Il caso

Brittney Griner «colpevole», sì allo scambio con Viktor Bout?

La cestista statunitense, arrestata a febbraio all'aeroporto Sheremetyevo di Mosca in possesso di olio di cannabis, rischia fino a 10 anni di carcere
Marcello Pelizzari
08.07.2022 13:40

Colpevole. Così, almeno, si è dichiarata Brittney Griner presso un tribunale russo. Colpevole, nello specifico, di possesso di droga. Subito, beh, fra addetti ai lavori e persone comuni è circolata la domanda delle domande: che cosa succederà, ora, alla cestista statunitense? E ancora: è vero che rischia parecchi anni di carcere o, di nuovo, lascerà presto la Federazione grazie a uno scambio di prigionieri fra Russia e Stati Uniti? È possibile, infine, che la giocatrice riceva la grazia del presidente Vladimir Putin?

Di risposte, al momento, non ce ne sono. Anche perché sul tavolo ci sono diverse variabili. Il fatto che i tribunali russi non siano famosi per essere efficienti e veloci; un certo risentimento da parte dell’opinione pubblica; la presenza di un altro cittadino americano, incarcerato per spionaggio.

Gli ori olimpici e la cannabis

Prima di balzare agli onori della cronaca per l’arresto, lo scorso febbraio, all’aeroporto di Mosca Sheremetyevo, complici alcune bombolette di vaporizzatore con olio di cannabis rinvenute nel suo bagaglio, Brittney Griner era protagonista assoluta nella WNBA nordamericana con i Phoenix Mercury. Nel suo palmarès figurano pure due medaglie d’oro olimpiche. Accusata di trasporto su larga scala di droga, rischia fino a dieci anni di prigione secondo la legge russa. In aula, durante la seconda sessione del processo, Griner ha spiegato di non avere intenzioni criminali. Le bombolette, insomma, erano lì per caso: aveva preparato le valigie in fretta e furia.

Le parole di Sergei Ryabkov

Difficile, dicevamo, capire quali saranno i prossimi passi. L’ammissione di colpevolezza di Griner, va da sé, rende inevitabile una condanna. Ma le tempistiche potrebbero allungarsi. E pure parecchio, considerando che la prossima sessione del processo – il 14 luglio – potrebbe non essere quella conclusiva.

Gli stessi verdetti, in Russia, non sono normali pronunce ma lunghi, lunghissimi riepiloghi ricchi di dettagli. Richiedono tempo per essere allestiti e ore di lettura ad alta voce.

Il tribunale, tornando al caso specifico, potrebbe accettare la tesi di Griner. Ovvero, la giocatrice è stata negligente e non criminale. Tradotto: la cestista statunitense si vedrebbe infliggere una pena sospesa. Che, però, molto probabilmente la obbligherebbe a rimanere in Russia.

Una condanna, in ogni caso, è il prerequisito minimo per mettere in piedi uno scambio di prigionieri. Analogamente, darebbe modo a Griner di chiedere pure la grazia presidenziale.

Il viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, giovedì è stato chiaro: «È evidente che non abbiamo espletato le necessarie procedure giudiziarie. Fino a quando ciò non accadrà, non ci sono motivi nominali, formali e procedurali per ulteriori passaggi».

Scambio asimmetrico?

I media della Federazione, ha riferito al riguardo Associated Press, da tempo sostengono e suggeriscono uno scambio. È un discorso, questo, che fa capolino sulla stampa locale da settimane e, più precisamente, da quando è stato completato il precedente scambio: Trevor Reed in cambio del trafficante di droga russo Konstantin Yaroshenko di cui avevamo parlato qui e qui. Griner, a questo giro, potrebbe essere spedita in America per Viktor Bout, commerciante di armi che sta scontando una condanna di 25 anni negli Stati Uniti. Fu arrestato in Thailandia nel 2008, diversi i capi d’imputazione: cospirazione per uccidere cittadini statunitensi, consegna di missili antiaerei, aiuti a un’organizzazione terroristica. Di tutto e un po’, insomma.

La Russia, va detto, da anni sta muovendo le acque per il rilascio di Bout. Lo scambio, tuttavia, ora come ora appare disequilibrato: da una parte una condanna per cannabis, dall’altra cospirazione e legami con il terrorismo. Eppure, gli scambi asimmetrici non sono affatto rari: nel 2010 gli USA cedettero dieci agenti dormienti russi in cambio di quattro americani. Anche lo scambio Reed-Yaroshenko, a ben vedere, era ineguale: una condanna per aggressione a un agente di polizia in stato di ebbrezza a fronte di vent’anni per traffico di cocaina.

Che ne sarà di Paul Whelan?

Secondo gli esperti, Washington nel prossimo scambio ha una necessità che oseremmo definire impellente: inserire Paul Whelan, un ex marine arrestato quattro anni fa in un albergo di Mosca, dove si trovava per assistere al matrimonio di un amico. Venne condannato per spionaggio e condannato a sedici anni di lavori forzati. Il suo caso, finora, è stato poco pubblicizzato ma dopo Reed-Yaroshenko è aumentata la pressione sulla diplomazia americana affinché – al prossimo «giro» – venga appunto incluso Whelan. È ipotizzabile che Griner e Whelan, assieme, rappresentino il bilanciamento giusto per cedere Bout alla Russia.

In questo articolo:
Correlati