Ticino/Corea del Sud

«Il Jamboree non è solo caldo e tifone, noi scout stiamo vivendo un sogno»

Voci dal campo scout mondiale: «I giovani ticinesi hanno affrontato le difficoltà con il sorriso, adattandosi ai cambiamenti» – Ora si trovano a Seoul per la fine della loro avventura
© Federica Caruso «Zanzara»
Jenny Covelli
10.08.2023 11:00

Un anno dopo il campo Scout nazionale, noto come BuLa, una delegazione svizzera di circa 1.430 persone si reca al World Scout Jamboree a SaeManGeum, Jeollabuk-do in Corea del Sud. Un evento che riunisce ben 42.300 scout da 153 nazioni. Così è iniziato il 25. World Scout Jamboree (WSJ) in programma dal 1. al 12 agosto 2023. Due giorni dopo l'avvio, il primo aggiornamento: «La Corea sta vivendo un'ondata di caldo. Nonostante le condizioni insolite, tutti i partecipanti alla delegazione svizzera stanno bene». Vengono adottate numerose misure per rendere la situazione più sopportabile. Il 5 agosto il contingente britannico decide di partire e quello statunitense di spostare le unità nella vicina base militare. La delegazione svizzera sceglie di rimanere sul posto. Ma non basta il caldo. Aggiornamento di lunedì 7 agosto: il tifone Khanun si muove verso il Giappone e la Corea, prevista una partenza anticipata con un processo ordinato dal campeggio agli alloggi. «La delegazione svizzera sarà trasportata in autobus nella zona di Seoul e sarà alloggiata vicino agli altri». L'8 agosto tutti i partecipanti e i capi reparto lasciano la sede del Jamboree. Vengono portati in autobus nella zona di Seoul. Il 9 agosto uno degli autobus diretti a Seoul rimane coinvolto in un incidente stradale. I 12 a bordo feriti vengono curati e dimessi in giornata. «I bambini e i capi reparto a Seoul stanno bene, continuano a partecipare al programma del Jamboree e stanno beneficiando degli ultimi giorni del campo».

Questa è la cronaca del 25. World Scout Jamboree. Ma il campo scout è molto di più. «Sento mio figlio tutti i giorni. È in mezzo a ragazzi tra i 14 e i 18 anni che stanno vivendo un'esperienza incredibile dall'altra parte del mondo, con mente aperta e a contatto con diverse culture. È un peccato leggere solo cose negative». L'appello, lanciato al CdT, è di Simone Mengani. Suo figlio Gioele, 14 anni, è partito il 25 luglio (prima c'è stata un'intensa attività di preparazione) e dai suoi aggiornamenti quotidiani traspare entusiasmo. «Sono anche io un ex scout – racconta papà Mengani –. Il mio Jamboree risale a 25-30 anni fa. Fa una certa impressione sapere che ora, lì, c'è mio figlio. Per lui è un regalo enorme. E stanno affrontando ogni "imprevisto" insieme, con determinazione e il sorriso stampato sul volto». I genitori dei ragazzi ricevono aggiornamenti quotidiani dal management della delegazione svizzera e dai leader scout.

Zanzara tra sorrisi e buonumore

Federica Caruso, per tutti «Zanzara», ha 26 anni, di cui 21 vissuti come scout. Al Jamboree è Troop Leader Head per il reparto 17 del contingente svizzero, uno dei due reparti ticinesi. Gestisce 34 ragazzi e con lei ci sono altri tre animatori. Attualmente si trovano a Seoul dopo essere stati trasferiti da Saemangeum e rientreranno in Ticino il 14 agosto. A lei domandiamo qual è lo spirito che si respira. «I ragazzi e le ragazze del nostro reparto sono incredibili – risponde entusiasta –. Nonostante gli allagamenti, il caldo umido e ora anche il tifone, riescono sempre a mantenere il sorriso e il buonumore. Sono molto più occupati a creare amicizie che dureranno tutta la vita, a scambiare badge e foulard con scout da tutto il mondo e a creare ricordi indimenticabili. Noi scout affrontiamo con fiducia le difficoltà e i nostri partecipanti non hanno fatto altro che dimostrarlo».

Anche Simone Mengani si fa portavoce del figlio e racconta un aneddoto: «Gioele ha trovato nella tasca dei pantaloni un vecchio biglietto del treno che ha attirato l'attenzione di un ragazzo delle Maldive. Hanno parlato per ore delle ferrovie svizzere e del nostro Paese in generale e alla fine ha ceduto il biglietto per un distintivo degli scout maldiviani». La dimostrazione che «tutto è un'occasione per conoscersi, scambiare opinioni e condividere».

Non solo riso, il Cultural Day unisce con cibo e tradizioni

Zanzara ci tiene a sottolinearlo: è esattamente questa l'atmosfera che si respira al campo. «Il Jamboree è un'avventura e un onore per ogni scout. Regala la possibilità unica di conoscere e legare con ragazzi provenienti da tutto il mondo». Certo, la canicola ha reso più complicato e scomodo il soggiorno, «ma con i miglioramenti apportati dal Governo anche il caldo è anche diventato molto più sopportabile».

Il 6 agosto si è tenuto il Cultural Festival Day, un'occasione per celebrare la diversità del movimento scout mondiale. Una giornata in cui il Jamboree diventa ancora più vivace: i partecipanti indossano abiti tradizionali – dai kilt scozzesi ai dashiki nigeriani, dai kimono giapponesi ai lederhosen bavaresi –, si esibiscono in danze e condividono i sapori della loro cucina. Oltre alle frittelle coreane, al kimchi e alle patatine messicane con salsa piccante, dolci turchi e svedesi. Ma anche fondue e rösti. «È stato incredibile – conclude Zanzara –. In ogni campo si respirava la cultura di popolazioni provenienti da tutto il mondo. Abbiamo potuto vivere l'ospitalità dei marocchini, provare il té dei mongoli, mangiare i biscotti del Macau e indossare i vestiti del Qatar. Sicuramente un'esperienza estremamente arricchente e unica del World Scout Jamboree».

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