Stati Uniti

Tanti auguri, Arnold Schwarzenegger

Attore, politico, attivista climatico, «Terminator» a 75 anni continua a far parlare di sé via social: dalle origini austriache agli attacchi, recenti, a Vladimir Putin
Marcello Pelizzari
30.07.2022 14:00

Tanti auguri, Arnold Schwarzenegger. L’attore, politico e attivista ha soffiato su 75 candeline. Ma gli anni, per lui, non passano mai. Di più, «Schwarzy» sembra indistruttibile. Proprio come uno dei suoi personaggi più celebri se non il più celebre: Terminator.

Certo, il nostro eroe da tempo ha smesso i panni dell’action hero hollywoodiano. Eppure, è ancora sulla cresta dell’onda. E colpisce. Forte, fortissimo. Non grazie ai suoi bicipiti monumentali, ma sfruttando l’arma della parola. Tant’è che sui social ha preso posizione su tutto. Anche sulla guerra in Ucraina, criticando aspramente Vladimir Putin. «Cari amici russi, vi stanno mentendo» aveva tuonato lo scorso marzo. Il video, pubblicato su Twitter, è stato visto quasi 50 milioni di volte. Pazzesco.

I muscoli

Nato il 30 luglio del 1947 a Thal, in Austria, «Arnie» – altro suo nomignolo – da bambino era un grande appassionato di calcio, nuoto e pugilato. Quindi, appena quindicenne, entrò per la prima volta in una palestra di sollevamento pesi. Sviluppando, negli anni successivi, una passionaccia per i muscoli e diventando un bodybuilder. Nel 2012, a tal proposito, in un’intervista disse: «Devi allenare ogni muscolo individualmente. È come il lavoro preciso di uno scultore che lavora il marmo con martello e scalpello. Non esattamente come Rodin, ma simile». Schwarzenegger, dal 1970, vinse per sei volte di fila il titolo di Mr. Olympia, il riconoscimento più importante a livello di bodybuilding. Per la causa assunse anche steroidi, che all’epoca non erano vietati.

L’approdo negli Stati Uniti, invece, è di due anni precedente. Il suo aspetto, ben presto, catalizzò le attenzioni del cinema. Ottenne il suo primo ruolo nel 1969, con il nome d’arte di Arnold Strong, nella pellicola Hercules in New York. La trama? Prendiamo pari pari da Wikipedia: Ercole, figlio di Zeus, dopo tanti secoli vissuti nell’Olimpo degli Dei, decide di cambiar vita e chiede il permesso al padre di lasciare il Monte Olimpo per andare a vivere tra i mortali. Hai voglia a chiamarlo b-movie.

Schwarzenegger trovò comunque il tempo e il modo per inserirsi. Lavorando pure con Andy Warhol, evidentemente affascinato da quella fisicità. «Ho lavorato come modello per lui e mi ha presentato altri artisti come Jamie Wyeth e Laraine Newman».

Grazie a Warhol, fra l’altro, Schwarzenegger entrò nello star system dalla porta principale. Conoscendo attori, produttori, ma anche persone influenti come Jackie Kennedy. Curiosamente, nel 1986 l’austriaco-oramai-americano sposò la nipote dell’ex presidente John Fitzgerald Kennedy, Maria Shriver.

Il successo

La carriera vera e propria, nel cinema, decollò sul finire degli anni Settanta. La gloria vera, invece, arrivò nel decennio seguente con Conan il Barbaro e, soprattutto, Terminator. Un film a basso costo che, quasi immediatamente, diventò un cult. Segnando un’epoca.

«Schwarzy», dimostrando un talento a trecentosessanta gradi, alternò film d’azione e commedie con grande disinvoltura. Citiamo I gemelli e Un poliziotto alle elementari, fra gli altri. Seppe anche, con parecchia ironia, prendersi gioco dell’industria e del ruolo assegnatogli in partenza, quello dell’eroe d’azione appunto. Peccato che il sottovalutatissimo, a nostro avviso, Last Action Hero di John McTiernan si rivelò un flop commerciale.

La politica

All’inizio degli anni Duemila, temendo forse che nel cinema non avrebbe più trovato spazio, Schwarzenegger si gettò con forza ed entusiasmo in politica. Candidandosi per la carica di governatore della California. Si presentò come l’uomo forte nonché il salvatore dello Stato. E per convincere gli elettori sfoderò la spada di Conan.

Vinse, ovviamente, anche se impiegò un po’ prima di adattarsi davvero alla vita politica e alla carica. Citiamo un’altra intervista: «Come attore, puoi fare affidamento sulla sceneggiatura, ma un politico non ne ha una. Ogni giorno, ogni ora, è incredibile quanti problemi devi affrontare».

Repubblicano, sostenitore della pena di morte, dopo i suoi due mandati riabbracciò momentaneamente il cinema per un altro capitolo di Terminator.

Le critiche ai potenti

Ambientalista convinto, strenuo attivista climatico, critico di Donald Trump, in quest’ultimo periodo Schwarzenegger ha preso a schiaffi (metaforicamente) anche Vladimir Putin. «Abbiamo le mani insanguinate» ha detto per contro dell’Europa che, attraverso l’acquisto di energia fossile, continua a finanziare la guerra di Mosca in Ucraina.

Tornando a Trump, dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 l’ex attore descrisse The Donald così: un bugiardo, un cospiratore e un leader fallito. Mica male. E ancora: «Passerà alla storia come il peggior presidente di sempre».

Schwarzenegger, nella sua vita oltreoceano, ha incarnato alla perfezione il sogno americano. Ed è tornato, sempre, proprio come il suo personaggio più significativo: Terminator. A 75 anni, ha ancora una voglia matta di intrattenere il suo pubblico. Via social, non al cinema.

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