Il caso

McDonald's dice addio anche al Kazakistan

Dopo aver abbandonato Russia e Bielorussia, la catena di fast food si prepara a dire addio anche al fiorente Paese dell'Asia centrale per problemi nella catena di approvvigionamento
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Federica Serrao
07.01.2023 11:45

Per McDonald's è (ancora) tempo di addii. Dopo aver abbandonato prima la Russia e poi la Bielorussia, ora il gigante degli hamburger si prepara a lasciare il Kazakistan. La notizia, anticipata da Bloomberg ieri, è stata confermata da un annuncio della società. «La catena di fast food gestita dalla società a responsabilità limitata Food Solutions KZ sta interrompendo le attività con il marchio McDonald's in Kazakistan a causa delle restrizioni delle forniture». Ma cosa c'è dietro queste improvvise difficoltà di approvvigionamento? 

Tutta colpa della guerra?

L'addio della celebre catena di fast food arriva solo sei anni dopo aver aperto i battenti del primo locale in territorio kazako. Ma cosa si cela dietro la decisione di lasciare quello che viene considerato il mercato più ricco dell'Asia centrale? Secondo le prime indiscrezioni, la colpa sarebbe da imputare - come si può facilmente immaginare - alla guerra della Russia in Ucraina. Dopotutto, a pochi giorni di distanza dall'invasione, McDonald's aveva prontamente abbandonato la Russia. In men che non si dica, i ristoranti del gigante degli hamburger sono stati rimpiazzati dai nuovi «Vkousno i totchka», ossia «Delizioso e basta». In questo modo, i 51.000 ex dipendenti di McDonald's in tutta la Russia erano riusciti a mantenere il proprio posto di lavoro, cambiando semplicemente società. 

A distanza di mesi, a novembre il colosso dei fast food aveva annunciato la decisione di uscire anche dal mercato bielorusso. «Anche noi sappiamo tagliare il pane in due e metterci dentro un pezzo di carne, delle patatine fritte e dell'insalata», aveva commentando il presidente Lukashenko facendo spallucce alla decisione di McDonald's, aggiungendo: «Grazie a Dio se ne vanno!». Anche in questo caso, i locali del gruppo sono stati ribattezzati con i nomi dei russi «Vkousno i totchka». 

Se manca la carne russa

Tuttavia, McDonald's non ha specificato quali siano i reali problemi riscontrati dal Kazakistan nella catena di approvvigionamento. Secondo alcune voci, l'azienda si era però detta «pronta ad abbandonare il Kazakistan dopo che le interruzioni innescate dall'invasione dell'Ucraina hanno lasciato la nazione dell'Asia centrale senza un sostituto per le forniture di carne russa». Almeno secondo quanto confermato da alcuni fonti anonime a Bloomberg due giorni fa. In particolare, senza il supporto della Russia, McDonald's non sarebbe in grado di rifornirsi di polpette di carne per la produzione degli hamburger, che fin dal 2016 arrivavano ad Astana da Mosca.

E tornando indietro al 2016, l'inaugurazione del primo McDonald's era stata una vera e propria pietra miliare per il Kazakistan, nonché una speranza per il futuro di attirare altri grandi marchi internazionali. Basti pensare che all'inaugurazione del primo fast food avevano partecipato diversi funzionari governativi, oltre che una grandissima folla di cittadini di Astana. In breve tempo, la catena si era rapidamente espansa nel resto del Paese, arrivando a contare ben 24 punti vendita. 

C'era da aspettarselo

Ma c'è di più. Sebbene questa notizia sembri essere improvvisa, i cittadini kazaki in parte già immaginavano quale potesse essere la sorte di McDonald's. Che fosse in corso una crisi, ai più attenti era già noto a novembre, quando l'azienda aveva chiuso i battenti dei suoi locali per «problemi di approvvigionamento locale». Sebbene - inizialmente - si pensasse a una chiusura temporanea, McDonald's Kazakistan non è tuttavia riuscito a sopperire alle mancanze russe e a sostituire la carne e gli altri ingredienti con forniture locali o provenienti da altri Paesi europei. Nello stesso periodo, anche il governo kazako aveva dichiarato di star lavorando per aiutare la catena di fast food a localizzare le forniture. Ma tutti questi sforzi, a quanto pare, non sono stati sufficienti. 

A pesare sulle difficoltà kazake ci sono stati in particolare i prezzi più alti e i costi di trasporto di cui avrebbero dovuto farsi carico trovando un sostituto a Mosca. Ma se da un lato importare carne dall'Europa abbia un costo notevole, non è chiaro per quale motivo anche trasporto e logistica rappresentino un ostacolo per la catena di approvvigionamento di carne bovina nostrana. Sempre secondo quanto si legge su Bloomberg, uno degli ostacoli potrebbe essere la certificazione di qualità, salute e sicurezza necessaria. 

Carne kazaka insufficiente

Non c'è proprio alcuna possibilità per McDonald's, quindi, di tornare in Kazakistan? Secondo quanto si legge su Eurasianet, gli allevatori del nord del Paese hanno forti legami con gli allevatori del Nord Dakota. Nella steppa kazaka si contano infatti molti esemplari di mucche Angus e Hereford dello stato americano. Gli stessi cowboy statunitensi sono giunti in passato sul territorio kazako per condividere le loro competenze con gli allevatori locali, i quali, a loro volta, sono volati fino negli States per fare formazione. Ma non finisce qui. Il Kazakistan, in passato, ha importato anche giovenche dall'Irlanda, dall'Australia e dal Canada, con il tentativo di migliorare le razze e aumentare produzione ed esportazione.

Eppure, nonostante tutti questi sforzi, la carne kazaka non è riuscita a soddisfare i requisiti necessari. Da una parte c'era da aspettarselo: a dicembre, i funzionari dell'industria lamentavano la mancanza di sviluppo nel settore dell'allevamento. Ma come successo anche in Bielorussia, i nuovi «Vkousno i totchka» a breve sbarcheranno anche in Kazakistan. L'ultima parola sul gradimento dei nuovi panini russi spetterà però ai kazaki. 

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