Protesta

«Il più grande sciopero del settore pubblico e parapubblico»

In vista di giovedì i sindacati VPOD, OCST e SIT fanno il punto sulla partecipazione e sull’organizzazione – Ghisletta: «È stata superata una linea rossa, il Governo ci prende per fessi» – Daniel: «È giusto che tutti i dipendenti possano esprimere la loro rabbia» – Fra le diverse sigle ci sono però delle sfumature sul significato della giornata
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
26.02.2024 16:45

Probabilmente sarà il più grande sciopero del settore pubblico e parapubblico mai visto in Ticino». Raoul Ghisletta, segretario VPOD, è sicuro: la giornata di giovedì sarà un successo, anche perché – gli fa eco Xavier Daniel dell’OCST – «sono circa 20 mila le persone che in un modo o nell’altro sono toccate dalle misure». Misure che, ricordiamo, riguardano direttamente il personale pubblico per il mancato riconoscimento del rincaro da parte dello Stato (1,4% maturato nel 2023). Ma che comprendono anche il taglio deciso dal Parlamento in occasione dell’approvazione del preventivo, con la non sostituzione del 20% dei partenti nei settori non regolati con le PPA. In questo caso, è la scuola a essere interessata. «Una linea rossa è stata superata», ammonisce ancora Ghisletta. «È gravissimo attentare in questo modo aleatorio e drastico alla qualità della formazione». Come noto, su quest’ultima misura è stato inoltrato un ricorso al Tribunale federale per la mancata referendabilità. Sul rincaro, invece, c’è stata una trattativa con il Consiglio di Stato. Il Governo ha deciso di concedere 400 franchi una tantum ai dipendenti pubblici, a cui vanno aggiunti due giorni di vacanza. Un contributo giudicato «insufficiente» dal sindacato VPOD, che – anzi – parla di «posizioni molto distanti». «Il Governo ignora bellamente le perdite dal 2025 in poi, prendendoci per fessi», rincara Ghisletta. Un altro fattore scatenante dello sciopero, come è stato ricordato durante la conferenza stampa di presentazione, sono il taglio dei contributi cantonali/comunali alla gestione 2024 degli enti sussidiati sociosanitari e dei loro fondi di riserva.

Per tutti questi motivi, dunque, giovedì sarà sciopero. Anche se fra un sindacato e l’altro ci sono varie sfumature. C’è chi è a favore della mobilitazione ma contrario allo sciopero, come ribadisce il segretario cantonale del SIT Mattia Bosco, il quale aggiunge che «è importante portare i temi dalla piazza ai tavoli dove si discute». Altri, come appunto la VPOD, prediligono la linea «dura». Ma c’è anche la via di mezzo scelta dall’OCST: riassumendo, non tutti i settori facenti capo al sindacato sciopereranno. «La situazione è complicata», spiega non a caso Daniel. «Abbiamo voluto questa giornata di mobilitazione e sciopero proprio per comprendere il maggior numero possibile di persone. I tre sindacati hanno sensibilità diverse perché rappresentano lavoratori con sensibilità e convinzioni politiche diverse». Si va dal poliziotto all’assistente di cura a domicilio, per intenderci. «Questa giornata ha però il pregio di permettere a tutti di manifestare il proprio disagio o la propria rabbia come meglio crede». Il sostegno allo sciopero è arrivato anche dall’associazione Rete per la difesa delle pensioni.

Ma una volta concluso lo sciopero, che cosa succederà? «La VPOD scriverà al Governo chiedendo un nuovo incontro e consulterà gli affiliati sull’esito delle discussioni e su nuove misure di lotta», fa sapere Ghisletta. È possibile un’ulteriore mobilitazione a fine aprile, mentre si sta valutando il lancio di due iniziative popolari contro il decreto Morisoli e contro i paradisi fiscali per le persone giuridiche. Tanti, ad ogni modo, gli istituti che hanno deciso - in forme diverse - di aderire allo sciopero a partire dalle 15: si va dai servizi medici psicologici di Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio fino alle scuole comunali, medie e i licei, passando per l’Organizzazione Sociopsichiatrica cantonale di Mendrisio. Nei settori più «sensibili», come scuole e case di cura, verrà ad ogni modo garantito un servizio minimo di accudimento e di gestione. Negli uffici, fa sapere ErreDiPi, «qualcuno sciopererà, molti parteciperanno al corteo dalle 17.00 a Bellinzona». Nella capitale, infatti, si svolgerà la parte principale della giornata.

La politica

Partiti spaccati in vista dello sciopero. Il PLR, in una nota, fa sapere di «non condividere assolutamente». «Un’astensione dal lavoro che si trasformerà presto in un boomerang, perché la popolazione - già confrontata con situazioni di difficoltà - non comprenderà né condividerà una nuova protesta». Opposta la visione del PS, che sostiene lo sciopero: «È scandaloso che il Ticino, dove l’incremento dei costi della vita è particolarmente avvertito a causa dei salari bassi, sia l’unico Cantone a non garantire un adeguamento del carovita ai propri dipendenti». 

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