Droni non identificati nei cieli europei: il Regno Unito pensa ad armi laser

Copenaghen, Oslo, Malmö, Göteborg, Monaco, Dublino. E tanti altri. Da settembre, droni non identificati stanno prendendo di mira gli aeroporti del Nord Europa. Dai cieli danesi a quelli della Francia, passando per quelli irlandesi e tedeschi. Ovunque i velivoli senza pilota siano stati avvistati, è seguita una paralisi del traffico aereo: troppo pericoloso volare in queste condizioni.
Indagini sono in corso per determinare con esattezza la provenienza dei droni. E nel mistero che ancora avvolge il caso - esteso su più mesi, la preoccupazione ha spinto diversi governi a prendere contromisure. E ad acquistare nuove armi.
Sistemi laser
Il Regno Unito, ad esempio, investirà 20 milioni di sterline nello sviluppo di nuovi sistemi laser per abbattere droni. Lo ha annunciato il Ministero della Difesa, precisando che i nuovi sistemi avranno funzioni complementari a quelle di DragonFire, laser ad alta potenza che dovrebbero essere installati sui cacciatorpediniere della Royal Navy a partire dal 2027.
Le armi laser, note come «directed energy weapons», vengono considerate una possibile alternativa a basso costo rispetto ai missili tradizionali nella difesa contro droni e missili. E il sistema DragonFire, che secondo il governo britannico ha un costo stimato di circa 10 sterline per "colpo", è progettato per colpire bersagli ad alta velocità con estrema precisione, fino a centrare un oggetto delle dimensioni di una moneta a oltre un chilometro e mezzo di distanza.
I vertici militari britannici, si legge in un articolo pubblicato recentemente dal Telegraph, stanno valutando anche altre applicazioni della tecnologia laser, comprese soluzioni che potrebbero essere montate su veicoli corazzati terrestri, ampliando così l’impiego di queste armi oltre l’ambito navale. Il segretario alla Difesa britannico, John Healey, ha collegato l’iniziativa alle lezioni apprese dalla guerra in Ucraina, sottolineando la necessità di accelerare gli investimenti in sistemi di droni e contromisure. Secondo Healey, le incursioni di droni nello spazio aereo europeo evidenziano l’urgenza di rafforzare le difese, anche contro le cosiddette operazioni nella «zona grigia».
Approccio combinato
Già. Il conflitto in Ucraina ha cambiato tutto e i droni sono diventati un mezzo di combattimento polivalente, che completa gli altri sistemi d’arma e che cambia il modo di condurre la guerra. Il tema, non a caso, è stato recentemente oggetto di ampie discussioni all'UAV Show, il salone europeo del drone, tenutosi in ottobre a Bordeaux. Qui, militari e industria hanno spiegato l'importanza di approcci combinati e diversi.
E anche la Svizzera sta prendendo nota. Nel mese di novembre, Armasuisse ha incaricato l’azienda svizzera Securiton di fornire «svariati sistemi» di difesa, progettati per essere parzialmente mobili e utilizzabili anche per impieghi sussidiari dell’esercito a favore delle autorità civili per rafforzare la protezione delle truppe e delle infrastrutture contro i minidroni d’attacco e di ricognizione.
