Ma quale Apple, ecco l'auto elettrica di Xiaomi

Mentre Apple, negli Stati Uniti, avrebbe deciso di rinunciare alla creazione di un proprio veicolo elettrico, un altro produttore di smartphone – Xiaomi – ha lanciato il suo primo modello. Di più, l'azienda cinese ha pure cominciato a raccogliere ordini come spiega, fra gli altri, la BBC. Lei Jun, l'amministratore delegato del colosso asiatico, ha dichiarato che l'automobile, denominata Speed Ultra 7 o semplicemente SU7, costerà appena 215.900 yuan. Ovvero, poco meno di 30 mila dollari al tasso di cambio attuale.
L'obiettivo, di fatto, è chiaro. Anzi, chiarissimo: sfidare gli attuali leader del settore, l'americana Tesla e la cinese BYD. Come? Semplice: puntando sui prezzi bassi. L'ingresso di Xiaomi, soprattutto, è destinato a far discutere. Proprio perché, al momento, il settore sta conoscendo un rallentamento, a livello di vendite, globale. L'azienda confida che, creando un singolo ambiente fra automobile, smartphone, computer portatili e altri dispositivi, i clienti arrivino in massa. Detto ciò, Xiaomi a oggi è «solo» il terzo venditore di smartphone nel mondo, con una quota di mercato pari al 12% circa. La SU7, come automobile, è stata paragonata addirittura alle Porsche.
Capitolo produzione: Xiaomi ha spiegato che i veicoli verranno assemblati da un'unità del gruppo automobilistico statale BAIC in uno stabilimento di Pechino, la cui capacità potrebbe raggiungere i 200 mila modelli all'anno. L'obiettivo nell'obiettivo, spiega Bill Russo di Automobility sempre alla BBC, è dimostrare che Xiaomi è (anche) un produttore di veicoli elettrici a guida intelligente. A tal proposito, l'azienda ha promesso investimenti per 10 miliardi di dollari nel settore per i prossimi dieci anni. Un pacco di soldi, insomma.
A dare fiducia a Xiaomi è il sistema-Paese o, meglio, il fatto che in Cina l'ecosistema per i produttori di veicoli elettrici sia considerato molto stabile. È forte la catena di fornitura delle batterie, ad esempio, ed è già molto estesa – ancorché in crescita – la rete di ricarica. Il lancio del primo, primissimo modello targato Xiaomi coincide con una forte guerra dei prezzi nel mercato interno dei veicoli elettrici. Tesla, ad esempio, è scesa e di molto (parliamo di migliaia di dollari) negli ultimi mesi, lo stesso ha fatto BYD. Ovvero, il (nuovo) padrone del mercato.
La Cina, secondo logica, è il più grande mercato automobilistico del mondo. Ed è affollatissimo. Xiaomi è uno dei pochissimi «volti nuovi» ad aver ottenuto l'approvazione delle autorità, decise semmai a frenare l'ondata di ingressi nel settore. Il sovraffollamento, di per sé, ha rallentato la crescita. Come dichiarato fra l'altro da BYD, che ha sì registrato profitti annuali record per il 2023 ma con un rallentamento marcato verso la fine dell'anno. Venendo al 2024, un altro produttore di veicoli elettrici – Nio, con sede a Shanghai – ha rivisto al ribasso le stime per le consegne del primo trimestre. I consumatori, infatti, hanno meno disponibilità a causa di una crescita economica indebolita.
Nel frattempo, la Cina sta cercando di contrastare se non risolvere le grane con gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Nel primo caso, Pechino ha avviato una procedura contro Washington presso l'Organizzazione mondiale del commercio. Al centro, i cosiddetti sussidi «discriminatori» applicati dall'America sui veicoli elettrici. Discriminatori perché, banalmente, non comprendono i marchi cinesi. Tradotto: la Cina ritiene che, con la «scusa» dell'Inflation Reduction Act, gli Stati Uniti stiano respingendo le importazioni di veicoli elettrici prodotti all'estero e in particolare nel Paese del Dragone. L'Unione Europea, per contro, ha avviato un'indagine per determinare «se le catene del valore» dei veicoli elettrici a batteria in Cina beneficiano «di sovvenzioni illegali» e, ancora, «se tali sovvenzioni causano o minacciano di causare un danno economico ai produttori europei». In base ai risultati, la Commissione stabilirà se sia nell’interesse dell’Unione Europea «porre rimedio agli effetti delle pratiche commerciali sleali accertate» imponendo dazi anti-sovvenzioni sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina.