La Val Bavona ha ricevuto il premio Paesaggio dell'anno 2025

La Fondazione Valle Bavona e il Comune di Cevio hanno ricevuto oggi, sabato, a Cavergno il premio Paesaggio dell'anno 2025. Il consigliere federale Albert Rösti, direttore del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha consegnato il riconoscimento nel quadro di una giornata contrassegnata da conferenze e dibattiti, iniziata con un'escursione nelle zone colpite dal tragico disastro dell'estate scorsa tra Fontana, Bosco e Mondada.
«Siamo fortunati anche con il tempo meteorologico», ha detto il consigliere federale in apertura del suo intervento. «Ma provengo da una famiglia contadina e conosco bene le minacce provenienti dal territorio e dalla natura. D'altronde, come svizzeri siamo sempre stupiti del nostro paesaggio. E il mio dipartimento deve sempre valutare la situazione sul fronte delle finanze. Anche noi discutiamo tra protezione, utilizzo del territorio e tutela del paesaggio. A volte ci sono dei compromessi. Come consigliere federale, sono confrontato quotidianamente con temi del genere. Infine, decide il Parlamento e la popolazione. Quel che funziona bene è la solidarietà. Gli svizzeri sono molto solidali», ha concluso.
«Il Cantone c'è»
Alla cerimonia, presente tra gli altri anche il Consigliere di Stato Norman Gobbi: «È un piacere essere qui con i colleghi di governo a portare i saluti del Consiglio di Stato ticinese. Siamo qui non solo come politici eletti, ma anche come noi stessi. Il consiglio di Stato, lo ha detto e ripetuto, che ci sarà sempre per voi. Il Cantone c'è, sempre al fianco della Vallemaggia. Senza tentennamenti e senza giri di parole. Siamo orgogliosi di come abbiamo lavorato, dimostrando di saper rispondere con onore e dignità alle crisi che lo colpiscono, dimostrandosi generoso o pragmatico».

«Di quel pomeriggio ho un ricordo nitido, con l'arrivo del consigliere federale Ignazio Cassis», ha aggiunto, ricordando le prime ore dell'emergenza. «La coesione del nostro tessuto collettivo è ancora un elemento fondamentale per la sopravvivenza della Svizzera. La regione dovrà rinascere ancora più robusta, pronta per affrontare tutte le sfide future. Visitare di persona questi luoghi è l'unico modo per rendersi conto della situazione».
«Un augurio di avere tanta forza»
«Il premio consegnato oggi è un'occasione perfetta per conservare la memoria del passato e per guardare al futuro. In quasi quarant'anni di attività, la Fondazione Valle Bavona ha dimostrato di saper lavorare, con l'augurio di tanta forza per quello che arriverà. Con questo sforzo di conservazione celebriamo il passato proiettandoci al futuro. Celebriamo ticinesi come noi che hanno faticato per ottenere ciò che abbiamo oggi. Grazie per il vostro impegno e buon lavoro. Perché di certo quello non mancherà».
Kurt Fluri, presidente della fondazione svizzera per la protezione del paesaggio: «La cascata di Foroglio sarebbe dovuta diventare una centrale elettrica. Ma oggi, anche grazie al fondatore della nostra realtà, non è così. Sono passati tanti anni e per pura coincidenza era proprio qui in Bavona. È con questa premessa che lottiamo e cerchiamo di evitare comportamenti scorretti. Ma siamo qui a consegnare la somma di 10.000 franchi, un gesto simbolico che possa fornire da motivazione. Nel 2014 era già stato consegnato in Ticino, in Valle di Blenio. Onoriamo, oggi, l'impegno decennale per un'azione esemplare in una situazione d'emergenza. Ci fa piacere la volontà della popolazione e delle autorità di mantenere questo paesaggio. Dopo il disastro della scorsa estate, dobbiamo far capire quanto siano importanti i paesaggi di montagna e contro l'abbandono di queste zone tanto preziose».
«Un evento che ha stravolto il territorio, non la popolazione»
Gianni Rossi, presidente della Cooperativa Migros Ticino, in rappresentanza del finanziamento a livello nazionale del distributore, ha poi concluso il giro di interventi: «Quest'anno Migros celebra il secolo di vita. Un anno speciale nel quale la nostra realtà, che ha sede in Ticino, non può che complimentarsi per la questa scelta dell'attribuzione del premio a una realtà ticinese».
Prima della consegna del premio, un ultimo intervento di Raimund Rodewald, a lungo nella realtà della fondazione per il paesaggio: «L'evento che ha stravolto la valle, non ha stravolto la popolazione. Da quando avevo cominciato il mio incarico alla Fondazione del paesaggio, sono rimasto affascinato dal paesaggio roccioso. Roccia che creava anche l'energia sotto forma di coesione nella società. Una società che stima il lavoro comune, piena di spirito di pace. Sono fiero e commosso di consegnare questo premio ai rappresentanti del Comune di Cevio e a quelli della Fondazione Valle Bavona. Non mollate mai, noi vi sosteniamo».
«Trasmettiamo la cultura del territorio»
Wanda Dadò, sindaca di Cevio, dopo la consegna del premio ha preso parola: «Abbiamo scelto di agire insieme, cercando di coinvolgere tutta la popolazione. Un paesaggio è fatto di pietre, ma anche di storie, di verde. Questo premio ci dà forza, ma ci richiama alla responsabilità e alla garanzia di un futuro con radici salde». La sindaca ha poi esteso i ringraziamenti al consigliere federale per aver deciso di proseguire il sostegno finanziario ai comuni colpiti dalle catastrofi dell'estate scorsa.
In conclusione, Lorenzo Dalessi presidente della Fondazione Valle Bavona: «Un riconoscimento che celebra la collaborazione tra gli enti nella cura della Bavona, ma anche la visione e l'impegno per la ricucitura del comparto di Fontana-Bosco-Mondada. Con le nostre attività, ci impegniamo a trasmettere la cultura del territorio, della storia e del lavoro dei nostri avi. Un impegno che oggi assume un valore cruciale alla luce dei cambiamenti climatici che mettono alla prova il nostro territorio. Accogliamo questo premio anche come un 'grazie' alle persone, famiglie, volontari e enti che contribuiscono a tenere viva la Valle Bavona».
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui
Il bilancio
Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette morti: una 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia), un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana (Val Bavona), due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia (sempre in Lavizzara). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti (quattro nel Locarnese: Comologno, Losone, Ascona, Verscio; uno a Bellinzona e due in Val di Blenio, oltre a una quindicina in Italia, tra Val Vigezzo e Ossola). Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima rispetto a quello in alta Vallemaggia, tre.