Da latte e formaggi ai pompieri: l'ex LATI cambia pelle

Al di là degli inflazionatissimi progetti strategici, è una delle opere più attese. Perlomeno lo è da parte dei pompieri di Bellinzona, che da decenni aspettano una caserma al passo coi tempi in grado di sostituire quella oramai vetusta di via Mirasole, che il Corpo occupa dal 1976. Il Municipio ha trasmesso oggi ai consiglieri comunali il messaggio di 15 pagine attraverso il quale si propone, per 14 milioni, l’acquisto del terreno di Sant’Antonino libero da metà 2024 dopo la chiusura della LATI.
Sfuma l'ex Birreria
Un importo al quale si dovranno aggiungere altri 700 mila franchi per ristrutturare il complesso che accoglierà anche la Protezione civile. Ma non la Croce Verde, ente che come i primi sta cercando da un po’ una «casa» più spaziosa nel comprensorio. Secondo l’Esecutivo si tratta della «soluzione migliore» per ovviare ad un bisogno concreto nel «minor tempo possibile» e a costi inferiori (si stima una spesa complessiva di 34 milioni) rispetto ad altre ipotesi valutate nel recente passato, ultima delle quali quella all’ex Birreria di Carasso.
Effettivi e compiti
È da due decenni che l’attuale caserma non è più adeguata, mette nero su bianco il Municipio cittadino. I pompieri nel frattempo sono cresciuti sia in fatto di effettivi (282 militi, in virtù dell’unione con i Corpi di Cadenazzo e Gambarogno, effettiva dal 1. luglio scorso) sia per quanto riguarda i compiti assunti (Centro di soccorso cantonale e Centro di competenza ABC, Atomico-Biologico-Chimico per il Sopraceneri).
Gli interventi annuali nella capitale e nei cinque Comuni convenzionati (oltre a quelli citati, Arbedo-Castione, Lumino e Sant’Antonino) sono in media 700. Quasi due al giorno. Svanito per motivi finanziari (60-80 milioni l’investimento preconizzato) il sogno di un centro sotto il cui tetto avrebbero dovuto trovare spazio tutti gli enti di primo soccorso, ecco dunque che la Città ha individuato nell’ex LATI una manna dal cielo.
I cinque vantaggi principali
Cinque i vantaggi principali. Primo: tempi ristretti dato che serve solo il restyling dello stabilimento, ma non una modifica pianificatoria. Due: costi ridotti. Tre: l’ubicazione è considerata ideale, visti «gli assi di transito che permettono di raggiungere piuttosto agevolmente da Sant’ Antonino-Camorino la parte centrale e settentrionale della Città (attraverso i due svincoli autostradali di Bellinzona centro e Bellinzona Nord), ma anche l’imbocco nord della galleria ferroviaria del Monte Ceneri, per la quale i pompieri sono pure competenti».
Quattro: la forma rettangolare del complesso consente di avere accessi da più lati, ciò che non sarebbe stato il caso all’ex Birreria alla luce di «un’architettura meno lineare». E, infine, quinto punto: la moderna caserma potrà semmai essere ampliata, sia a beneficio dei pompieri e della Protezione civile sia dei servizi della Città.
Un complesso di trent’anni
Dalla storica azienda casearia ai vigili del fuoco, alla PCi e a magazzino per il materiale indispensabile per le manifestazioni e la segnaletica, insomma. Lo stabilimento di proprietà della Cooperativa dei produttori di latte della Svizzera tedesca (ZMP) è stato realizzato nel 1993; nel 2019 è stato risanato il tetto. Tre i piani dell’edificio, ai quali si vanno ad aggiungere uno spazio industriale modulabile, il piano cantina ed il deposito nonché 96 parcheggi esterni. La superficie complessiva è pari a 6.849 metri quadrati; poco meno è la riserva edificatoria disponibile (6.122 metri quadri).
In buono stato
«L’intervento proposto prevede il mantenimento della struttura esistente, la sua riqualifica e alcuni adattamenti funzionali, in un’ottica di ottimizzazione degli spazi e di sostenibilità finanziaria dell’operazione (...). Lo stato generale della costruzione esistente è buono e non necessita di particolari interventi di risanamento, garantendo ancora una lunga durata di vita senza importanti» accorgimenti di manutenzione straordinaria, puntualizza il Municipio.
La tabella di marcia
Che ha tempo sino a fine giugno per confermare o meno la volontà di rilevare lo stabilimento (in pratica tutto dipende dall’approvazione del Legislativo, che discuterà il messaggio nei primi mesi del 2026: ci sono già i primi dubbi), che fa gola ad altri. La tabella di marcia - dopo la decisione del plenum - prevede in primavera la progettazione definitiva e poi la ristrutturazione tra il 2027 ed il 2028. Inaugurazione nel 2028 o, al più tardi, 2029.



