Il caso

La performance «satanica» di Rihanna che non era affatto tale

Spesso la disinformazione fa leva sulla paura, un sentimento che se suscitato e gestito con sapienza può trasformarsi in un formidabile strumento di persuasione: vediamo come
©CAROLINE BREHMAN
Facta.News
16.02.2023 21:20

Come ormai sapranno i lettori di questa rubrica settimanale, spesso la disinformazione fa leva sulla paura, un sentimento che se suscitato e gestito con sapienza può trasformarsi in un formidabile strumento di persuasione. La paura può originarsi dallo scetticismo che in genere circonda una novità, come abbiamo recentemente visto nel caso dell'immissione sul mercato del cibo a base di insetti, o aver a che fare con argomenti del tutto irrazionali, come la convinzione che la Terra sia piatta o che i governi mondiali irrorino i cieli utilizzando sostanze in grado di controllare il clima.

Di questa seconda categoria fa parte il panico morale che da anni circonda il tema del satanismo, un vero e proprio classico della disinformazione che col tempo è stato adattato agli ambiti più disparati, arrivando a lambire anche la politica e la cultura pop. L’ultima accusa di satanismo, in ordine di tempo, è quella indirizzata alla cantante Rihanna, protagonista dello show di metà tempo del Super Bowl, ma anche di una teoria del complotto che la descrive come un’adoratrice del demonio.

La performance «satanica» di Rihanna…

Le speculazioni diffuse dai teorici del complotto si sono concentrate in particolare sull’esibizione di Rihanna andata in scena tra il primo e il secondo tempo dell’ultima edizione del Super Bowl, la finale del campionato statunitense di football americano (NFL) svoltasi il 13 febbraio scorso a Phoenix. 

Per l’occasione, l’artista di origini barbadiane si è esibita in una spettacolare coreografia che ha visto impegnati circa 80 ballerini vestiti di bianco e ha annunciato pubblicamente la sua seconda gravidanza indossando una tuta e un cappotto di colore rosso. Una scelta cromatica che ha scatenato le fantasie di una parte degli utenti della Rete e che è stata vista come un chiaro riferimento a Satana, comunemente rappresentato con carnagione e abiti della stessa tonalità.

…che non era affatto satanica

La scelta di Rihanna, tuttavia, non ha nulla di esoterico, ma è legata a un aspetto molto più intimo e personale. L’outfit scelto dall’artista è infatti un tributo all’amico e giornalista di moda Andre Leon Talley, scomparso il 18 gennaio 2023 e celebre per il suo iconico cappotto rosso griffato Norma Kamali. Questa interpretazione è stata riportata su Instagram dall’account ufficiale di Talley, ora gestito dallo staff e dalla famiglia, che ha ribadito come tra i due si fosse instaurato nel tempo un profondo legame di amicizia.

Non è la prima volta che Rihanna riceve accuse di satanismo e già in passato era stata tra i bersagli della teoria del complotto priva di fondamento nota come QAnon, che immaginava l’esistenza di una «élite progressista» dedita alla pedofilia e ai riti satanici, decisa ad assassinare l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il satanismo ai Grammy Awards

Pochi giorni prima erano comparse sui social delle accuse simili anche nei confronti di altri artisti, rivolte principalmente ai cantanti Sam Smith e Kim Petras, che si erano presentati sul palco dei Grammy Awards con dei vistosi abiti rossi e si erano esibiti indossando un cappello da cui spuntavano le corna.

L’esibizione era in realtà un puro artificio scenico, dal momento che si trattava di una trovata promozionale per il singolo Unholy, pubblicato dal duo e che in italiano si può tradurre con le parole «empio e «peccaminoso». A dispetto delle apparenze, il brano non contiene alcun riferimento al satanismo, ma racconta una storia di adulterio e di come questa possa condizionare il rapporto tra le persone coinvolte.

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