Il cambio

Ecco il logo del «nuovo» McDonald's russo

Domenica l'apertura di quindici ristoranti a Mosca, cui ne seguiranno 200 in altre località della Federazione – Come saranno gli hamburger?
Marcello Pelizzari
09.06.2022 20:11

La notizia, di per sé, è di dominio pubblico da parecchio tempo. Ora, però, si è aggiunto un tassello importante. L’ultimo, ovvero il logo. Parliamo, forse lo avrete intuito, del «nuovo» McDonald’s russo. O, meglio, della sua prosecuzione dopo che l’azienda statunitense ha lasciato la Federazione, complice la guerra.

La conferma del nuovo logo è arrivata direttamente dal proprietario, il quale ai media statali ha pure riferito dei menu e dell’app che accompagneranno i clienti in questa dimensione certamente familiare eppure diversa.

L'addio, trent'anni dopo

Fra Unione Sovietica e Russia, McDonald’s ha mantenuto una presenza trentennale nel Paese. Cambiando, di riflesso, le abitudini (alimentari, ma non solo) dei cittadini. Per dire: il 31 gennaio del 1990, centinaia e centinaia di moscoviti, anzi migliaia, si misero in coda davanti al primo punto vendita in piazza Pushkin per assaggiare un primo, gustoso morso di America e Occidente.

Da allora, McDonald’s ha allargato – grazie anche all’implosione dell’URSS e alle liberalizzazioni dell’era Eltsin – la sua attività in Russia. Arrivando ad avere, prima dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca, 850 sedi. Sedi che, nelle scorse settimane, sono state vendute a un uomo d’affari siberiano, già partner in franchising prima della guerra.

L’addio della grande M, soprattutto per le fasce più giovani, è stato un vero e proprio shock. In totale, quasi mille aziende di alto profilo occidentali hanno lasciato o interrotto l’attività in Russia a mo’ di rappresaglia.

Ma come si chiamerà?

La scorsa settimana, il citato nuovo proprietario di McDonald’s aveva cambiato la ragione sociale della catena in Sistema PBO. Nulla, tuttavia, è ancora trapelato circa il nome, almeno stando alle dichiarazioni di un portavoce rilasciate alla TASS. Fra i nomi (in totale sarebbero otto) presi in considerazione ci sono pure Tot Samyi, ovvero «lo stesso», e Svobodnaya Kassa, sicuramente meno fantasioso (significa «registro di cassa disponibile»).

L’app, per contro, dovrebbe chiamarsi My Burger ed essere lanciata domenica. I nomi tradizionali dei panini verranno modificati. Per dire: l’hamburger di pesce, il Filet-O-Fish, si chiamerà semplicemente Fish Burger. A proposito di fantasia…

Mi ricorda qualcosa...

Ma dicevamo del logo. In precedenza, era stato considerato al pari di altre opzioni. Ha vinto, osiamo pensare, per la sua immediatezza. E per i chiari rimandi all’universo del fast food: il cerchio rosso-arancio e le due linee arancioni, su sfondo verde, non solo richiamano alla lontana la M di McDonald’s ma, dopo attenta osservazione, sembrano rappresentare un hamburger e due patatine fritte.

Secondo il portavoce di Sistema PBO, citato dalla TASS, lo sfondo «simboleggia la qualità dei prodotti e del servizio a cui i nostri ospiti sono abituati». Sebbene la catena, mentre scriviamo queste righe, sia ancora alla ricerca di un nome, giovedì è stata lanciata anche una campagna pubblicitaria per iniziare, mettiamola così, a fare rumore. E a ingolosire i clienti. Piccolo problema, anche se a livello di proprietà intellettuale la situazione è piuttosto fluida nella Federazione: il logo assomiglia parecchio a quelli di Warner e della catena di alberghi Marriott.

Domenica, quindici «nuovi» ristoranti apriranno a Mosca. Altri duecento seguiranno a stretto giro di posta in altre località della Federazione. Se è vero che l’Occidente e l’America hanno lasciato la Russia, è altrettanto vero che la Russia – almeno a tavola – sta cercando di riallacciare i rapporti. E di ricordarsi com’era la vita prima della guerra.

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