Il caso

Ecco Graceful, lo yacht di Vladimir Putin spostato prima della guerra

Un'indagine del team di Alexey Navalny dimostrerebbe che il leader del Cremlino ha ordinato di trasferire il colosso da Amburgo a Kaliningrad poco prima di annunciare la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina – Il motivo? Evitarne il sequestro
© REUTERS
Red. Online
30.08.2023 09:15

Sì, poco prima dell'invasione dell'Ucraina Vladimir Putin ha spostato il suo superyacht da 100 milioni di dollari da un cantiere navale tedesco. Riportandolo in Russia. È quanto affermano documenti segreti pubblicati nell'ambito di una nuova indagine condotta da un'organizzazione anti-corruzione cui fa capo il leader dell'opposizione russa Alexey Navalny. Le e-mail dimostrerebbero infatti che il presidente della Federazione Russa ha ordinato uno spostamento «urgente» del suo Graceful da Amburgo, dove gli operai erano al lavoro per un lifting da 32 milioni di dollari, entro il 1. febbraio 2022.

Non solo, le foto allegate mostrano lo yacht rimorchiato da Amburgo il 7 febbraio, oltre la scadenza, con destinazione Kaliningrad, l'exclave russa sul Baltico di cui tanto si è discusso nel corso del conflitto. Alcune settimane più tardi, il 22 febbraio, Putin ha invece ordinato la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina. In seguito alla quale l'Occidente, con Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti in testa, ha imposto sanzioni sui beni di proprietà russa all'estero. Il risultato? Decine e decine di superyacht di proprietà di oligarchi sono stati sequestrati in tutto il mondo.

Secondo l'Office of Foreign Assets Control del governo statunitense, noto come OAFC, il Graceful è una proprietà sulla quale «Vladimir Putin ha un interesse». Conosciuto anche con il nome in codice Kosatka o Killer Whale, questo yacht è dotato di una piscina interna di 15 metri che, all'occorrenza, può diventare una pista da ballo. È uno dei tanti colossi del mare legati a Putin, secondo quanto afferma il Guardian.

Dicevamo, comunque, dell'ordine di spostare il Graceful. È legato a un'e-mail inviata al cantiere Blohm+Voss il 19 gennaio 2022. Questo il testo: «L'armatore desidera che il Graceful sia portato nella Federazione Russa il 1. febbraio. Si prega di mobilitare un equipaggio su due turni». E ancora: «Si prega di accelerare tutti i lavori che potrebbero interferire con la partenza del Graceful il 1. febbraio». Ufficialmente, il proprietario non era soddisfatto del retrofitting. Ovvero, dell'aggiunta di nuove tecnologie a bordo per adeguare lo yacht alle normative vigenti e allungarne la vita. Di qui, appunto, l'intenzione di riportare la barca in Russia per completare i lavori: «Il proprietario non è soddisfatto del retrofit. È insoddisfatto dei ritardi nel processo di costruzione». 

La firma dell'e-mail? SCF Group, la più grande compagnia di navigazione russa. A rivelarne il contenuto è stata la giornalista investigativa russa Maria Pevchikh, alla guida dell'organizzazione anti-corruzione creata da Navalny. «Metà del Paese è costretto a raccogliere fondi per comprare biancheria intima e calze per i soldati mobilitati e per fabbricare candele da trincea, mentre chi ha scatenato questa guerra spende 3 miliardi di rubli solo per le riparazioni e gli acquisti del suo yacht» si legge nell'indagine pubblicata.

Un altro superyacht, Sherazade, formalmente riconducibile all'oligarca Eduard Khudaynatov ma, sempre secondo il team di Navalny, controllato in realtà dal leader del Cremlino, era stato sequestrato nel porto di Marina di Carrara, dove era in riparazione, nel maggio 2022. Detto di Graceful, gli Stati Uniti collegano a Putin anche un altro yacht, più piccolo: l'Olympia, il cui valore si aggira sui 22 milioni di dollari.

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