Il caso

Il Governo dice sì e Bellinzona va al TRAM

La Città ricorre al Tribunale cantonale amministrativo contro la tutela generale del quartiere San Giovanni - Mattia Lepori: «Le norme specifiche di conservazione sono troppo restrittive e limitano i proprietari delle abitazioni»
© CdT/Archivio
Alan Del Don
05.05.2025 16:03

«Il Municipio ha deciso di ricorrere al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) contro la tutela cantonale generale del quartiere San Giovanni. Proteggere integralmente ogni componente del comparto è troppo restrittivo e limita eccessivamente i proprietari delle case. Nello specifico impugneremo la disposizione che impone ai proprietari delle abitazioni unicamente dei lavori di conservazione e restauro». Il capodicastero Territorio e mobilità di Bellinzona Mattia Lepori, come i colleghi di Esecutivo, è convinto. La tutela cantonale nel suo insieme, decisa dal Consiglio di Stato, «potrebbe disincentivare i proprietari ad investire nei propri immobili e di conseguenza rendere la Città più bella e sostenibile. Riteniamo sproporzionato, ad esempio, vietare a priori la posa di pannelli fotovoltaici, anche quando non sarebbero nemmeno visibili dalla strada, o degli ampliamenti pure se giustificabili da un punto di vista urbanistico».

Ex Gioconda, per ora è sospeso

Le specifiche norme di conservazione stabilite dal Governo, dunque, non piacciono al Municipio. Che si appella al TRAM, per quanto concerne la zona di San Giovanni. Quella sotto la stazione FFS, per capirci. «Abbiamo impugnato, appunto, la disposizione che impone ai proprietari di case unicamente dei lavori di conservazione e restauro», precisa Lepori. La decisione del Consiglio di Stato relativa alla tutela di beni culturali ed edifici soggetti ad interventi conservativi nel quartiere di Bellinzona è giunta a sei anni dalla pubblicazione della variante di Piano regolatore. «Ha inoltre confermato l’inserimento di alcuni edifici nel Piano particolareggiato del centro storico, definito il perimetro di rispetto e quello di interesse archeologico attorno alla chiesa di San Paolo ad Arbedo e respinto in larga misura i ricorsi presentati», si legge in una nota della Città. La variante includeva anche un vincolo di conservazione per l’edificio ex Gioconda, situato di fronte alla stazione FFS, misura al momento sospesa: «Recenti indagini strutturali hanno infatti evidenziato criticità rilevanti per la conservazione, anche solo parziale, dello stabile».

Tempistiche troppo lunghe

Al di là del caso di San Giovanni, Mattia Lepori rileva che «in termini generali siamo soddisfatti dell'approvazione che permetterà di salvaguardare il patrimonio storico, culturale e architettonico della Città. Ma sei anni per evadere la variante di Piano regolatore da parte del Consiglio di Stato è un tempo decisamente troppo lungo».

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