«Locarno è la mia città dolente ma ci scrivo pure rime positive»

«Per me si va nella città dolente, la mia Locarno / Per me si va nell’eterno dolore di uno sguardo / Per me si va tra la perduta gente che è allo sbando / Ora pensa come avrei potuto trattenere il pianto». La quartina è tratta da «Inferno», terza traccia dell’album «Emanuel» che porta il nome del suo autore, che di cognome fa Cassiano, in arte conosciuto con l’appellativo «Tikkiz Shelby». Parole severe, dure e ispirate ai luoghi in cui è cresciuto, oggi descritti come fosse un novello Dante nella parte più buia della sua Commedia. «Benché sia una meta turistica paradisiaca, nello sguardo delle persone continuo a percepire una sofferenza che non ha distinzione sociale», racconta l’artista al Corriere del Ticino, sottolineando come non manchino «rime positive». «Il mio ultimo lavoro è in realtà un viaggio di redenzione che, attraverso la sofferenza, mi porta alla consapevolezza e a essere una voce di conforto per chi si trova nella stessa situazione».
Quella voglia di rivalsa
Ventiquattro anni, studente, elenca il crescendo dei tredici brani che compongono la sua nuova raccolta. «Dopo un’introduzione intitolata “The Diner”, ispirata alla pellicola “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, c’è “Petit frère” che parla senza termini troppo ricercati della mia adolescenza e della mia voglia di rivalsa, crescendo in un contesto difficile». È qui che poi arriva la rivisitazione della cantica d’apertura quattrocentesca.
«Anche se, via via, si toccano numerosi argomenti. Dai temi scientifici a quelli filosofici, passando dalle Sacre Scritture, con il topos ricorrente dell’Apocalisse». La lista include ad esempio «Limiti», «Hybris», «Amore tossico», «Ordinaria follia» e «Stanza 101», tanto per fare alcuni esempi.
Ma, tornando al «luogo dove tutto è iniziato», il nostro interlocutore afferma di notare, tra chi scruta anche solo passando per strada, una certa «agonia a livello interiore. Non solo tra chi affronta difficoltà economiche o è vittima di una dipendenza da sostanze, no. È qualcosa di meno tangibile, che all’apparenza non emerge nemmeno e che coinvolge ogni membro della società».
La possibilità di redimersi
A differenza degli ambienti immaginati e descritti dal poeta fiorentino nel lontano passato, la nostra realtà contemporanea offre anche qualcosa di buono: «C’è la possibilità di redimersi, quindi non è che sia proprio così inesorabile, si può sempre fare del bene. Inoltre, questo è comunque il luogo dei più bei ricordi che ho tra il liceo, le prime avventure con il rap freestyle, gli amici, le serate». Cassiano non indica qualcosa di preciso, ma appare evidente il misto di inevitabili cose che non vanno, senza per forza avere in tasca una chiave per risolvere ogni ingiustizia o incongruenza.


Coinvolgere i giovani
«Il problema è, da un lato, la gestione delle risorse e del territorio mentre, dall’altro, l’atmosfera generale che si respira con un carico di sfide e pressioni psicologiche sempre più pesante. Penso soprattutto a coloro che vivono qui, dal momento che per i turisti è solo un bel luogo nel quale trascorrere le vacanze».
Infine, impossibile non citare i nomi che hanno preso parte al progetto: «Un aspetto molto bello è stato quello di essere riuscito a coinvolgere giovani della regione. Ho collaborato con Gianluca Gold-schmidt, in arte Zanluc e pure lui locarnese, oltre a Gabe Cester, che si è occupato delle strumentali, del missaggio e della masterizzazione, partecipando anche in un ritornello (in “Hiraeth”). Inoltre, sono presenti due interventi dei rapper ticinesi Brick Drillaz e Rabra».
E, così, dalle prime «battaglie» a suon di versi improvvisati dalla cadenza regolata da melodie e ritmi preregistrati, ecco, a decenni di distanza, un disco in qualità di solista, al quale va però aggiunta l’esperienza, tuttora in corso, con la «Loca Gang», messa in piedi da Marcel Ueltschi, in arte Marcelo, la quale ha l’obiettivo di far «rialzare la testa» al genere musicale portato avanti nel capoluogo sul Lago Maggiore.
Un «nastro» in vista
«Nella produzione da poco uscita “Ceci n’est pas un album” sono presente insieme a vari altri membri del collettivo. Stiamo già lavorando a una sorta di “nastro” dell’intera formazione, nel quale saranno inclusi una serie di basi realizzate e interpretate sempre da tutti noi».