Domande e risposte

Fine di un amore solo promesso: «OneLove» sconfitto dalla FIFA

A poche ore dall’inizio di Inghilterra-Iran, la Federazione internazionale vieta ai capitani di otto selezioni di indossare il simbolo che sostiene la causa LGBTQ+ – Colpito anche il Belgio
Giona Carcano
21.11.2022 21:44

Nemmeno 24 ore dopo l’inizio dei Mondiali più discussi e discutibili della storia, quelli in Qatar, ecco il primo «caso» extrasportivo. La FIFA, con una decisione giudicata «senza precedenti», ha vietato l’utilizzo della fascia di capitano «OneLove» durante il Campionato del mondo.

 1. Quando e da chi nasce l'idea della fascia di capitano «OneLove»?

L’idea di indossare la fascia arcobaleno con la scritta «OneLove» è nata due anni fa nei Paesi Bassi, nazione storicamente sensibile a questi temi. Alla campagna promossa dalla Federazione di calcio olandese per «un solo amore» – in difesa dei diritti della comunità LGBTQ+ e più in generale  contro ogni forma di discriminazione – hanno in seguito aderito altri nove Paesi: Germania, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Francia, Galles, Svizzera, Svezia e Norvegia. La fascia, in questi anni, è stata notata più volte, anche in contesti ufficiali (Xhaka l’ha indossata settimana scorsa contro il Ghana). Alcuni capitani l’hanno inoltre esibita durante l’ultima Nations League, torneo organizzato dall’UEFA. E nessuno ha avuto da ridire.   

2. Perché questo simbolo è diventato un problema?

Delle dieci Nazionali che hanno aderito all’iniziativa, otto si sono qualificate per i Mondiali in Qatar, Paese in cui gli atti omosessuali fra adulti sono considerati illegali e quindi puniti dalla legge. Alcune  federazioni coinvolte hanno dunque chiesto alla FIFA (già a settembre) di esprimersi sul tema. Tuttavia, il governo del calcio mondiale non si è mai esposto, lasciando correre numerose prese di posizione da parte dei giocatori. In tanti – da Harry Kane a Granit Xhaka – avevano infatti manifestato la ferrea volontà di indossare la fascia «OneLove» durante l’evento in Qatar. «In quanto capitano della squadra nazionale svizzera, indosso questa fascia con fierezza», aveva detto Xhaka un paio di mesi fa. «Vogliamo impegnarci assieme in favore della tolleranza, il rispetto e la solidarietà. Questa fascia vuole ricordare a tutti che noi, esseri umani, siamo tutti uguali». Ma ieri mattina, sotto i colpi della FIFA e di Gianni Infantino, tutte le certezze e le convinzioni sono crollate.     

3. Quali sono state le motivazioni della FIFA?      

Poche ore prima dell’inizio della partita Inghilterra-Iran è arrivata l’attesa presa di posizione della FIFA. «Siamo a favore dei diritti LGBT – hanno spiegato in una nota i vertici della federazione internazionale – e sosteniamo la campagna ‘‘OneLove’’. Ma i capitani da regolamento devono vestire la fascia fornita dalla FIFA: la decisione è anticipare al primo turno la campagna ‘‘No Discrimination’’ prevista per i quarti». La FIFA – da sempre allergica a qualsiasi iniziativa dei singoli, in particolare per questioni così delicate – ha anche ventilato possibili sanzioni per punire i trasgressori, ad esempio con un’ammonizione. Ma non solo: in serata, la FIFA ha chiesto al Belgio modificare la sua seconda maglia. Il motivo? Semplice: perché all’interno del colletto contiene una parola. «Love». Amore. Con richiami ai colori dell’arcobaleno. La seconda maglia del Belgio è stata ispirata dal famoso festival Tomorrowland e vuole simboleggiare diversità, uguaglianza e appunto inclusione.  «Sì, la parola amore deve sparire» ha dichiarato a tal proposito Peter Bossaert, amministratore delegato della Federcalcio belga. «È triste, ma la FIFA non ci dà scelta».

4. Perché le Federazioni e i singoli giocatori hanno ceduto? 

In un comunicato congiunto, le selezioni europee minacciate dalle sanzioni della FIFA hanno espresso il loro disappunto. «La decisione della FIFA è senza precedenti, siamo delusi». Eppure, proprio lo spettro di una sanzione sportiva (come un cartellino giallo) in un contesto come quello di un Mondiale ha fatto desistere tutte le Nazionali dall’esibire la fascia «OneLove». «Come federazioni nazionali non possiamo mettere i nostri giocatori in una posizione in cui potrebbero subire sanzioni sportive, comprese le ammonizioni» si poteva leggere nel comunicato. Per questo motivo, «abbiamo chiesto ai capitani di non indossare le fasce al braccio durante le partite della Coppa del mondo». E ancora: «Eravamo disposti a pagare le multe che normalmente si applicano alle violazioni delle norme sul kit e avevamo la ferma intenzione di portare la fascia. Tuttavia, non possiamo mettere i nostri giocatori nella situazione di essere ammoniti o addirittura costretti a lasciare il campo di gioco». Ieri, i capitani di Inghilterra e Paesi Bassi si sono adattati, indossando la fascia «standard» prevista dalla FIFA. Più tiepida e «politicamente corretta» la presa di posizione di Gareth Southgate, il ct inglese: «Per certi versi capisco la situazione della FIFA. Si poteva creare un precedente. Insomma, si trattava di una decisione difficile».

5. Qual è stata la reazione dell'Associazione svizzera di calcio?

Interrogato sul tema, il portavoce della nostra Federcalcio Adrian Arnold ha dichiarato che «si trattava di proteggere il nostro giocatore, Granit Xhaka, da uno svantaggio sportivo. È un peccato, perché volevamo diffondere un messaggio positivo. Porteremo questo messaggio all’esterno, in altre occasioni. Questa decisione della FIFA non cambia la nostra bussola di valori. Ci battiamo per il rispetto, la tolleranza e la solidarietà».

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