Regno Unito

Cosa cambierà per l'UE con le dimissioni di Boris Johnson?

Fermo promotore e sostenitore della Brexit, pasticcione in merito al Protocollo sull'Irlanda del Nord, il premier uscente di certo non mancherà a Bruxelles
Marcello Pelizzari
09.07.2022 21:51

Soddisfazione. Contenuta, certo. E, di riflesso, non sbandierata. Ma, appunto, parliamo di soddisfazione. Sì, l’Unione Europea ha accolto con moderato sollievo le dimissioni di Boris Johnson. D’altronde, parliamo di un leader politico che, a suo tempo, aveva spinto (e non poco) affinché il Regno Unito lasciasse l’Europa. Detto questo, è ipotizzabile che poco o nulla cambi nel breve-medio periodo: il partito conservatore britannico, infatti, non cede di un centimetro in merito alla Brexit. Tradotto, agli occhi dei Tories uscire dall’UE era la cosa migliore da fare. E rimane un accomplishment da consegnare alla storia. 

La questione irlandese

Bruxelles, quantomeno, con la prossima uscita di Johnson confida che i rapporti con Londra possano migliorare. Con il premier perennemente spettinato, basti pensare alla minaccia nemmeno troppo velata di scavalcare il protocollo sull’Irlanda del Nord, le relazioni avevano toccato un minimo storico inquietante. 

Non a caso, BoJo è stato più volte definito incoerente e bugiardo (ne aveva parlato anche Osvaldo Migotto nel suo editoriale) da esperti e addetti ai lavori. Di più, il premier non ha saputo tenere fede agli accordi presi né confrontarsi in maniera ortodossa con i suoi ministri. 

Parte del suo successo, tuttavia, è riconducibile proprio a questo spirito ribelle: a suo tempo, lo ha usato per schierarsi a favore della Brexit e per assicurarsi la leadership del partito, oltre alla pancia degli elettori e quindi del Paese. Fra i politici britannici favorevoli all’addio all’UE, indubbiamente BoJo è stato il più duro e intransigente con Bruxelles.

La domanda che si pongono i 27 membri, a questo punto, è una soltanto: il sostituto sarà più morbido e pratico?

Patel e gli altri

Bruxelles, a tal proposito, difficilmente farà il tifo per Priti Patel, Segretario di Stato per gli affari interni, quale sostituto di Johnson: ha una voglia matta di andare muro contro muro con l’UE. Altri candidati, per contro, verosimilmente avrebbero un approccio più morbido e normale con l’Unione. 

La Repubblica Ceca, al momento alla guida del Consiglio UE, tramite il ministro degli Esteri Jan Lipavsky ha lanciato un messaggio distensivo a Londra. 

L’impressione, come detto, è che BoJo non mancherà a nessuno all’interno dell’UE. Complici i rapporti burrascosi che ha «costruito» e, se vogliamo, complice il suo passato criticone come corrispondente anti europeista del Telegraph. 

Durante il suo regno a Downing Street, agli occhi dell’UE, non ha fatto altro che minare gli accordi di recesso con Bruxelles.

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