Viaggi

Il passo indietro del CEO di Ryanair: «Volare è diventato troppo economico»

Parla Michael O'Leary: «È una cosa di cui sono responsabile e sui cui ho fatto molti soldi, ma non credo che i viaggi aerei siano sostenibili nel medio periodo se il prezzo di un biglietto è di 40 euro»
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Jenny Covelli
05.07.2022 17:29

«Volare è diventato troppo economico». Sembra strano, ma ad affermarlo è il «re delle low cost», il CEO di Ryanair Michael O'Leary. «Trovo assurdo che un volo per l'aeroporto di Londra-Stansted sia più economico del successivo viaggio in treno per raggiungere il centro città», ha dichiarato il numero uno della compagnia in un'intervista al Financial Times. «Si spende troppo poco rispetto a quello che è effettivamente il suo costo». Il discorso, per chi avesse avuto il dubbio, non riguarda l'ambiente. Ma i soldi.

Nuovo sciopero domenica 17 luglio

Intanto piloti e assistenti di volo delle compagnie aeree Ryanair, Malta Air e della società di reclutamento CrewLink hanno proclamato una nuovo sciopero di 24 ore, in Italia, per domenica 17 luglio. La Federazione Italiana Lavoratori Trasporti (FILT) e la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) hanno annunciato la protesta spiegando che «dopo gli scioperi degli scorsi 8 e 25 giugno non è ancora stato avviato da parte aziendale un confronto sulle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante». I lavoratori italiani «rivendicano contratti che garantiscano condizioni di lavoro dignitose, la cancellazione dell'accordo sul taglio degli stipendi introdotto per affrontare un periodo di crisi non più attuale e stipendi almeno in linea ai minimi salariali previsti dal contratto nazionale del trasporto aereo del nostro Paese, come prevede la legge». In Spagna il personale viaggiante della stessa compagnia irlandese si fermerà addirittura per tre blocchi da quattro giorni: dal 12 al 15, dal 18 al 21 e dal 25 al 28 luglio.

«La compagnia aerea preferita dagli italiani»

Ma torniamo al «voltafaccia» del CEO. Ryanair ha per anni attirato i clienti con biglietti low cost, quasi «super low cost». Ancora oggi una notifica ai possessori dell'app annunciava «L'Irlanda ti sta chiamando? Vola a Cork da 29,99 euro». La compagnia ha dichiarato guerra alla concorrenza con prezzi bassissimi. È capitato che lo stesso numero uno deridesse gli alti costi dei biglietti venduti dagli «altri». Nell'aprile del 2020 O'Leary aveva dichiarato alla Reuters: «Dopo l'emergenza coronavirus i volumi torneranno su una base normale, ma a prezzi più bassi. La ripresa dei viaggi all'interno dell'Europa sarà accompagnata da forti sconti, a partire dalle vacanze last minute a luglio-agosto». A inizio 2022 l'amministratore delegato di Ryanair si era invece scagliato contro Ita Airways: «Alla fine verrà comprata da Lufthansa che ne farà la sua compagnia low cost». Ne era seguito un botta e risposta. Ita Airways aveva comprato un'intera pagina su Repubblica offrendo a O'Leary una tessera fedeltà VIP con il messaggio: «Quando salirà a bordo, dove sarà il benvenuto, dovrà ricredersi e apprezzare le evidenti differenze di comodità rispetto al volo low cost». O'Leary aveva risposto incoronando Ryanair come la vera compagnia aerea di bandiera italiana, «lo dimostrano le preferenze» aveva scritto sui social.

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«Ci ho fatto i soldi, ma oggi non è più sostenibile»

Nell'estate in corso il settore dei viaggi in aereo è in crisi per svariati motivi. La carenza di personale sta causando da settimane il caos in molti aeroporti europei. Durante la pandemia molti posti di lavoro sono saltati e ora, con la ripresa in massa dei passeggeri, le aziende hanno difficoltà a trovare nuovo personale. E anche Michael O'Leary - che non ha licenziato i dipendenti quando la COVID-19 ha colpito, occupandoli con salari inferiori - è costretto a modificare la sua «politica»: dall'attuale media di circa 40 euro a biglietto si passerà a 50-60 euro e ciò accadrà nel medio termine. Rendere a buon mercato i viaggi aerei «è stato il mio lavoro e con questa operazione ho fatto un sacco di soldi. Ma, alla fine, non credo che l'attuale tariffa media sia sostenibile. È troppo economica». La ragione principale è la combinazione tra prezzi del petrolio «strutturalmente più alti» e tasse ambientali in aumento. Secondo il CEO, la sua compagnia ha già coperto il fabbisogno di paraffina per il 2022 acquistando il carburante per l'intero anno prima dell'invasione russa dell'Ucraina, tuttavia l'aumento dei prezzi dei biglietti è inevitabile anche per Ryanair. Perché i prezzi del petrolio rimarranno nei prossimi anni «strutturalmente più alti», andando a sommarsi ai costi legati ai controllori del traffico aereo e del personale. «La colpa è in gran parte del governo britannico - ha quindi aggiunto in riferimento all'impossibilità da parte delle compagnie aeree di assumere lavoratori europei -. La Brexit è un vero disastro. Uscire dal mercato unico solo per poter dire "abbiamo fatto la Brexit" è stato il culmine della stupidità».

Ancora mobilitazione

Intanto, il braccio di ferro tra la compagnia irlandese e i suoi dipendenti (affiancati dai sindacati che chiedono «un confronto su problematiche lavorative quotidiane e condizioni salariali di piloti e assistenti di volo») prosegue. «Confidiamo - affermano FILT-CGIL - in un'immediata apertura al dialogo da parte di Ryanair, così da poter evitare ai passeggeri disagi e cancellazioni di voli durante il periodo estivo». In occasione dello sciopero del 25 giugno aveva fatto molto discutere la definizione di «inutile sciopero» che si poteva leggere nei messaggi della compagnia inviati ai passeggeri rimasti coinvolti nella cancellazione del volo. Che per le sigle sindacali, invece, è tutto meno che «inutile». «Il successo e l'efficacia delle nostre mobilitazioni - si legge nel comunicato del 25 giugno delle due organizzazioni - è dimostrato anche dalle prime minime aperture da parte della compagnia che, da quanto apprendiamo, avrebbe concesso acqua a bordo a tutto il personale almeno fino alla fine della stagione estiva (tra le contestazioni c'è il fatto che non vengono messi a disposizione acqua e cibo per gli equipaggi a bordo, ndr.). Una concessione che risulta quasi offensiva rispetto al problema complessivo ed è la chiara dimostrazione delle nostre buone ragioni. Sono primi minimi segnali assolutamente insufficienti e inadeguati per fermare la nostra mobilitazione che proseguirà».

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