Guerra in Ucraina

L'idea in aereo e la telefonata a Kiev: come è nato il piano di pace di Trump

Steve Witkoff e Jared Kushner avrebbero letto in vivavoce a Zelensky i 28 punti del piano, poi rispedito al mittente – Intanto si torna a discutere, con Kiev sotto i raid: «Ci sono alcuni dettagli minori da sistemare»
© KEYSTONE (AP Photo/Luis M. Alvarez)
Red. Online
25.11.2025 14:30

Tutto è iniziato con un ordine di Donald Trump, dato in ottobre al suo team per la sicurezza nazionale: elaborare un piano per porre fine alla guerra in Ucraina, proprio come fatto per Gaza. E proprio durante un volo di ritorno dal Medio Oriente, gli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner hanno iniziato a scrivere la prima bozza di quello che sarebbe poi diventato «il piano in 28 punti». Lo scrive il Wall Street Journal in un lungo articolo in cui ripercorre la genesi del piano. L'intuizione, come detto, è arrivata in aereo. Poi, una telefonata «improvvisa e inattesa» a Kiev, scrive Axios, che ha rispedito al mittente la prima proposta di Trump.

La genesi

Per comprendere la vicenda – spiega Axios sulla base di interviste con sei funzionari statunitensi, due funzionari ucraini e un'altra fonte informata – bisogna riavvolgere il nastro fino al 22 ottobre. A bordo di un aereo ci sono Jared Kushner (anche genero di Trump) e Steve Witkoff, inviato speciale del presidente. Dopo l'intesa per Gaza, i due sono passati all'Ucraina, ideando un piano e cercando di capire come raggiungere un'intesa con Mosca e Kiev. Il 25 ottobre, Witkoff e Kushner incontrano a Miami l'inviato del presidente Vladimir Putin, Kirill Dmitriev. I colloqui servono a definire la bozza iniziale del documento. «Witkoff e Kushner non avrebbero avviato colloqui con russi e ucraini su un nuovo piano senza il via libera di Trump», rivela un funzionario USA. Il segretario di Stato Marco Rubio e il vicepresidente JD Vance vengono aggiornati passo dopo passo.

Witkoff e Kushner incontrano anche Rustem Umerov, consigliere di Zelensky, grazie anche alla mediazione di un alto funzionario del Qatar. Umerov suggerisce modifiche e propone che il piano venga illustrato al presidente ucraino. E voilà, la telefonata. Witkoff e Kushner «hanno parlato e cercato di spiegare al presidente i punti del piano, ma non è possibile farlo al telefono», commenta un funzionario ucraino.

Witkoff programma un viaggio in Turchia per incontrare Zelensky, il 19 novembre. Ma il 18 novembre Axios riferisce del piano di Trump, che metta fretta al presidente ucraino. L'Ucraina è con le spalle al muro. «Siamo ora in uno dei momenti più difficili della nostra storia. La pressione sull’Ucraina è al suo massimo», commenta Zelensky. «Non facciamo dichiarazioni altisonanti. Lavoreremo con calma con l’America e con tutti i nostri partner. Non daremo al nemico alcun motivo per dire che l’Ucraina non vuole la pace, che sta ostacolando il processo e che non è pronta per la diplomazia. Questo non accadrà. L’Ucraina lavorerà rapidamente».

Un problema di comunicazione

L’Europa, pur non riuscendo più a spostare l’ago della bilancia geopolitica, si è mostrata subito empatica nei confronti dell’Ucraina. Nel frattempo salta il meeting in Turchia. Secondo funzionario ucraino citato da Axios, alla base c'è un problema di comunicazione: da una parte il team di Zelensky riteneva che Witkoff e Kushner stessero solo offrendo idee iniziali, dall'altra gli americani ritenevano di avere presentato una proposta formale. Per ricucire lo strappo, Washington invia a Kiev il segretario dell'Esercito, Dan Driscoll. Intanto, i dettagli del piano diventano pubblici. Il Dipartimento di Stato, davanti alle richieste di chiarimenti, spiega che il piano «non è di Trump». Il presidente però lo timbra e chiede la firma di Zelensky entro il 27 novembre. In realtà, secondo il Washington Post, il numero uno della Casa Bianca non è interessato ai dettagli del documento.

Il nuovo piano da 19 punti

Il 21 novembre il presidente ucraino si rivolge alla nazione: «Rischiamo di perdere la dignità o il sostegno di un partner strategico». Lo stallo rimane e, come spiegato da un funzionario ad Axios, «gli ucraini dicono che li stiamo costringendo a firmare un accordo favorevole alla Russia». Trump invia il segretario di Stato Marco Rubio ai colloqui di Ginevra, domenica 23 novembre. Il documento iniziale in 28 punti di Donald Trump è stato ridotto a 19, ma i passaggi più spinosi sono stati stralciati. Gli Stati Uniti definiscono il piano «un'offerta non definitiva», mentre da Kiev arrivano toni positivi e apertura al dialogo.

Mentre si discute del nuovo piano di pace, la capitale ucraina finisce nuovamente sotto il fuoco dei raid russi. Il bilancio è di 7 morti e 20 feriti, tra cui un bambino ricoverato in ospedale. ABC, citando un funzionario USA, riferisce che una delegazione ucraina ha concordato con gli Stati Uniti i termini di un potenziale accordo di pace. «Gli ucraini hanno accettato l'accordo di pace», ha affermato la fonte, anche se «ci sono alcuni dettagli minori da sistemare».

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