Aviazione

Frizioni tra autorità indiane e occidentali sulla gestione delle scatole nere del volo di Air India

A lasciare perplessi gli esperti occidentali sono la scelta da parte di Nuova Delhi di analizzare i due dispositivi in India invece che in una struttura specializzata e le possibili ingerenze della politica locale sull'indagine
© EPA/RAJAT GUPTA
Red. Online
29.06.2025 19:30

Sarebbe una fiducia di facciata quella espressa dalle autorità occidentali nei confronti delle capacità degli investigatori di Nuova Delhi di fare luce sull'incidente che ha visto coinvolto il volo AI 171 di Air India. Dietro le quinte – spiega il Corriere della Sera che ha sentito due fonti a conoscenza dei confronti tra l’India (Paese responsabile dell’inchiesta), gli Stati Uniti (Paese produttore del velivolo) e il Regno Unito (Paese d’origine di molte delle vittime) – ci sarebbe infatti preoccupazione per la regolarità e la trasparenza delle indagini sull'aereo precipitato lo scorso 12 giugno. A preoccupare, in particolare, sarebbero le ingerenze politiche locali che potrebbero influenzare gli esiti delle indagini.

I protocolli internazionali, in effetti, prevedono che a gestire l'inchiesta siano le autorità del Paese in cui avviene l'incidente. Ora, essendo questo avvenuto ad Ahmedabad, l'ente designato per le indagini è stato l'Aircraft Accident Investigation Bureau (AAIB). A comporre la squadra investigativa, tra gli altri, anche uno specialista in medicina aeronautica, un controllore di volo e rappresentanti del National Transportation Safety Board (NTSB) statunitense, in rappresentanza del Paese di fabbricazione e progettazione del velivolo.

Il primo segnale di frizione tra autorità indiane e occidentali risalirebbe al 16 giugno, data in cui a Nuova Delhi si sono presentati sia la responsabile della divisione aerei commerciali di Boeing, Stephanie Pope; sia l’amministratore delegato di GE Aerospace per i motori e i servizi commerciali, Russell Stokes. Queste due visite sono infatti state ritenute «anomale» dagli addetti ai lavori.

A rendere chiare le divergenze tra autorità indiane e occidentali in merito al modo di condurre le indagini sull'incidente è quindi stata la gestione delle scatole nere del velivolo. Ecco allora che durante i colloqui tra le due sponde dell'Atlantico è stata espressa preoccupazione. Questi due strumenti, uno dei quali registra gli audio in cabina di pilotaggio (Cockpit Voice Recorder) e l'altro i parametri di volo dell’aereo (Flight Data Recorder), sono infatti fondamentali per ricostruire che cosa è accaduto il 12 giugno scorso. Il Cockpit Voice Recorder è stato trovato il 13 giugno sul tetto di un edificio nel luogo dell’incidente, mentre il Flight Data Recorder è stato recuperato il 16 giugno tra i rottami. I due dispositivi, tuttavia, sono stati trasportati nei laboratori specializzati di Nuova Delhi soltanto il 24 giugno, ossia undici e otto giorni dopo i rispettivi ritrovamenti. Tempi di attesa considerati «anomali» dalle fonti occidentali e non giustificati da particolari ragioni.

Da parte sua, il Governo indiano ha fatto sapere con una nota che «i dispositivi sono stati custoditi ad Ahmedabad con sorveglianza continua della polizia 24 ore su 24 e videosorveglianza». Da Ahmedabad, i registratori sono quindi stati trasferiti con un aereo dell’Aeronautica militare indiana a Nuova Delhi. Tra il 24 e il 25 giugno, poi, l'Aircraft Accident Investigation Bureau ha proceduto con l'estrazione dei dati dai due dispositivi. Estrazione, fa sapere una nota, eseguita «con successo».

Ora, i laboratori in cui è avvenuta l'estrazione del materiale delle scatole nere sono nuovissimi: sono infatti stati inaugurati lo scorso 9 aprile. Viene dunque da chiedersi perché, al di là dello scetticismo per eventuali influenze politiche sulle indagini, ci sia perplessità riguardo alla struttura scelta per l'analisi dei due dispositivi. Ebbene, a lasciare di stucco le autorità occidentali è il fatto che, a differenza di quanto accade solitamente, le scatole nere non siano state inviate in strutture molto più specializzate, anche in termini di competenze, come quelle in Francia o negli Stati Uniti. E poi, appunto, a preoccupare sono pure le possibili ingerenze sull'indagine in quanto l’Aircraft Accident Investigation Bureau è una divisione del ministero dell’Aviazione civile, dunque priva di indipendenza.

Le fonti interpellate dal Corriere della Sera hanno riferito che da parte occidentale è stato più volte fatto presente all'India che sarebbe stato opportuno scaricare i dati e analizzarli in strutture dotate di personale in grado di interpretare le informazioni nel miglior modo possibile, evitando ambiguità che potrebbero compromettere l’esito delle indagini. Per questo era stato proposto come laboratorio quello francese del Bureau d’Enquêtes et d’Analyses pour la sécurité de l’aviation civile. Proposta respinta dalle autorità indiane.

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