 in alta Vallemaggia – La municipale Dusca Schindler: «Siamo in anticipo con i tempi» – Il nuovo centro balneare si chiamerà «Lido alpino»
La situazione nella zona di Fontana-Bosco-Mondada, al centro del progetto di «ricucitura» © CdT/Gabriele Putzu
Jona Mantovan
24.10.2025 06:00

Il Comune di Cevio guarda avanti, superando lentamente la tragedia dell’alluvione del 2024 - abbattutasi anche sulla vicina Lavizzara - che aveva provocato danni ingenti oltre a otto morti. La ricostruzione procede a pieno ritmo, anzi. Come spiega la municipale Dusca Schindler al Corriere del Ticino, «siamo in anticipo. Entro Natale, meteo permettendo, saremo pronti con l’acquedotto definitivo. La sorgente tornerà quindi a rifornire le case, come prima». Per ora, però, il collegamento è di nuovo quello provvisorio del pozzo del Chiall, già usato nell’emergenza. «Non ideale: infatti abbiamo inviato una circolare chiedendo parsimonia nei consumi; solo così è però possibile effettuare i lavori di interramento delle condotte». Un’opera da quasi 2,3 milioni finanziata dal Cantone (40%) e da una donazione (di 288.000 franchi). «Restiamo poi fiduciosi del responso del Consiglio federale sui costi residui».

La ricucitura

Intanto, continua anche il progetto di ricucitura di Fontana, Bosco e Mondada. Sempre la capodicastero approvvigionamento idrico e edilizia evidenzia come adesso ci sia in vista la definizione dei progettisti ai quali affidare la pianificazione generale: «Il bando è suddiviso in due, con una preselezione iniziale seguita da una più approfondita. Oggi siamo nella prima fase. Entro il 30 ottobre, i candidati dovranno presentare la loro offerta». La nostra interlocutrice ricorda un sopralluogo organizzato di recente, al quale hanno preso parte una ventina di persone. «Si tratta di un “cantiere” unico nel suo genere, normale che ci sia molto interesse». Anche se, per il momento, è ancora presto per capire quanti saranno a farsi avanti e con quali formazioni. Certo è che i tre finalisti - scelti entro metà novembre e che entreranno nella «fase due» - riceveranno i risultati del processo partecipativo dei mesi scorsi. «Nonostante non tutte le proposte saranno realizzabili, rappresentano una fonte d’ispirazione importante».

Un nome «più scorrevole»

Infine, novità anche sul fronte del Centro turistico-ricreativo di Bignasco, la cui visione era stata presentata ben prima del disastro di quella notte tra il 29 e il 30 giugno. «A breve si passerà alla fase definitiva. Una delle decisioni già prese è il nuovo nome. Sarà ribattezzato “Lido Alpino Vallemaggia”, che suona più scorrevole, e faremo ulteriori annunci martedì prossimo. L’ubicazione e le caratteristiche restano invariate, ma bisogna definire con precisione i costi e completare la progettazione esecutiva, necessaria per inoltrare la domanda di costruzione. Il tema sarà all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, previsto per dicembre».

«Pista ciclabile fino a Peccia»

Il turismo, quasi superfluo ricordarlo, è uno dei settori economici trainanti del Locarnese. Perché, allora, non sfruttare questa risorsa per aiutare le comunità dell’alta Vallemaggia, e in particolare quella della Lavizzara, a risollevarsi? È l’interrogativo che si è posto un gruppo di granconsiglieri - capeggiato da Andrea Rigamonti e completato da Fiorenzo Dadò, Aron Piezzi, Paolo Caroni, Luca Renzetti, Roberta Soldati, Daniele Piccaluga, Cristina Zanini Barzaghi - che propone di puntare su uno dei filoni turistici in maggior crescita: le escursioni in bicicletta, in particolare quelle in mountain bike. Da qui la proposta, peraltro già avanzata per mezzo di una interrogazione presentata un anno fa e tuttora senza risposta, di prolungare fino a Peccia la pista ciclabile regionale della Vallemaggia che si snoda per 35 chilometri tra Locarno e Cavergno.

Al di là della ricostruzione

Proposta che ora viene formalizzata in una mozione nata sull’onda del dibattito parlamentare che ha accompagnato la concessione dei crediti per la ricostruzione dopo l’alluvione del 2024. Dibattito dal quale è emersa la necessità di non limitarsi esclusivamente alla ricostruzione di quanto distrutto, ma di gettare lo sguardo verso il futuro creando le condizioni per uno sviluppo sostenibile. Con la mozione, i nove deputati avanzano dunque una proposta concreta per un’opera «che possa portare effettivi benefici all’alta Vallemaggia e in particolare alle zone duramente toccate dall’alluvione». Nel concreto, Rigamonti e colleghi propongono che il Consiglio di Stato completi uno studio di fattibilità teso ad individuare il percorso migliore, la stima dei costi, le opportunità territoriali della futura pista ciclabile che sfrutterebbe per la maggior parte le strade già esistenti. Al Governo è anche chiesto di valutare la possibilità di inserire l’opera nel Programma d’agglomerato del Locarnese di sesta generazione.

Il bilancio del disastro

Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette mortiuna 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia)un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana (Val Bavona), due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia (sempre in Lavizzara). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti (quattro nel Locarnese: Comologno, Losone, Ascona, Verscio; uno a Bellinzona e due in Val di Blenio, oltre a una quindicina in Italia, tra Val Vigezzo e Ossola). Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima rispetto a quello in alta Vallemaggia, tre.

Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui

Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui

La carta dei pericoli, che sarà presentata in una serata pubblica domani sera, martedì 8 luglio, riguarda unicamente la sponda sinistra della Bavona, ossia la zona sotto i torrenti Larecchia, Magnasca, Ritorto e Ogliè, nel Comune di Cevio
La carta dei pericoli, che sarà presentata in una serata pubblica domani sera, martedì 8 luglio, riguarda unicamente la sponda sinistra della Bavona, ossia la zona sotto i torrenti Larecchia, Magnasca, Ritorto e Ogliè, nel Comune di Cevio
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